La Cosmo-Art e il counseling

Mi salvo la vita

Il Sé è un salvavita

Mi salvo la vita? Per vita qui intendo la mia vita spirituale, che inizia dalla vita prenatale. Tutte le esperienze fatte dal nostro feto restano dentro di noi, e già da allora non siamo soli, fin dal nostro concepimento abbiamo il dentro di noi, insieme a tutto l’amore e la forza necessari a trasformarci. Possiamo dire che il é il sole della nostra vita, emerge nella misura in cui noi lo sposiamo dentro di noi e nella misura in cui noi saremo capaci di andarlo ad estrarre da “sotto” il dolore, imparando ad ascoltare la sua voce per decidere poi di trasformarci. Possiamo immaginare di essere il frutto del un big bang di una sola cellula, cioè un’esplosione di vita. Il produce un’azione molto importante in questa esplosione e noi nasciamo profondamente in contatto col nostro , ma immediatamente il trauma, che inevitabilmente patiamo giá nella vita prenatale, ci distoglie dal e questo resta sepolto sotto al trauma.

Non voler sentire

Fin dall’ infanzia sentiamo di avere una voce interiore saggia, quasi un’entitá superiore, che fa parte di noi e che, guardando a ritroso nella nostra vita, cataloghiamo come “istinto di sopravvivenza”. Non lo é, si tratta di un salvavita, non solo in senso fisico ma soprattutto in senso spirituale, è una voce dolce e ferma al contempo, che ci indica la strada giusta da percorrere per salvarci. Purtroppo molto spesso non la stiamo ad ascoltare, distratti da mille altre voci che ci sembrano più seducenti e più facili da recepire. Spesso scegliamo di non prendere delle decisioni d’amore per noi stessi, anche se sappiamo, in un angolo recondito del nostro Io, di sbagliare, e se non scegliamo di amarci allora stiamo scegliendo di odiarci e di non vedere l’ odio che abbiamo dentro. Perché l’odio sta lì a ricoprire il nostro trauma primario col quale non vogliamo entrare in contatto.

Mi salvo la vita e divento una stella

Ecco che possiamo cogliere l’opportunità di scoprire nel dolore l’energia per attuare un cambiamento. Questo ci insegna l’Antropolgia Esistenziale e la Cosmo-Art. Possiamo restare intrappolati nella nostra prima ferita o decidere di fare una capriola e riattraversare il dolore. Ci fa paura affrontare questa prova, ma possiamo farlo senza morire. Sì, perché è questa la sensazione di cui abbiamo più paura, quella di essere annientati dal dolore e sentiamo un’angoscia di morte. Antonio Mercurio ci dice che nel dolore c’è “un assaggio della morte”, ma ci dice anche che “è nel dolore che c’è la missione profonda che l’universo ci ha dato”. Possiamo paragonare l’energia contenuta nel dolore all’energia necessaria alla creazione di una stella. La condensazione di una stella porta ad una collassazione verso l’interno, la temperatura sale e si arriva ad un punto critico che provoca una reazione termonucleare. Quando questo punto viene superato, si può arrivare a due risultati, la formazione di un buco nero o quello della nascita di una stella. Attraverso una reazione termonucleare (dolore) noi possiamo decidere di diventare delle stelle per creare bellezza nella nostra vita,oppure implodere e diventare dei buchi neri, accumulando solo dolore e divorando tutte le occasioni che la vita ci offre.

Lasciar andare

E’ il momento in cui il nostro , sempre profondamente in contatto con noi, ci può sostenere e aiutare a sciogliere i nodi della nostra ferita attraverso il perdono, ci può aiutare a lasciare andare, con la mente e con il cuore, conflitti, rabbie e dolori. Possiamo risolvere i nostri traumi in modo sostanziale, ma mai completo. Dovremo continuare sempre a fare i conti con le nostre ferite antiche e con la nostra decisione di voler perdonare. Ora però, con l’aiuto del nostro , abbiamo disinnescato un meccanismo salvifico, abbiamo l’occasione di poter diventare una stella e di brillare con la nostra luce. La bellezza che l’universo vuole da noi è piantata come un seme nel nostro dolore. Se riusciremo a coltivare questo seme potremo realizzare il nostro progetto esistenziale, brillare come stelle e creare bellezza per noi e per gli altri.
Nel è inscritto il progetto autentico della nostra vita. Per poter recepire i messaggi che ci manda è necessario ascoltarsi e far tacere tutte le altre voci che ci parlano contemporaneamente. La prima regola è perciò far tacere tutte le voci e imparare a decodificare i messaggi che ci arrivano….. Dobbiamo imparare il linguaggio del .” (Antonio Mercurio – Le Leggi della Vita)

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