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Condizionamenti e autolimitazioni – come superarli e liberarmene

I condizionamenti che diventano nel tempo autolimitazioni sono tutte quelle informazioni e convinzioni che ci vengono trasmesse da bambini e che acquisiamo come reali.

Pensate a quando si impostano le coordinate su un navigatore: inseriamo il punto di partenza, inseriamo dove vogliamo andare e poi seguiamo la voce guida.
Guai voler cambiare strada! Tutto il tempo bisogna ‘ricalcolare’ il tragitto e la sensazione che proviamo è di sconforto e timore di perderci.
Ecco, le convinzioni autolimitanti vogliono continuamente costringerci lungo un determinato tragitto, che potrebbe invece – ad un certo punto della nostra vita – non essere più adatto a noi.

I condizionamenti della nostra storia

Quante volte ci siamo sentiti ‘definire’ in modo lapidario e senza possibilità di appello: “è una bambina molto timida, speriamo riuscirà a farsi strada nella vita…”.
Oppure abbiamo ereditato modalità ben precise di concepire la vita, il lavoro o il denaro: “bisogna sempre faticare molto senza mai essere riconosciuti!”, oppure “se quella persona ha tutti quei soldi vuol dire che li ha rubati a qualcuno che non li ha!”, ecc. ecc.

Il bisogno di essere amati e riconosciuti ci ha spinto a quel tempo a cercare di aderire al meglio all’immagine che ci veniva proiettata addosso fino al punto di perderci nel bosco oscuro e avere difficoltà ad ascoltarci davvero, a capire chi siamo oggi e quale visione del mondo decidiamo di adottare.

Come ritroviamo la strada?

Per affrontare questo tema dei condizionamenti, bisogna comprenderne la grandezza e la portata: come Neo nel film Matrix o, semplicemente, come quei cartoni animati che indossano occhiali colorati in grado di trasformare la realtà, si tratta di qualcosa in cui siamo da sempre completamente immersi.

Il primo passo, il campanellino d’allarme che puntualmente ci avvisa è rappresentato dal disagio o dolore.

Tutte le volte in cui non ci sentiamo al posto giusto – in una relazione, in un lavoro, in una situazione nuova – proviamo a capire cosa ci farebbe stare davvero bene.

Il dolore è la nostra spia più efficiente, e quando siamo su un sentiero che non ci appartiene, presto o tardi verrà ad avvisarci. Importante è saperlo ascoltare e cercare risposte e percorsi nuovi rispetto a ciò cui siamo abituati da sempre.

Per trovare la forza e il coraggio di rompere vecchi schemi dobbiamo avere sviluppato una sufficiente dose di amore per noi stessi da permetterci il rischio della disapprovazione o di essere noi per primi a non riconoscerci più negli abiti che qualcun altro ci aveva cucito addosso e, nonostante tutto, seguire la spinta e tentare qualcosa di nuovo.

Un altro ostacolo è sicuramente la pigrizia: l’uomo è biologicamente programmato per cercare di ottenere il massimo profitto con il minimo sforzo. Così era di sicuro nelle savane quando le risorse erano minime e il rischio della vita una minaccia costante.

Cosa ci può spingere allora ad andare oltre quella pigrizia legata al basilare istinto di conservazione di energie e risorse vitali?

Il desiderio di darci un’anima, di trascenderci e superare paure e limitazioni nella ferma fiducia che questo ci permetterà di forgiare il nostro spirito e la nostra vita ad un livello superiore, elevandoci ad una dimensione altra nella quale fare della nostra vita, tutta intera, un’autentica opera d’arte.

 

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1 COMMENTO

  1. Non è facile uscire dai nostri antichi condizionamenti, ma tu ci hai indicato la strada. Ci si può riuscire. Grazie Tiziana, per le tue parole sagge e amorevoli.

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