Onnipotenza : Lascia fare a me che tu non sei capace a fare niente

Lascia fare a me che non sei capace a fare niente!

Quanto ci appartiene l’onnipotenza?

Cosmo-art e i figli

L’onnipotenza è quella componente che spesso ci fa dire o pensare: lascia fare a me che non sei capace a fare niente!

Ci sentiamo più bravi degli altri e pensiamo di saper fare le cose nel modo migliore. In famiglia questo modo di pensare spesso lo rivolgiamo verso i figli, verso il partner. Non ci fidiamo delle persone più vicine a noi. Per contro ci lamentiamo spesso che facciamo tutto noi, siamo stanchi, affaticati. Vorremmo essere aiutati dagli altri…ma…

Quando riceviamo qualche aiuto dall’esterno non ci va bene, perché deve essere fatto nel modo che noi riteniamo perfetto e universalmente più giusto. Le cose vengono bene solo se si fanno a modo nostro. Ma questo è impossibile!

Questo atteggiamento si definisce di onnipotenza. Si tratta di pensieri e comportamenti pervasivi che ci spingono a voler controllare tutto. Vogliamo avere sempre la situazione sotto il nostro vigile controllo. E’ una forma di potere che ci logora e che compromette tutte le nostre relazioni. Con la conseguenza che questo tipo di pensieri ci porta ad isolarci dagli altri, a lamentarci di continuo perché le cose non vanno come noi vorremmo e come ci aspettiamo. Non siamo mai contenti e soddisfatti e la colpa e sempre degli altri.

Convinzioni e credenze

Immaginiamo di avere uno specchio davanti. Guardiamoci dentro, profondamente, e vediamo se riconosciamo appartenerci tali atteggiamenti. Quando fa parte dei nostri pensieri la frase: lascia fare a me che non sai fare niente le nostre vite sono molto occupate da un grande carico fattivo ed emotivo.

Siamo persone abituate da sempre a farci carico dei problemi, dei conflitti non solo nostri, ma anche altrui. Abbiamo la giornata piena di impegni. Che si dipana tra risolvere un problema al lavoro, occuparci delle incombenze domestiche, pensare ai figli.

La prospettiva di sentirsi esseri perfetti e più capaci di altri ci induce a caricarci di responsabilità, impegni, doveri e spesso anche di dare disponibilità non richieste. Intendo di offrire aiuti a chi non ce li chiede.

Ci sentiamo più capaci di reggere lo stress, più forti, mai vulnerabili. Ma allo stesso tempo non siamo capaci di dire dei NO. Ciò vuol dire che è molto probabile che non sappiamo riconoscere i nostri bisogni e i nostri limiti.

Questo modo di pensare si genera nella convinzione o nell’errata credenza che il pensiero equivalga all’atto, e che ciò che si pensa si realizzi in modo assoluto. Quanta fatica…quanto abbiamo da fare…un bel problema, non trovate?

E’ un problema per la persona che si sente onnipotente ma anche per chi gli sta accanto. Soprattutto per chi si trova a condividere una vita insieme. Ovvero vive con lei o con lui e si trova nella posizione di marito, moglie, figlio/a.

Onnipotenza: una prigione dell’assoluto

Vivere in questo modo, in realtà, non ci fa stare bene. Spesso ci sentiamo obbligati a svolgere tutti i nostri doveri. Non riusciamo a sottrarci a queste leggi dettate dal mondo dell’assoluto che ci pervade e che ci siamo costruiti.

Non abbiamo né tempo né riconoscimento per noi stessi. La conseguenza è che ci vogliamo poco bene e ci annulliamo completamente per andare in soccorso degli altri.

Condurre una vita in cui c’è un forte squilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve può portare ad un collasso emotivo. Questo può riguardare sia il nostro benessere mentale che il nostro stato di salute fisico. Il corpo che è il nostro saggio protettore e potrebbe iniziare a darci dei segnali. Con messaggi da decifrare che si traducono in sintomi di vario genere. Che rivelano tutta la verità sul nostro modo di pensare e di vivere. Probabilmente stiamo esagerando!

Lascio fare anche agli altri perché non è vero che non sono capaci

Cambiare la rotta è possibile. Prendendo la decisione di amarci possiamo iniziare a mollare sul controllo e ad affidarci anche agli altri perché non è vero che non sanno fare niente.

Abbiamo bisogno di accettare che non possiamo fare sempre tutto noi. I nostri cari sono capaci, semplicemente possono occuparsene in modo diverso. Lasciamogli lo spazio e la possibilità di crescere.

Prendiamoci del tempo, uno spazio per provare a fare ciò che ci piace. Iniziamo ad ascoltarci per capire come stiamo, com’é andata la nostra giornata.

Staccare dalle abitudini quotidiane rompe la routine che ci siamo imposti, ma anche quel circolo vizioso che ci porta a reiterare sempre gli stessi atteggiamenti.

In tal modo ci riapproprieremo delle nostre migliori energie e del nostro essere, per stare bene noi per primi. Non si tratta di egoismo ma di ricercare il benessere personale. Perché se stiamo bene noi, staranno bene anche le persone che ci sono vicino.

I nostri buoni pensieri

Possiamo spostare i nostri pensieri mettendo al centro l’assunto che non siamo perfetti e non possiamo pretenderlo né da noi, né tantomeno dagli altri. La vita non può andare sempre come vogliamo noi. Anche se ci impegniamo molto, non possiamo avere potere su questo. Sono energie sprecate!

Pertanto se non desideriamo isolarci proprio dalle persone a cui vogliamo più bene possiamo trasformare il nostro comportamento partendo dal rifondare rapporti e relazioni basate sulla fiducia e non più sul controllo e sul potere.

Impariamo a conoscerci perché oggi abbiamo riconosciuto la nostra onnipotenza. Se siamo tolleranti nei nostri confronti impareremo ad esserlo anche con gli altri. Sarà sempre molto più importante prendere consapevolezza dei nostri bisogni oltre che di quelli altrui.

Uno dei nostri bisogni è quello di iniziare a vedere i nostri limiti, le nostre vulnerabilità che non sottraggono valore alla nostra persona. Non dobbiamo dimostrare di essere forti  perché siamo un valore a prescindere di quello che sappiamo fare.

Talvolta ci sbagliamo perché siamo esseri meravigliosi, ma sicuramente imperfetti. Imparare a scusarsi e a riconoscere il nostro atteggiamento onnipotente rappresenta una risorsa costruttiva ed un esempio di inestimabile valore.

Cresco e lascio crescere: voglio abbandonare l’Onnipotenza

Non sarà un percorso veloce abbandonare la nostra onnipotenza. Né semplice da intraprendere perché per ogni cambiamento di rotta dei nostri schemi mentali c’è bisogno di tempo e di lavorarci con impegno e determinazione.

In tal modo possiamo ritrovare un benessere psicofisico e tornare a essere autenticamente esseri umani che si sbagliano e che sono capaci di accorgersene e di manifestarlo con coraggio agli altri.

Il dono maggiore che ci facciamo sarà quello di diventare raggiungibili, contattabili verso chi amiamo. Per stabilire relazioni d’amore autentico che ci permetteranno di crescere e di far crescere anche chi ci è vicino e di essere persone che sanno amarsi, amare ed essere a loro volta riamate come ci dice A.Mercurio.

Questo ci rende dei veri super eroi coraggiosi e che hanno fiducia nella vita e negli altri!

 

 

 

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