La Cosmo-Art e il Lavoro

Umiltà: come realizzarsi sul lavoro.

Umiltà: come a realizzarsi sul lavoro. Vediamo insieme attraverso quali passaggi. In primo luogo, imparando a conoscere questa grande virtù ed accoglierla nella nostra vita. Umiltà non come sinonimo di debolezza o di svilimento, ma di forza e di spessore umano. E’ entrare in contatto con la propria progettualità ed esserne fedele sempre. Praticando l’umiltà si diviene artefici di un grande cambiamento nella propria vita, apportando altresì innumerevoli benefici nelle relazioni, anche professionali.

Umiltà, come possibilità attraverso cui l’uomo può rifuggire dall’orgoglio e dalla superbia dalla presunzione e dall’arroganza. Veleni che conducono invece la persona alla solitudine nonché ad arroccarsi ciecamente sulle proprie posizioni. Girovagando senza senso fino a perdersi in un labirinto senza via di uscita.

Ultimamente ho tanto sentito parlare dell’effetto “Dunning-Kruger” ovverosia una distorsione attribuita all’incapacità metacognitiva, per la quale chi è poco esperto in una materia tende a sopravvalutarsi e a non riconoscere i propri limiti o errori. Chi al contrario è davvero esperto, tende a sottovalutarsi.  Se ci riflettiamo un momento, quotidianamente possiamo confrontarci con questo effetto. E poi riflettere sull’effetto dell’umiltà sull’autenticità di identità dell’individuo.

Tuttavia, uscire dal labirinto si può: certamente con coraggio, senz’altro con amore. Tuttavia una risposta sana all’effetto di cui sopra può esser proprio, come appena accennato, l’umiltà.

L’umiltà, un’arte da apprendere, per realizzarsi sul lavoro

E’ un’arte da apprendere, che ci rende prima curiosi e poi capaci per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Per non smettere di evolvere e stare al passo con l’evoluzione della Vita e dell’Universo di cui siamo parte integrante. E’ imparare a dare il benvenuto, all’altro, alla vita ai valori.
Se le cose vogliamo migliorare, dall’umiltà bisogna partire. Altro elemento che assume rilevanza è l consapevolezza. Consapevoli di cosa? Di tutto quello che sappiamo? Tutt’altro.

Essere consapevoli di non sapere. Questa è la verità che ci spingerà a metterci in movimento. Lo diceva Socrate “So di non sapere”. Quanta saggezza traspare tra le righe. E non c’è nulla di male in queste parole. Anzi. Possiamo uscire dalla presunzione di sapere ciò che neanche conosciamo.
Solo così si può immaginare di progredire. Oltretutto, sapere di non sapere, cari lettori, lo trovo anche molto stimolante. Poiché ci spinge a studiare, a capire, a ragionare a voler sapere. Ma sempre con umiltà.

L’umiltà, la chiave verso la verità

Qualche tempo fa, mentre passeggiavo per le vie del centro di Roma, vedo arrivare una bellissima carrozza trainata da maestosi ed eleganti cavalli neri. Osservandoli bene, notai che i loro occhi, lo sguardo, erano in buona parte coperto dai paraocchi. A cosa servono, vi domanderete? A ridurre il campo visivo. Per evitare distrazioni o spaventi. Poiché questi straordinari animali hanno una doppia messa a fuoco: per brevi e lunghe distanze. Contemporaneamente.

Perché questa metafora? Arriviamo dritti al punto. Poiché spesso la realtà le guardiamo solo in parte. Sostituiamo ora la parola realtà con la parola verità. Poiché a volte siamo bravi, consciamente oppure no, a voler vedere solo ciò che ci fa comodo, o meglio ciò che non ci fa male.

Poiché per approcciare all’umiltà bisogna togliere i paraocchi. Togliendo i paraocchi vediamo i tanti segnali della vita e dell’altro. L’altro è una grandiosa opportunità per migliorarci interiormente. Riflette il nostro essere. Come fosse uno specchio. Pensate, possiamo anche imparare a chiedere AIUTO!

Da dove partire? Introspezione. Muoversi verso di noi. Chi scava alla ricerca della propria verità, incontra i propri dolori e conosce i propri limiti. Ma colui che si fa carico della verità ha modo di apprezzare anche i propri talenti. Coloro i quali sono in grado di aggiungere come valore fondante di vita, anche quello dell’umiltà e praticarla, creano in loro stessi ed in ogni incontro relazionale, una possibile crescita. Creano ricchezza. Personale, professionale, aziendale.

Come l’umiltà può aiutare a realizzarsi sul lavoro

Come l’umiltà può aiutare a realizzarsi sul lavoro! Il mercato ci richiede velocità, competitività, raggiungimento obiettivi … come poter riuscire ad essere umili e conciliare questa virtù con le richieste del mercato? Il raggiungimento dell’obiettivo a volte è un agire spietato. Verso noi stessi e verso gli altri.

L’hanno vinta l’onnipotenza, la presunzione, la ricerca della perfezione. E per l’umiltà c’è apparentemente poco spazio. Quasi come questa virtù ci rendesse in qualche modo vulnerabili, attaccabili, perdenti.

Non è affatto così. L’umiltà non è umiliazione. E’ sviluppare la capacità di comprendere che con il nostro amore, il nostro coraggio la nostra resilienza, accoglienza, possiamo crescere e creare davvero tanta bellezza. Anteponendo appunto l’umiltà all’orgoglio, all’arroganza, alla superbia.

Nei tanti luoghi che incontriamo nella nostra vita, si entra in punta di piedi. Si rispetta l’altro, lo si ascolta. Apprezzare i tanti talenti che ci circondano, imparare dalle altrui abilità, ci aiuta ad uscire dall’invidia e dalla distruttività. Ci avvicina alla gratitudine.

Il tempo dell’umiltà

E’ il tempo del coraggio, il tempo della costruttività, è il tempo dell’umiltà. Non si può rimandare.
Essere umili ci porta, cosa di grande valore, ad ammettere anche i nostri errori, a misurarci con i nostri limiti. Per poi aver la fortuna di imparare a sviluppare l’arte del perdono.

Se ci rendiamo umili sviluppiamo incredibili possibilità di crescita. Se ci soffermiamo a questa ultima riflessione, la parola umiltà deriva dal latino humus, ovvero terra fertile. Un Terreno fertile, che si appresta ad accogliere nuovo sapere e nuove consapevolezze, che ci accompagna alla conoscenza della propria identità. Per migliorarsi.
In fondo, per andare oltre le colonne d’Ercole, confine ultimo con il mondo conosciuto e continuare il viaggio, l’appello di Ulisse ai suoi compagni narra:

“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza
(Verso 119 canto XXVI dell’Inferno)

In conclusione, certamente straordinario apprezzare quante strade nuove di profondo valore possiamo percorrere divenendo umili. L’avreste mai detto? Me ne rendo conto mentre scrivo, ripercorrendo la mia storia passata e quella degli ultimi cinque anni. Anni nei quali imparo ad apprendere pian piano questa straordinaria virtù: l’umiltà.
Grazie Istituto Solaris, per il supporto autentico, speciale e prezioso da cui ogni giorno traggo beneficio.
In fine aggiungo, domandiamoci pure: voglio avere ragione o voglio essere felice?
Personalmente, desidero essere tanto felice.

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6 COMMENTI

  1. Meravigliosi sia l’articolo sia i commenti denotano una apertura al nuovo all’inesplorato ma anche amore in ciò che si sta facendo e questo è bellissimo

  2. Simona sono in linea con la tua riflessione.
    Ho cambiato tanti lavori negli anni, mia figlia ogni tanto mi dice : Ma papà certo che tu hai fatto un sacco di lavori!!??
    Sin da adolescente ho sempre amato sentirmi valorizzato e lavorare ( ricordo i lavoretti estivi) mi faceva sentire bene. Poi con la lancetta dell’orologio anche gli anni e le esperienze si sono fatte numerose e sento che in ognuna di esse io ho un patrimonio di esperienza che non saprei quantificare economicamente. Ho fatto tante cose buone, tante così così e tante male. A chi mi conosce sa che ho sempre accostato alla parola lavoro quella di “laboratorio”, e questo ambito è speciale quanto più noi ci poniamo rispetto ad essi con la miglior consapevolezza possibile. Gli altri, i colleghi, l’azienda, i clienti e via discorrendo sono una processione di opportunità ogni giorno, e se sappiamo centrarci e tenere gli occhi dell’animo ben aperti attenti e vigili non manchiamo di poter apprendere l’arte sublime della crescita che la vita ci chiede. La vita si avvale di ogni occasione per farci crescere ed il nostro Sè è onnipresente a indicarci cosa è da trasformare, cosa da accettare e cosa da abbandonare.
    Non ho mai avuto una difficoltà lavorativa che non fosse per me, prima, un preciso compito esistenziale ed una prova di trasformazione con cui fare i conti.
    In ogni lavoro che ho fatto avevo una lezione da imparare, spero di continuare a crescere ed imparare e saper sempre più e sempre meglio mettere a tesoro le occasioni che la vita mi offre ogni giorno.
    Grazie per il tuo prezioso e speciale lavoro di esplorazione che ha in se tanta saggezza e tanta specialità propria del tuo essere la bella persona che sei, capace e decisa ad armonizzare sempre perché nell’armonia c’è bellezza.

    • Caro Leonardo
      che emozione e gioia leggerti. Ti sono infinitamente grata per l’esperienza di cui generosamente ci fai dono e per la tua autenticità, che tanto ho apprezzato.
      Sei un artista della Vita, un uomo speciale e prezioso per tutti noi.
      Ti abbraccio con immensa gratitudine. Grazie per questa bellissima emozione.
      Simona

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