non si può scappare dalla propria storia

La Cosmo-Art e il senso della vita

Non si può scappare dalla propria storia

Non si può scappare dalla propria storia. Tutto ciò che, evitandolo, non affrontiamo oggi, probabilmente lo ritroveremo domani. Per quanto l’evitamento o la fuga possano sembrare uno strumento di immediata risoluzione nonché una strategia difensiva che spesso si ha la tendenza ad adottare nelle situazioni difficili, bisogna però fare attenzione. Perché in realtà, la fuga, se agita quotidianamente, può divenire improduttiva e portarci fuori strada.

Crediamo di trovare conforto e sicurezze altrove, ma altrove, lontano dalla nostra storia e soprattutto da noi stessi, non troveremo le risposte di cui necessitiamo. Difficoltà ostacoli, dolori, non vanno rifuggiti, piuttosto accolti come possibili opportunità verso un potenziale cambiamento.

“Dice il “Manifesto della Cosmo-Art” che il dolore serve per creare e non per espiare. Per creare il passaggio da un’identità grezza a una identità sempre più evoluta”. Da “Ipotesi su Ulisse”, A. Mercurio.

Affrontare la propria storia, per non scappare

Affrontare la propria storia, senza scappare, senza ricercare inutili scappatoie che ostacolano la possibilità di forgiare il nostro carattere, alla ricerca delle risposte di cui necessitiamo. Le risposte le troviamo se al contempo troviamo il coraggio di guardarci dentro. La nostra storia va affrontata, imparando pian piano a dare un nome alle emozioni, passate e presenti. A comprendere l’origine di quel dolore così grande, di quella reattività che agiamo quotidianamente e che ci logora l’anima. Altrimenti ovunque andremo, avremo bisogno di continuare a fuggire. Rimandare, posticipare.

E la fuga è come un pagamento dilazionato: ci sono sempre degli interessi da pagare. In che senso? Nel senso che più rimandiamo, più fuggiamo e più il mostro che è in noi e che ci perseguita diviene grande.

Se si vogliono raggiungere le stelle, e si desidera godere della ricchezza della vita e dell’universo, certamente non si può scappare dalla propria storia.

Appuntamento con la verità, non si può scappare dalla propria storia

Quindi, più che scappare dalla propria storia, sarebbe opportuno riflettere per non lasciar nulla in sospeso. Guadagnare il tempo necessario per divenire più forti e per comprendere ciò che determina in noi il desiderio di scappare. Si scappa perché si ha paura. La paura di affrontare ciò che è dentro di noi, il nostro dolore, le nostre ferite.

Paradossalmente si può scappare da tutto e da tutti. Dalle regole, dagli ostacoli, dal lavoro, dalla famiglia, dalla scuola. Si può fuggire dalla paura ed ancora, dalla solitudine, dall’insicurezza, dal vuoto. Si può scappare persino dalla gioia dal godimento e dall’amore. Ma una cosa che non riusciremo mai a compiere, è proprio la fuga dalla propria storia e dalle tante verità in essa nascoste. Prima o poi, si presenteranno a noi. Prima o poi, dovremo farci i conti. Non si può scappare dalla propria storia né da sé stessi.
Come potremmo mai realizzarci e realizzare i propri progetti, se continueremo a scappare?

Realizzare i propri progetti

Per raggiungere i propri obiettivi, è necessario sviluppare resilienza e sottoporsi ad intensi allenamenti. Allenarsi agli ostacoli, alle difficoltà e fortificarsi, proprio come fanno i grandi atleti. Con sacrificio, con coraggio, con passione e con estremo amore. Per sé stessi e per ciò che si tenta di realizzare. Anche quando a volte proprio non se ne ha voglia. Anche quando bisogna stare ore ed ore davanti allo specchio a ripetere lo stesso movimento. Incessantemente.

Un mirato ed attento stile di vita, consapevole e determinato, per affrontare con disciplina, un allenamento quotidiano alla crescita, alla costruzione della propria identità, ricercando costantemente il raggiungimento dell’obiettivo. Dietro ogni grande obiettivo, vi è senz’altro un importante progetto da realizzare.

Atleti agonisti, possono ben affermare, che se ci si allena con impegno, con costanza, sacrificio e amore, i risultati che si possono raggiungere sono davvero sorprendenti. Questo ci dona la possibilità di aprirci al godimento e alla gioia di vivere. Così l’obiettivo, elemento indubbio di grande valore, viene raggiunto e superato dalla ricchezza ricavata del percorso fatto e dalla bellezza che possiamo percepire in noi stessi, nel nostro agire.

Costruire solide fondamenta

Sin da bambini, impariamo a progettare. Ad esempio, nelle calde sere d’estate, ci siamo tanto divertiti a realizzare castelli con le carte da gioco. Carta dopo carta, azione dopo azione. Ma!?! Bastava un piccolo movimento o un sospiro profondo per mandare tutto in aria.
Si restava immobili per qualche istante a guardare tra le macerie, quelle carte grigie, sparse su quella tovaglia di plastica a quadri bianca e blu. Ma non ci si è mai persi d’animo. Infatti, la mattina seguente, lungo mare, si ricominciava con i castelli di sabbia. Anche qui, ecco che un’onda, si porta via tutto.

In fondo cosa si può pretendere? I castelli con le carte o quelli di sabbia, per quanto siano divertenti da realizzare, sono privi di fondamenta. Facilmente crollano. Non hanno una struttura solida che possa sostenerli. Non sono stabili. Senza dubbio le fondamenta sono un elemento determinante da realizzare e grazie a queste, possiamo costruire poi qualcosa di altrettanto forte e stabile. Quando la struttura diviene solida, poiché ben progettata, possiamo realizzare attorno ad essa nuove strade, giardini, ponti dove prima nulla poteva esistere.
Tuttavia, progettavamo, realizzavamo ciò che desideravamo e soprattutto, ci divertivamo ingannando l’attesa.

Una simpatica esperienza

Ma quale attesa? L’attesa necessaria per realizzare il nostro più grande progetto estivo: il bagno al mare! Ehh … Era dura la vita in spiaggia, da bambini: ci dovevamo guadagnare proprio tutto! Dal bagno al mare, al gelato, al giro in pedalò! Ma la cosa davvero difficile, per me, mia sorella e le mie cugine, era convincere i genitori, i parenti, gli amici dei genitori e i vicini di ombrellone per fare il bagno al mare. Tuttavia, ogni giorno, dopo quasi tre ore di faticosissimi tentativi, all’ennesima domanda “possiamo fare il bagno?” arriva puntuale la solita risposta: “Chiedetelo al Sor Marcello”.

Quindi quotidianamente, con grande resilienza, senza darci mai per vinte, passavamo dal rifiuto del “Signor No” per il quale era sempre troppo presto, all’indecisione del “Sor Tentenna” sempre titubante e pauroso, sino ad arrivare al “Sor Marcello”. Un simpatico “giovanotto” con il cappello da marinaio che decideva le nostre sorti e ci intratteneva in chiacchiere nell’attesa che le lancette dell’orologio segnassero le ore 11:00.

A quel punto, il pensiero ricorrente della sera era: “Se domani il Signor Marcello non viene in spiaggia, chi ci autorizzerà a fare il bagno in mare?”.

Insomma il bagno in mare era il nostro primo obiettivo e quello più difficile da raggiungere. Insieme rispettavamo (più o meno) regole e tempi ed insieme godevamo poi della gioia per il meritato traguardo. Tanti erano gli ostacoli e le difficoltà, ma l’amore e la fiducia incrollabile, hanno sempre fatto la differenza nella realizzazione del progetto. Le profondità marine per noi erano davvero irresistibili!

Ad ogni modo, una volta in acqua, l’obiettivo era raggiunto! E in acqua, diventavamo tutti sordi perché di uscire, proprio non ne volevamo sapere! Viva la gioia e il divertimento! … Ed oggi? …

Liberi di ritornare a noi stessi

Oggi, il suono della risacca, come battiti di cuore, riporta emozioni alla memoria. Spumose onde si arricciano al soffio del Maestrale. Si infrangono sulla riva, abbracciano la Terra portando in dono la ricchezza della Vita. Pensieri danzano nell’Universo, che generosamente li contiene. Si rincorrono l’un l’altro, come bolle di sapone. Incontrano ricordi e storie antiche.

Il passato ci appartiene, non si può scappare dalla propria storia. Tuttavia, nuovi sguardi all’orizzonte disegnano nuovi progetti: siamo liberi di perdonarci e di amarci per costruire ancora tanta bellezza intorno a noi.

Probabilmente lo abbiamo fatto, probabilmente lo faremo ancora, ma siamo sempre anche liberi di decidere di ritornare a noi stessi e ricominciare una nuova storia.

 

“Puoi fuggire da tutto ma non da te stesso per sempre,

devi fare ritorno e riuscire ad amarti”. C. G. Jung

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