Luci ed ombre dal cielo

Il 2009 è stato, in politica, l’anno degli scandali, con un clima da bassifondi iniziato con le escort di Berlusconi, proseguito con il caso Boffo (montato ad arte da Feltri ed i suoi) e conclusosi con i trans di Marrazzo. Un annus horribilis che ha rilevato come ci siano fatti privati che investono la sfera pubblica e come, in politica, la distinzione fra l’una e l’altra categoria sia solo manichea e di comodo e, anche, che esistono vicende le quali assumono, attraverso la manipolazione mediatica, connotazioni diverse da quelle reali (mi riferisco al caso Boffo). Ma, soprattutto, è stato l’anno che ha smentito in pieno e del tutto gli astrologi che, nonostante tutto, continuano a pontificare dai teleschermi e sulle più importanti testate giornalistiche. Osserva Massimo Polidoro, segretario del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e spietato e infaticabile analista delle bufale da profezia selvaggia: “Come tutti gli anni, nessun astrologo ha previsto gli avvenimenti più notevoli del 2009.

Per esempio il Nobel per la pace ad Obama, la morte di Michael Jackson, gli scandali in politica, il caso Marrazzo, l’arresto del regista Polanski o l’aggressione di Berlusconi a Milano”. Una volta di più, tutto questo dimostra quanto non sia attendibile chi asserisce di leggere il futuro nelle stelle. Naturalmente, se resta un gioco non c’è niente di male, ma bisogna fare molta attenzione a prendere le proprie decisioni su qualcosa che non solo non ha fondamento scientifico ed ha sempre fallito alla prova dei fatti. Eppure, nonostante tutto, sei italiani su dieci dicono di credere all’oroscopo e ben dieci milioni di nostri connazionali si rivolgono ogni anno, sia pure sporadicamente, a maghi, cartomanti, astrologi, indovini. Le prime critiche all’astrologia risalgono a Lucrezio e Cicerone, ma nonostante la loro autorevolezza non intaccarono la creduloneria del mondo latino. Sappiamo che Tutte le più importanti civiltà antiche hanno dedicato grande attenzione all’osservazione dei fenomeni celesti e sviluppato una propria astrologia. L’astrologia cinese, quella del popolo Maya nell’America Centrale e quella degli antichi Egizi, ne sono fulgidi esempi.

Anche presso i popoli primitivi è esistita una forma di astrologia, certamente meno avanzata rispetto a quella maturata presso le grandi civiltà a causa delle ridotte capacità matematiche, essenziali a definire il movimento degli astri. L’assenza di fonti scritte non permette una conoscenza dettagliata delle tecniche astrologiche praticate dai “popoli della natura”, tuttavia si può dedurre che i principali punti di riferimento astrale fossero il Sole, la Luna, Venere e la stella Sirio, oltre ad alcune costellazioni (i due Carri, Orione, le Pleiadi). La distinzione e la separazione fra l’astronomia e le pratiche astrologiche divenne sempre più chiara e marcata con il progresso del pensiero scientifico, tuttavia alcuni grandi astronomi, su tutti Keplero, non vedevano ancora alcuna contraddizione fra le due discipline. Galileo Galilei, che è noto per essere il padre del metodo scientifico e che, proprio 400 anni fa, alzava a Padova, il primo telescopio verso il cielo (il 2009 è stato l’anno in cui si è celebrato in tutto il mondo questo evento, dichiarato Anno Internazionale dell’Astronomia da Nazioni Unite e International Astronomical Union e con emissione di vari francobolli nel circuito “Europa”), sempre afflitto da problemi finanziari anche seri, arrotondava le magre entrate facendo oroscopi: nella sua contabilità familiare, sono riportati pagamenti ricevuti per oroscopi fatti ad alcuni suoi allievi.

Alla Biblioteca Nazionale di Firenze è conservato un prezioso manoscritto galileiano che raccoglie diverse “carte natali”, ovvero i calcoli astronomici e i pronostici che Galileo volle conservare. Tra questi i più importanti sono il proprio oroscopo e quelli delle figlie. Oggi, tuttavia, sappiamo che l’astrologia non è una scienza in quanto si basa su un sistema di relazioni causali non dimostrato. Inoltre, il campo d’indagine dell’astrologia è limitato agli eventi astronomici interni al nostro sistema di solare e all’influsso da essi esercitato sulla vita terrestre. In questo senso, si può affermare che l’astrologia mantiene una prospettiva geocentrica, mentre l’astronomia, a partire dalla rivoluzione copernicana, non assegna al nostro pianeta una posizione privilegiata nell’universo. Molte sono oggi le critiche mosse nei confronti della astrologia e delle sue “discutibili” previsioni:
– Dal punto di vista scientifico, la critica più importante è che ogni volta che l’astrologia è stata messa alla prova secondo criteri rigorosi e obiettivi, non ha dimostrato alcun potere di previsione.

– Le posizione in cielo dei segni zodiacali risale a vari millenni fa e risulta oggi senza alcune relazione con le costellazioni. Infatti, per effetto della precessione degli equinozi i segni zodiacali dovrebbero essere spostati di almeno un mese all’indietro per essere compatibili col movimento del Sole, e comunque le costellazioni a cui fanno riferimento non portano certo ad una durata uguale per ognuno di essi.

– Una grande costellazione (l’Ofiuco) posta nel bel mezzo dello Zodiaco è del tutto ignorata.

– Una relazione causale tra movimenti celesti e destino delle persone non è mai stata provata.

– Se i pianeti effettivamente influenzano la vita degli uomini, gli astrologi avrebbero dovuto notare da secoli la presenza dei pianeti Urano, Nettuno e Plutone, ben prima che questi venissero scoperti dagli astronomi grazie alle previsioni della meccanica celeste. Inoltre, nel Sistema solare esistono migliaia di corpi minori del tutto ignorati dall’astrologia, anche se alcuni di essi rivaleggiano con i pianeti più piccoli come dimensione: alcuni (come Ganimede, un satellite naturale di Giove) sono più grandi di Mercurio, altri (come Eris o Cerere) sono di dimensioni superiori o paragonabili a quelle di Plutone, eppure nessuno di essi compare in alcun oroscopo.

– Le versioni popolari (come l’oroscopo giornaliero basato semplicemente sulla posizione del sole) sono estremamente riduttive e talmente vaghe da potersi adattare a qualunque persona.

– Se la configurazione degli astri (al momento della nascita) influenza il destino o il carattere di una persona, allora i gemelli che nascono a pochi minuti di distanza dovrebbero sempre condividere lo stesso destino o carattere.

– L’autoriconoscimento nei profili personali forniti dall’astrologia può essere attribuita al cosiddetto Effetto Forer, e cioè la tendenza dell’individuo a credere che una descrizione sia ritagliata perfettamente su misura propria, anche quando essa è formulata in termini molto generici.

Ma c’è anche un’altra posizione, che assolve l’astrologia come arte e censura o condanna i “falsi astrologi” rutilanti su televisione e giornali. Negli atti del suo II Convegno Annuale, svoltosi a ottobre scorso a Genova, Apotélesma, Associazione Culturale per lo studio dell’Astrologia, ha ricordato che l’astrologo deve conoscere i moti del cielo per pronunciare dei giudizi, per saperne cioè interpretare gli effetti e le tecniche più efficaci sono quelle che provengono dal passato, in quanto frutto delle speculazioni di ingegni brillanti, di pensatori che erano insieme astronomi ed astrologi.

Pertanto presentare un volto della disciplina che non è solo quello riduttivo e banale dei media, che confinano – non a caso purtroppo – le previsioni tra una canzone ed un balletto o tra un cruciverba e le previsioni del tempo, è oggi necessario per far comprendere il valore (ed anche i limiti) di quest’antica arte che non è divinitario, ma solo capace di far comprendere le qualità e le inclinazioni personali, in generali o in un particolare lasso di tempo. L’Astrologia è qualcosa di diverso dagli oroscopi segno-solari, tanto generici quanto fuorvianti., perché saper leggere il cielo, il proprio cielo, deve solo aiutare a divenire più consapevoli e a condividere il messaggio che dagli astri ci proviene. Certo si richiedono un approccio scevro da pregiudizi e uno studio metodico e rigoroso. Quindi attenti a non incorrere in un doppio errore: credere a tutte le bufale di pseudoastrologi, ma anche affermare che tutta l’astrologia altro non è che un mero inganno. Lasciamo da parte il folklore ( “i gemelli fanno il doppio gioco e i bilancia sono molto equilibrati…”), e concentriamoci su evidenze oggettive: il periodo dell’anno in cui si nasce effettivamente sembra influire su alcuni aspetti della personalità, sulla salute e sulla possibilità di sviluppare malattie mentali serie.

Sappiamo ad esempio che le persone nate in Febbraio, Marzo e Aprile, nell’emisfero nord, hanno una percentuale di rischio maggiore del 5-10% di sviluppare la schizofrenia. Uno studio del 2006 pubblicato sul prestigioso Britsh Journal of Psichiatry (http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/4955904.stm), condotto su più di 25.000 suicidi in Inghilterra e Galles, ha rilevato che le persone nate in Aprile, Maggio e Giugno hanno un rischio più alto di suicidio del 17% rispetto ai nati in autunno. Allo stesso modo le persone nate fra Aprile e Giugno sembrano avere una probabilità maggiore el 13% rispetto ai nati in altri mesi dell’anno. Nascere fra settembre e dicembre sembra invece avere un ruolo patogenetico negli attacchi di panico. Il mese in cui si nasce non è dunque indifferente, almeno per questi disturbi. Ma come è possibile, su basi biologiche e scientifiche, questi effetti per così dire mensili o stagionali. Le ipotesi sono molte e pubblicate prima (2007) su New Scientist (http://www.newscientist.com/article/mg19325881.700), poi (2008) su Psicologia clinica. Vediamo le più accreditate:

– Agenti virali: Fino a non molto tempo fa l’ipotesi principale riguardava la salute della madre durante la gravidanza. Ad esempio per quanto riguarda la schizofrenia un’influenza virale tipica dei mesi invernali potrebbe intervenire a uno stadio cruciale dello sviluppo cerebrale di un bambino che nascerà a marzo, ma non di uno che nascerà in agosto. Purtroppo, però, uno studio del 1999 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=PubMed&list_uids=10628526&dopt=Abstract) condotto da Stephen Miller dell’ Università della Georgia su 750,000 persone non è riuscito a dimostrare una correlazione fra epidemie influenzali e schizofrenia.

– L’esposizione materna alla luce solare: Per quanto riguarda depressione e suicidio lo psichiatra Emad Salib ha suggerito (http://bjp.rcpsych.org/cgi/content/abstract/188/5/416) che l’ormone melatonina, che regola il ciclo sonno-veglia e che è soppresso dalla luce del sole, potrebbe giocare un ruolo nel predisporre i nati in aprile, maggio e giugno al suicidio. Concepiti in luglio, agosto e settembre riceverebbero livelli melatonina superiori nei mesi, tutti invernali, della loro gestazione.

– Effetto Temperatura: Per quanto riguarda l’anoressia Beth Watkins, ricercatrice sui disturbi alimentari ha suggerito un’ipotesi più sofisticata. Secondo la Watkins le pazienti anoressiche hanno buone probabilità di essere figlie di madri anoressiche (l’8% circa). Le madri anoressiche potrebbero avere molta difficoltà a mantenere un livello accettabile di fertilità, ma fra luglio e settembre, l’alta temperatura potrebbe fornire loro abbastanza energia per restare incinte. L’ipotesi dunque che le nate in maggio-giugno abbiano una probabilità maggiore di sviluppare anoressia va riformulata: le pazienti con predisposizione genetica all’anoressia (perché figlie di donne anoressiche) hanno maggiori probabilità di nascere fra maggio e giugno, perché vengono concepite con maggiore probabilità da luglio a settembre. Questa “ipotesi temperatura” ha ricevuto conferma da uno studio effettuato a Singapore, dove la temperatura di 25° centigradi non varia mai tutto l’anno e dove non è stato possibile riscontrare un effetto del mese di nascita nelle pazienti anoressiche.

– La mancanza di luce e la vitamina D: Lo psichiatra australiano John McGrath si è concentrato sulla mancanza di luce, essendo rimasto intrigato da alcuni dati provenienti da ricerche condotte da altri colleghi. In Brasile ad esempio un ricercatore aveva rilevato un aumento della schizofrenia nelle persone nate tre mesi dopo la stagione delle pioggie e un altro inspiegabile surplus di casi del disturbo si riscontravano in persone di colore emigrate dai propri paesi equatoriali d’origine al nord. In Australia l’incidenza della schizofrenia sembrava variare ciclicamente e in sincronia con il fenomeno climatico conosciuto come El Niño. La mancanza di luce durante la gravidanza potrebbe spiegare tutte e tre queste evidenze e il suo effetto si produrrebbe attraverso la ridotta produzione di vitamina D di cui il feto ha bisogno per sviluppare il cervello.

– L’attivazione genetica: Jayanti Chotai della Umeå University in Svezia (http://www.chotai.org/index.html), partendo dalla considerazione che esistono delle varianti di alcuni geni che predispongono alla malattia mentale, suggerisce che fattori ambientali e climatici relativi alla stagione di nascita, gestazione o concepimento siano in grado di attivare queste varianti, anche se non ha un’idea precisa di quali siano questi fattori e come agiscano praticamente. Chotai ha anche ipotizzato un collegamento fra la stagione di nascita e i livelli di serotonina, dopamina e noradrenalina. Insomma non è del tutto campata in aria l’idea che il mese di nascita influenzi anche caratteristiche di base della personalità attraverso l’espressione o l’attività di geni che modulino determinati neurotrasmettitori, ma è un po’ diverso dall’affermare che i nati ad esempio sotto il segno del cancro (giugno-luglio) amino il focolare domestico o siano inclini al lavoro di gruppo.

Si è infini potuto dimostrare, in uno studio su larga scala condotto un anno fa da Peter Hartmanna, Martin Reuterb e Helmuth Nyborg, che il mese natale influenza il grado ed il tipo di intelligenza (vedi: http://www.elsevier.com/authored_subject_sections/S05/S05_361/misc/PAID_Hartmann.pdf), in modo molto netto e significativo.

In conclusione va posta attenzione e diffidenza per cialtroni che si spacciano per indovini e profetizzano da calcoli astrologi avventati, magari con programmini da computer; ma altrettanto diffidare di chi, facendo di ogni erba un fascio, non distingue il valore e la reale intenzione di un’arte che da millenni conduce ad interpretare e svelare pregi e difetti di noi umani, senza voler nulla anticipare, ma prevedendo i vari tipi di personalità, con lati in luce ed altri in ombra.

Come già affermava l’astrologo siciliano Lilius Firmicio Materno nel IV secolo, non bisogna, quindi, credere a chi dice che il nostro destino sia scritto nelle stelle, che il Sole, la Luna e i pianeti possano influire sulle nostre scelte e sulle nostre vite; si dice che nel cielo possiamo trovare la risposta ai nostri dubbi. C’è invece un’altra, più seria possibilità: invece di rivolgerci alle stelle come oracoli un po’ approssimativi, possiamo interpretarle come una sorta di mappa di noi stessi; elementi che, combinati in infinite varianti, compongono alla fine un quadro unico e irripetibile per ogni essere umano, con tutte le nostre caratteristiche, i nostri desideri, le nostre ambizioni. Ed ecco come gli astri possono veramente aiutarci: non indovinando il futuro, ma fornendoci un’analisi dettagliata della psicologia, delle motivazioni e degli istinti delle persone; non prevedendo gli eventi ma indicandoci i fattori che possono contribuire alla realizzazione di una vita armoniosa e appagante o, almeno, più pienamente compresa.

Letture consigliate:
– Bonomi A.: Trattato di astrologia. Guida pratica alla stesura e interpretazione del tema natale, Ed. Gremese, Milano, 1998.
– Campion J.: Astrologia. Storia e apocalisse, Ed. Astrolabio-Ubaldini, Roma, 2007.
– Cumont F.: Astrologia e religione presso i greci e i romani. Il culto degli astri nel mondo antico, Ed. Mimesis, Milano, 1997.
– Firmicio Materno J.: Ancient Astrology Theory and Practice: Matheseos Libri VIII, Ed. Astrology Clasdics, New York, 2008.
– Firmico Materno G.: In difesa dell’astrologia. Matheseos liber I, Ed. Mimesis, Milano, 1996.
– Marpurgo L.: Lezioni di astrologia, Voll I-III, Ed. TEA, Milano, 2007
– Pesatori M.: Astrologia per intellettuali, Ed. Neri Pozza, Milano, 2008.
– Quacquarelli A.: La sicilianità di Firmico Materno, i suoi ” Matheseos libri ” e la cultura cristiana delle scienze nel IV secolo, Vetera Christianorum, 1988, 25 (1): 303-342.
– Rader E.: Astroterapia. Il codice dello zodiaco per la conoscenza di se stessi, Ed. Salani, Milano, 2009.
– Rotondi Secchi Tarugi L.: L’astrologia e la sua influenza nella filosofia, nella letteratura e nell’arte dall’età classica al Rinascimento, Ed. Nuovi Orizzonti, Roma, 1992.

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