Cosmo-art e lavoro
Come trasformare una sconfitta, in una vittoria
Arrivare ad una vittoria partendo da una sconfitta è un’arte sublime che può essere imparata. Tutto può succedere nella vita e nonostante le nostre capacità, la nostra onestà, la nostra esperienza pluriennale per l’azienda per cui lavoriamo e per il mondo del lavoro, un giorno potrebbe inaspettatamente capitare anche a noi di sentirci dire “oggi è il suo ultimo giorno di lavoro” e rimanere senza fiato.
Rabbia, frustrazione, vendetta, queste le prime reazioni che potremmo avere, preda del rifiuto e dell’esclusione. Delusione, umiliazione, dolore, queste le emozioni che potrebbero assalirci nel vortice delle paure e farci precipitare nell’immobilismo.
Ma poi, con un po’ di calma, esplorando a fondo il nostro sentire, quanto ancora saremmo voluti restare nel delirio di una società sconclusionata e molto disattenta alle persone? Quanto in balia di un potere malsano, bersaglio continuo di mancanze altrui? E quanto invece avremmo voluto fare un cambiamento, allontanarci da quell’alienazione ed essere liberi di scegliere una nuova identità lavorativa più amorevole per noi?
Nonostante l’eco di questi pensieri è possibile che la posizione di vittima sia la più facile da assumere, giustificati da una responsabilità apparentemente esterna, potremmo relegarci ad un progetto di vendetta infinito, sprofondando nell’impotenza.
Oppure, come ci suggerisce la Cosmo-art, potremmo decidere di trasformare questo vissuto di disagio improvviso e diventare l’artista della nostra vita.
Arrendersi a questa battaglia, accettare di essere tagliato fuori, non significa essere un perdente, significa piuttosto riconoscersi in un momento di preziosa crisi ed avere la possibilità di scoprire un potere sano dentro di noi per trasformare una presunta sconfitta in una vittoria.
Guidati da un profondo amore per noi stessi, potremmo quindi decidere di ascoltare le indicazioni del nostro Sè personale, quella componente dell’essere umano che esiste fin dall’inizio della vita e ci parla da allora, anche se non ne siamo consapevoli, e riconoscere quale grande opportunità la vita ci sta dando in questo momento, quale passaggio di crescita ci sta chiedendo di fare?
Aiutati dal nostro Sé, quella fonte di amore inesauribile che contiene i nostri progetti più belli finalizzati alla nostra soddisfazione piena, che danno senso alla nostra esistenza, potremmo ritrovare le nostre energie e riappropriarci del nostro progetto autentico. Accogliendo con umiltà le sue richieste, potremmo scoprire tutte le capacità trasformative presenti dentro di noi, riuscendo a zittire le nostre paure e le nostre pretese per capire verso quale nuova direzione orientare la nostra vita.
Fare gli artisti della propria vita significa utilizzare tutte le esperienze della vita, quelle belle e quelle meno belle e servirsene proprio come farebbe un pittore che usa tutti i colori della tavolozza, o come uno scultore, che lavora con passione il suo blocco di marmo senza sapere ancora quale sarà l’opera che nascerà, così noi possiamo utilizzare le nostre esperienze per costruire una nuova identità lavorativa ripulita, riordinata, più coraggiosa e più autentica.
Essere artisti della propria vita significa avere la fiducia che possiamo realmente trasformare la nostra vita e fare dei cambiamenti interiori, attraverso la volontà di trascendere gli accadimenti e i fatti reali della nostra vita ed affermando il nostro potere di entrare in un processo creativo e fare una sintesi armonica dentro la nostra vita. Per poter passare dal vuoto e dal dolore di qualcosa che ci è stato tolto ed entrare invece nel pieno del nuovo e del bello che la vita ci vuole dare oggi. Per passare da una modalità aggressiva che un luogo o una situazione ci fa vivere, ed andare alla ricerca di una nuova modalità e di luogo amorevole che la vita ci sta proponendo di sperimentare e soprattutto di meritare.
Queste nuove coordinate interiori ci permettono presto di uscire dal ruolo di vittima ed incamminarci verso la nostra nuova identità, più forti, più centrati, più consapevoli, sapendo ciò che vogliamo fare, ciò che rappresenta il lavoro nella nostra vita e quanto spazio gli vogliamo dare. E magari un giorno ritrovarsi a benedire quelle parole ed essere molto grati alla vita per aver ricevuto in dono l’opportunità di trasformare una sconfitta in una vittoria.
[wl_cloud]