Cosmo-Art e la coppia

La paura del rifiuto nella coppia

L’origine della paura del rifiuto

La paura del rifiuto, più o meno nascosta, ci accompagna per tutta la vita e cominciamo a percepirla fin dall’infanzia. Il compagno di banco cambia posto e non sta più vicino a noi? Il  ragazzo che ci piace si mette con la nostra migliore amica? Il nostro collega ci soffia un incarico prestigioso ignorando la nostra amicizia? Mentre cresciamo la vita ci rimette spesso di fronte a un rifiuto e più che mai ce lo fa rivivere in seguito, nella relazione di coppia. Dove ha origine questa ferita? Anche in questo caso possiamo fare riferimento al rapporto che abbiamo avuto con nostra madre fin dall’inizio, cioè dal nostro concepimento. All’inizio il feto è tutt’uno con la madre e questo anche dopo la nascita fino oltre il terzo mese di vita, ciò vuol dire che vive ogni emozione della madre come se fosse sua. Il primo rifiuto può essere vissuto già nella pancia della mamma, anche solo se questa desidera un maschio invece di una femmina, o perché non vuole questa gravidanza o perché riempie il nascituro di troppe aspettative che non possono essere esaudite. Anche se sono inconsce o inconsapevoli queste richieste vengono percepite dal feto come un rifiuto della sua vera identità. Crescendo lui porterà dentro di sé questa sensazione di rifiuto, di cui forse non sarà consapevole a livello conscio , ma se non riuscirà a sanare questa ferita vivendo un Edipo sereno e condiviso dai genitori, dopo essersi goduto una madre accogliente e donativa, allora porterà inevitabilmente questa ferita nel rapporto di coppia.

Paura del rifiuto e dono

Vivere un Edipo sereno significa aver avuto la possibilità, per la femmina di ricevere in dono il padre dalla madre e per averne potuto godere (in senso metaforico) il possesso nel rapporto. Questo, viceversa, vale anche per il maschio con la madre. Il processo implica grande maturità da parte di entrambi i genitori e richiede loro una profonda capacità di amare e di riconoscere il figlio nelle sue necessità, quelle che gli servono per crescere ed evolvere in modo sano e sereno. Nel caso in cui tutto ciò non sia avvenuto nell’ ambito del rapporto con i genitori, il compito che ci affida la vita è quello di amarci a tal punto da riuscire a sanare noi stessi le nostre ferite, specialmente quella del rifiuto, altrimenti ce la ritroveremo davanti ancora e ancora finché non decideremo di guarire e questo può realizzarsi all’interno del rapporto di coppia.

Paura del rifiuto e proiezioni

Non incontriamo per caso il nostro partner, nella quasi totalità dei casi lo incontriamo anche per risolvere un problema che è il nostro ed in questo ci sarà utile il gioco proiettivo che comunque facciamo su di lui, perché cosi avviene sempre, anche inconsciamente. Proiettiamo nostra madre sul nostro compagno ed abbiamo quindi, se sappiamo coglierla, l’opportunità di cambiare la nostra storia e di sanare la nostra ferita primaria. Le proiezioni sono un aiuto prezioso per conoscere e trasformare parti di noi che altrimenti resterebbero nascoste nelle profondità del nostro Io. E’ importante all’ interno della coppia comunicare quando e come stiamo mettendo in atto la proiezione e già dicendolo siamo a metà dell’opera. Le proiezioni sono come una gabbia che imprigiona la coppia, ma paradossalmente solo accettando di stare consapevolmente dentro la gabbia troveremo il modo giusto per uscirne e per sentirci liberi. Perché la frase “…sei come tua madre” …ci fa tanto arrabbiare? Perché almeno in parte è vera… E’ un processo lungo, profondo e difficile, spesso l’altro non accetta questa realtà, la rifugge proprio perché inconsapevole o perché è sempre più comodo negare, non affrontare le nostre responsabilità e non cogliere la possibilità di un cambiamento, ma se noi riusciremo a governare le nostre proiezioni, a capirne profondamente l’origine e ad usarle con arte e saggezza per trasformare la ferita del rifiuto, noi faremo della coppia un laboratorio privilegiato, come ci dice Antonio Mercurio, per uscirne definitivamente.

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