verità

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La verità ci rende liberi di amare

Abbiamo tutti un infinito bisogno di amore. Più o meno osservato, ma sempre infinito. Molto spesso fatichiamo a riconoscerlo persino a noi stessi, perché facendolo dovremmo mettere in discussione tante radicate convinzioni, costruite in anni di instancabile lavoro. Ci abbiamo messo lungo tempo e tanto doloroso impegno, per strutturare dentro di noi l’idea di essere duri e forti e di non avere bisogno di nessuno.

Quali verità?

Siamo ostinatamente legati a una serie di cliché su noi stessi e sugli altri, talmente difesi nel tempo, da essere diventati dentro di noi verità inconfutabili. Uno di questi è che gli altri sono cattivi e ingiusti, e rappresentano una minaccia, da cui dobbiamo difenderci. Noi siamo invece vittime dall’anima pura. È così che usiamo strumentalmente la relazione con l’altro, sperimentata con frustrazione, per confermare il senso di identità limitante al quale siamo aggrappati, in questo modo salvo e libero di continuare ad agire indisturbato. Tutto finto, dunque? Una mera proiezione della nostra mente? Eppure è tutto così credibile, così incredibilmente noto dentro di noi!

Il bisogno di amore

Siamo abitati da una voce logorroica, che colpevolizza l’altro, perché non ci vede, non ci ascolta, non si prende cura di noi, non ci ama. O almeno non lo fa come noi vorremmo; o forse così come noi avremmo bisogno. È l’esistenza di questo bisogno, che troppo spesso ignoriamo, a spingerci ad attribuire all’altro l’incapacità, o peggio ancora la malvagità. È il mancato riconoscimento del senso di abbandono e di solitudine, che vive sepolto dentro di noi, che ci porta a prendercela con chi ci sta intorno. C’è tutta una storia interiore inesplorata, che ci condanna a vivere nella menzogna e nell’assenza di amore. È difficile amare qualcuno che percepiamo come una minaccia. È difficile amare chi consideriamo indegno del nostro amore. È impossibile farlo, finché non identifichiamo queste come menzogne generate dalle nostre pretese. Scopriremo allora che il male non è negli altri, ma nelle aspettative di cui carichiamo l’interazione con loro.

Il bisogno di potere

C’è poi un aspetto, molto faticoso da attribuire a noi stessi, che tuttavia nostro malgrado rappresenta un grande ostacolo ad una relazione d’amore sana, costruttiva e donativa. Si tratta del nostro bisogno di potere sugli altri. Ma come?!? Proprio noi, che siamo solo vittime dell’indifferenza e dell’aggressività altrui! Avere invece verso noi stessi l’audacia di riconoscere nel vittimismo, con cui ci rapportiamo agli altri, il desiderio di dominarli e manipolarli, ci offrirà certamente grandi opportunità di crescere nella capacità di amare. È chiaro quindi come il dolore, usato nella relazione con l’altro in maniera narcisistica, ci faccia alternare tra posizioni di vittimismo e senso di superiorità, il quale ci erge a giudici dei comportamenti altrui, legittimando la valutazione di essi.

L’ideale di perfezione

E le cose non vanno meglio con l’amore per noi stessi! In quest’ambito la menzogna più efficace e sempre attiva consiste nel credere di dover essere perfetti, per poterci amare. Dobbiamo essere meritevoli del nostro stesso amore. Ogni deviazione dalla perfezione, ogni mancanza, ogni errore, ogni nostro limite rappresentano motivi validi, per mettere a processo l’esistenza del merito ai fini dell’amore per noi stessi. Data l’esosità della condizione posta, tale forma di amore diventa pura utopia. Non siamo perfetti?!? Dovremo pur auto-infliggerci una qualche punizione!

Le verità della mente

Non riuscendo ad amarci noi, il nostro bisogno di amore cresce in maniera così consistente che, per essere sicuri di riuscire a soddisfarlo, ci convinciamo di dover esser perfetti agli occhi degli altri, per avere almeno il loro di amore.  Saremo così desiderabili, che non potranno fare a meno di amarci! Tutte menzogne grandissime, rivendicate dalle nostre parti psichiche, che giudicano, pesano, condizionano, impongono di fare una cosa per ottenerne un’altra. Stando così le cose, com’è lontana la prospettiva di amare noi stessi e di essere amati!

La verità della ferita

Sono tante le verità, che teniamo nascoste a noi stessi e che tengono in piedi un mondo interiore fatto di nemici, persecutori, rabbia, pretesa, bisogni frustrati che attendono giustizia. Una verità con la quale familiarizzare è che dentro di noi c’è una parte piccola, non cresciuta, ferita e in lacrime. Esiste, possiamo ascoltarne il lamento, se prestiamo davvero attenzione, se rinunciamo ad usare la nostra creatività per imbavagliarla. È quella parte che porta con sé storie, che vengono da molto lontano, e per questo è tanto arrabbiata.

Una nuova verità: accoglienza

Se non impariamo a riconoscerla e ad accoglierla, senza identificarci con essa, continuerà ad imporsi, perché sa gridare molto forte dal dolore che prova. Dobbiamo imparare a prendercene cura noi, se non vogliamo che renda impossibile la relazione con l’altro, che renda inconsistente la possibilità che essa si fondi sull’amore piuttosto che sulla pretesa e sulla rivendicazione. Il bambino ferito che c’è in noi non sa amare e non desidera un amore fondato sulla libertà. Quel bambino ferito vuole essere risarcito e pretende da chiunque incontri sulla propria strada una devozione totale. Richieste esasperate, figlie di un bisogno rimasto inosservato, che innescano nel destinatario di turno il desiderio di fuggire. Richieste esasperate, destinate perciò a restare eternamente inevase. Dobbiamo prendere coscienza delle attese di amore frustrate e perdonarle, se vogliamo smettere di subirle e divenire capaci di aprirci all’amore. C’è una verità, relativa a ciò che si muove dentro di noi, per lo più negata, camuffata, aggredita. Possiamo allora fare a noi stessi il dono di porci con umiltà nei confronti di questa imprescindibile, pur se scomoda, verità.

Verità del cuore

Possiamo riconoscere la nostra paura a sostenere il confronto con le fragilità che ci appartengono, ma possiamo altrettanto riconoscere la libertà, che abbiamo di affrontarla a viso aperto, per uscirne e liberarcene. Questa è una nuova, buona verità a cui affidarsi! Anche il senso di separazione, di solitudine, di insuperabile diversità dall’altro possono essere smascherati, se ci poniamo l’amore come obiettivo. Da qualche parte dentro di noi abbiamo tutti fatto esperienza dell’unione con gli altri. Abbiamo tutti provato la sensazione di essere uniti al resto del mondo, sperimentando un appagante senso di appartenenza. Abbiamo certamente in qualche occasione sentito di essere parte del tutto, provando per questo sollievo e gratitudine. C’è sicuramente stato un momento nella nostra vita, di cui conserviamo ancora memoria, in cui abbiamo realizzato che percepire noi stessi come soli e separati dal mondo è una bugia. Una bugia pronunciata da quella parte affamata di amore, bisognosa di riconoscimenti perpetui, piena di pretese.

La nostra libertà

Se è così, allora tutti noi, prima o poi, nella nostra vita abbiamo sperimentato la possibilità di andare oltre la dimensione egoica, la possibilità concreta di darci la libertà da essa. In quell’oltre siamo stati capaci di creare lo spazio dove è possibile incontrare l’altro, rinunciando a manipolarlo, a valutarlo, a cambiarlo, ma essendo pronti ad accoglierlo nella sua essenza e unicità. Se l’abbiamo fatto una volta, possiamo certamente farlo ancora. L’amore libero è materia per persone adulte. Se ambiamo a sperimentarlo nella nostra esperienza di vita, dobbiamo allora decidere di crescere, senza se e senza ma. Tutti abbiamo il potere di affermare la verità, capace di aprirci alla possibilità di amare ed essere amati: siamo più coraggiosi delle nostre paure, più liberi dei nostri bisogni, più saggi della nostra rabbia, più gentili delle nostre pretese. Siamo decisamente migliori di quanto noi stessi crediamo di essere. Dobbiamo solo imparare a crederci e a fondare le nostre scelte su queste verità spirituali.

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