La Cosmo-Art e il Senso della Vita
Il coraggio di amarsi anche nella imperfezione
Il coraggio di amarsi anche nella imperfezione. La vita non è perfetta, noi non siamo perfetti. La perfezione è un ideale che illude, la vera ricchezza è nell’imperfezione. Altrimenti la tensione al cambiamento, al miglioramento e alla trasformazione non avrebbe luogo di esistere. La vita, così come l’uomo, è in continuo divenire.
Accogliere noi stessi, l’altro, la vita stessa e ciascun elemento esistente, nelle proprie imperfezioni equivale a compiere una capriola di coraggio verso la libertà e la creatività. Equivale a compiere un gesto di amore per noi stessi. Solo quando riusciremo a comprendere che tutto ciò che ci circonda è straordinariamente imperfetto, potremo uscire dall’impotenza, dalla svalutazione e dall’inadeguatezza. Il vero salto quantico, lo facciamo se riusciamo ad accogliere, amare ed onorare una vita imperfetta.
Il coraggio di amarsi anche nella imperfezione. Solo quando capiremo ed accetteremo che la vita non solo non è perfetta ma non va neanche come vorremmo noi, riusciremo a rinascere anche a nuove identità. Ad uscire dalla pretesa e dal lamento.
“Siamo perfetti, nelle nostre imperfezioni”. Paul L. Hewitt
La perfezione e il suo illusorio ideale
Spesso ci si domanda: come mai corro, corro, corro, eppure a quella perfezione non solo non sono mai arrivata, ma si allontana sempre più da me?
La perfezione. Nel libro della Metafisica ce ne fornisce definizione Aristotele. Ovverosia, è definibile perfetto ciò che è completo; ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore; ciò che ha raggiunto il suo scopo.
Allora mi domando: “Questo può esser vero per tutti e per nessuno? Poiché ciò che è perfetto per me, per un altro non lo è!”. Allora la perfezione non è oggettiva, ma soggettiva? Forse è solo un attraente ideale, oltretutto irraggiungibile?
Tuttavia, perfezione, è un termine che invece ci appartiene profondamente. Pensate, mentre scrivevo questo articolo, mi ha scritto un caro compagno di viaggio, chiedendomi cosa stessi facendo. Gli ho risposto senza pensare: “Sto perfezionando il mio articolo”. Ci è scappata una ricca risata. Mi sono resa conto quanto questo ideale sia ben radicato dentro di noi.
Tuttavia, Aristotele afferma anche: “Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono”.
Credo che la perfezione sia la più grande delle illusioni. Non esiste in sé ed in senso assoluto. Probabilmente non esiste neanche un criterio universale che stabilisca quali possano essere considerati “canoni di perfezione”.
E’ qualcosa di astratto, sfuggente e probabilmente soggettivo a cui quotidianamente tuttavia ci appelliamo per riempiere un grande vuoto nel tentativo di soddisfare il nostro bisogno di amore e di riconoscimento. Riconosciuti dagli altri, ovviamente, non riconosciuti da noi stessi.
Non è altresì di conforto la nostra capacità di interiorizzare e perseguire, costi quel che costi, quegli standard culturali che rappresentano un metro di paragone attraverso cui ci sentiamo più o meno adeguati. Ed ecco partire quel braccio di ferro tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere, secondo gli altri, appunto. Insomma, non siamo mai neanche lontanamente abbastanza perfetti. Così l’inadeguatezza e la paralisi esistenziale irrompono come un fiume in piena nella nostra esistenza, travolgendo tutto ciò che strada facendo incontrano.
Il coraggio di amarsi e di accogliere la ricchezza dell’imperfezione
Facciamo cose improbabili, pur di essere perfetti amabili prestanti, i migliori. Non solo superlativi ma anche assoluti. Al massimo grado, ma quel grado che non ha nè limitazioni né confronti. Che fatica. E poi? Pura illusione. Perché probabilmente è perfetto ciò che ci fa stare bene ed essere felici, ciò che ci conduce a realizzare la nostra missione, la strada che conduce ad amarci autenticamente ed incondizionatamente con tutte le nostre straordinarie imperfezioni.
E se proprio devo collocare il termine perfezione nella mia vita? La perfezione forse può esistere dentro di me in termini di trascendenza, come spinta sana evolutiva; probabilmente quando riesco a vivere in accordo con i valori che mi do e che mi accompagnano in una ricerca di senso della vita. Se proprio devo parlare di perfezione, preferisco immaginare che questo, sia il suo significato intrinseco.
Ma in ogni caso, le nostre evoluzioni, non nascono invece che dall’imperfezione. E’ proprio l’imperfezione, che con i suoi doni, ci racconta ciò che possiamo cambiare, ricercare, approfondire, trasformare. Se fossimo perfetti cosa avremmo da fare? Passeremmo la vita a girarci i pollici.
Il filosofo, matematico e scienziato Gottfried Wilhelm Leibniz, riflettè molto a proposito della perfezione; egli credeva che il mondo fosse il migliore tra i mondi possibili, ma non pensava che esso fosse perfetto.
Il coraggio di Amarsi anche nella imperfezione
Siamo in grado, malgrado i tanti assolutismi ai quali da sempre siamo sottoposti, di accettare l’imperfezione? Il fallimento, l’errore, la critica. Riusciamo a trovar il coraggio di amarci anche nell’imperfezione?
Accettiamo l’imperfezione, concediamoci il lusso di essere imperfetti, di sbagliare, di dimenticare, di ritardare, almeno una volta nella vita. Allora forse ci renderemo conto di quante corse affannate a vuoto, quante energie inutilmente spese, a quanti doppi salti mortali con triplo avvitamento e violenze, ci siamo inutilmente sottoposti. Siamo perfetti? Non lo siamo, tuttavia nessuna catastrofe si avvista all’orizzonte.
Secondo L’Antropologia Personalistica Esistenziale, la vita non è perfetta ma ha il compito di creare una nuova forma di vita che ancora non esiste in questo universo. Per far ciò vi è bisogno dell’uomo, dell’arte, del dolore e della bellezza per realizzare l’immortalità.
L’arte trasforma la materia e crea una nuova forma di vita non biologica che una volta creata non muore più. L’uomo è l’unico essere vivente che, anche attraverso l’arte, può confrontarsi con il dolore, superarlo e trasformarlo. Senza il superamento del dolore non si crea nessuna opera d’arte immortale.
Pieni di regole, rigidità, del senso del dovere assoluto. Questo ci rende incapaci di godere dei doni della vita. Liberiamoci!!! Ma questo è possibile solo accettando ed accogliendo l’imperfezione come punto di partenza di crescita e trasformazione, conformandoci solo a quello che è il nostro di modello esistenziale. Ogni imperfezione è una potenzialità da sviluppare ed una possibilità per amarsi ancora un po’ di più.
“Non c’è luce senza ombre e non c’è pienezza psichica senza imperfezioni. La vita richiede, per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza. Senza l’imperfezione non c’è progresso, né crescita”. Carl Gustav Jung
Siamo unicamente Noi, con la nostra storia, la cui immagine, racconta luci e ombre, macchie e colori. E non esiste nell’universo intero una immagine uguale. E’ unica e imperfetta, per questo un’opera straordinaria di grande valore.
Siamo autenticamente Noi, così speciali, sole se siamo straordinariamente imperfetti.
Siamo autenticamente Noi, se troviamo il coraggio di amarci felicemente come esseri umani e imperfetti nella nostra straordinaria indiscutibile unicità.
Dedicato ad una immensa Artista della Vita. Le sono grata per la straordinaria proposta, di accettare che la Vita non va come vorremmo noi, poiché ogni elemento imperfetto, può rappresentare grandi opportunità di crescita e di evoluzione. Ho scoperto così le mie meraviglie accogliendo le meraviglie dell’imperfezione, la gioia del godimento, la leggerezza della libertà, la Bellezza bizzarra della vita.
Felice imperfezione a tutti!