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Uscire dalla pretesa di riconoscimento

Uscire dalla pretesa di riconoscimento, è un passaggio che richiede una capacità di ascolto profondo e di approfondimento interiore tutt’altro che immediato. Per riconoscere la nostra capacità di attivare un meccanismo pretenzioso teso a stimolare un riconoscimento, dobbiamo imparare a conoscere la nostra storia e l’origine della nostra ferita primaria. Probabilmente di rifiuto.

Il riconoscimento è un tema rilevante. La chiave che determina lo sviluppo della sicurezza della persona sin dal concepimento e che nella vita dell’uomo quindi ha origini antiche.
La pretesa di riconoscimento nasconde un bisogno esistenziale, imprescindibile. Il bisogno di essere approvati, accettati incondizionatamente. Fondamentalmente il bisogno di amore. Amore incondizionato, che prevede il riconoscimento della nostra forma più autentica. Per come siamo realmente, non per come il mondo esterno vorrebbe che fossimo.

Se desideriamo scrivere una nuova storia, dobbiamo prendere una decisione: uscire dalla pretesa di riconoscimento, auto-riconoscendoci.

Dalla pretesa alla decisione di uscire dalla pretesa di riconoscimento

Lo scegliamo noi in che relazione siamo con l’altro, per vivere la soggettività o l’identità che ci siamo dati nel tempo. Certamente l’altro non è qui per soddisfare i nostri bisogni. Tuttavia, ci fa da specchio. Chiaramente, se noi per primi non siamo in grado di riconoscere il nostro valore, allora tenderemo a pretendere che sia l’altro a farlo per noi. Riusciamo a ri-confermarci in ogni occasione solo attraverso l’altro.

Non c’è nulla di male, nel ricercare saggiamente il riconoscimento altrui. Insomma fa piacere a tutti un complimento, o parole di stima che accrescano il nostro valore, purchè la ricerca non diventi disfunzionale. Purchè non si agisca, solo per soddisfare quel bisogno divenuto dipendenza.

Ma la pretesa trascina con tutta la nostra insicurezza, che emerge proprio quando la pretesa non trova risposta. Ecco allora arrivare la frustrazione, la rabbia il vittimismo, la depressione, addirittura l’isolamento.

Probabilmente dobbiamo imparare a separarci da qualcosa che ci porta fuori asse e che ci castra la vita. Il “non vado bene” ci porta a mettere in atto veri e propri aborti nei progetti di vita, poiché non solo ci conduce a farci fuori ma ci porta a far fuori tutti. Si innesca una volontà suicida e una omicida.

Quale decisione possiamo prendere allora, per uscire dalla pretesa del riconoscimento? La decisione di imparare a costruire una nuova identità, passando per il superamento di quella ferita antica, ancora così tanto dolorosa. L’uomo è l’unico essere vivente in grado di confrontarsi con il dolore, una straordinaria forza cosmica. Senza il superamento del dolore, non possiamo realizzare alcuna bellezza nella nostra vita.

Dalla morte esistenziale alla vita piena

Come ben afferma il Prof. A. Mercurio, “Il problema centrale dell’uomo non è la morte biologica ma la morte esistenziale e cioè la vita che si consuma nella morte senza generare una vita che sia perenne, come perenne è la vita di ogni opera d’arte”.

Ma di quale morte esistenziale stiamo parlando? Di quella che insidia la nostra vita, di quella morte che ci affliggiamo quando rifiutiamo di riconoscere il nostro grande valore, di riconoscerci come esseri unici e speciali. Quella morte che ci diamo quando rifiutiamo di amarci, di trasformarci di donarci di perdonarci, di liberarci. Ancora, quando rifiutiamo di trascendere il dolore, qualunque esso sia, qualunque sia il trauma, la ferita e la nostra disperazione.

E’ importante, tanto quanto necessario, approcciare ad un percorso di crescita personale.
Dobbiamo riprendere tra le mani il timone della nostra vita ed esserne responsabili affermando con amore arte e saggezza, ciascuno la propria identità, straordinaria opera aperta. Possiamo iniziare col disegnare il nostro volto, così come siamo, meravigliosi e tanto speciali.

Sta per concludersi un ciclo, prepariamoci ad accogliere il nuovo.

Accendi la scintilla dell’amore, ti ritroverai sotto uno straordinario manto di stelle, luci e colori.

Buone decisioni d’Amore a tutti noi e felice Anno Nuovo!

 

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2 COMMENTI

  1. Cara Simona,
    Ti sono molto grata per questo nuovo articolo prezioso.
    Le tue parole piene di amore mi donano forza, fiducia e speranza.
    Siamo unici e speciali con un grande valore dentro di noi.
    Un caro affettuoso abbbraccio
    Federica

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