La Cosmo-Art e il Dolore
Affrontare le dipendenze con amore e resilienza
Affrontare le dipendenze con amore e resilienza, è un grande allenamento quotidiano attraverso il quale ogni giorno possiamo consolidare dentro di noi la fiducia incrollabile che affrontare le dipendenze ed uscirne possa realmente accadere. Se lo decidiamo profondamente, probabilmente per ogni dipendenza vi è una possibile risposta di cambio di rotta. Un cambiamento che volge in direzione benessere psicofisico nonché verso il recupero della Bellezza della Vita.
L’estasi, la felicità, la pienezza, la soddisfazione, non ci è data dalle nostre dipendenze, bensì dalla nostra capacità di cogliere la ricchezza, la bellezza dalla vita e dal mondo di cui siamo parte integrante. Sono davvero tante le dipendenze alle quali l’uomo assiste ormai da molti anni. Le dipendenze ci rubano la vita, ci creano un mondo illusorio; la “bellezza” che si contatta è effimera quindi, scattata la mezzanotte, la carrozza si trasforma inevitabilmente in zucca, in bruttezza. Si resta a piedi, tristi, soli, più alienati e dipendenti, più insoddisfatti di prima.
Affrontare le dipendenze: come faccio senza la mia dipendenza
Affrontare le dipendenze. Dipendenti da cosa? Diciamolo, senza paura, tanto non raccontiamo nulla di nuovo: oppiacei, sigarette, cocaina, gioco d’azzardo, alcol, videogiochi, sesso, cibo, shopping compulsivo e … tenetevi forte, oggi anche Internet, cellulare. Studi dimostrano che ogni anno compaiono decine e decine di nuove dipendenze. Abbiamo bisogno di divorare, di riempirci la pancia e svuotare la testa in ogni modo pur di trovare quell’appagamento che dura forse il tempo di un incontro di calcio. Al termine del quale si va in astinenza e si ricomincia da capo. Forse si ha bisogno di riempire l’esistenza, allontanare la sofferenza del vivere quotidiano, o di fornire risposta alla noia, alla depressione al malessere. Si continua con l’idea del “come faccio senza la mia dipendenza” e gli anni passano. Se ne ha bisogno sempre di più, e al tempo che passa non c’è possibilità di REWIND. Perché siamo dipendenti? Perché abbiamo bisogno di soddisfare il più grande dei bisogni … riempire il vuoto che ci appartiene. Che crediamo essere un vuoto. Non avremo mica perso il vero senso della Vita e la gioia di vivere?
E dove finiscono le nostre capacità creative, la capacità di sognare, di immaginare, di credere di poter credere e avere fiducia?
Noi siamo ciò che sogniamo, ciò che esprimiamo con la bontà del nostro cuore; noi siamo il valore che creiamo. Non siamo le dipendenze che dobbiamo soddisfare, non siamo ciò che assumiamo e che al contrario ci rendono tremendamente fragili, insicuri, incapaci. L’insoddisfazione regna sovrana e si ingigantisce a colpo d’occhio.
Come dice il Prof. Antonio Mercurio: “L’uomo è più grande della sua ferita”.
Noi siamo più grandi, ma tanto più grandi anche di tutte le dipendenze che ci rendono esseri insicuri e dipendenti da ciò che ci allontana dalla vita e dalla progettualità che possiamo realizzare.
Ancora dipendenze e condizionamenti
Quelle sopra citate sono solo alcune delle dipendenze cui l’uomo si perde. Ne provo a menzionare qualcuna altra. Ad esempio, il bisogno di onnipotenza. “Chiedete qualsiasi cosa, e vi sarà dato, costi quel che costi”. E le energie si esauriscono dietro al bisogno disperato di riempire il vuoto d’amore. Ancora? Ad esempio, il bisogno di farsi fuori continuamente e di abortire tutti o quasi i progetti che ci diamo. Che si esaurisce con “non lo faccio non ne sono capace, non sono bravo come voi altri”! Così ancora una volta il suicidio, la morte in vita per aver assecondato quel giudice interiore dal quale dipendiamo e che figuriamoci se osiamo contraddire. Ancora, ad esempio, la dipendenza dal proprio partner o da un familiare per il quale ci si annulla e al quale si delega la propria vita. Ancora? Vediamo … eccola … dipendenza dall’ideale di perfezione. “Se non è perfetto sto male, non sono abbastanza bravo”. La perfezione è una illusione, un ideale, ca va sans dire, non esiste. Facciamo il meglio che possiamo e camperemo meglio e più a lungo. Le seduzioni sono davvero molte e potremmo andare avanti all’infinito, mi fermo qui.
Affrontare le dipendenze: uscire dalle dipendenze si può
Affrontare le dipendenze con amore e resilienza. Dalle dipendenze, dai condizionamenti, dalle seduzioni, tuttavia si può uscire. Se lo decidiamo. Ciò vuol dire esserne consapevoli, riconoscerle e poi affrontarle. Con amore, con resilienza, con coraggio e chiedendo aiuto. A professionisti in grado di supportare sia da un punto di vista clinico che psicologico, secondo le dipendenze, il grande passaggio di cambiamento di cui si necessita. Un percorso che porti anche a comprendere quali sono stati i dolori affrontati nella vita, sin da bambini, che hanno poi determinato il radicarsi e lo svilupparsi di una dipendenza. In qualsiasi forma essa sia o si esprima, attraverso il nostro agire. E’ fondamentale arrivare all’origine, divenire consapevoli. La consapevolezza è dolorosa perché è verità. Ma è il faro che quando si accende illumina e rappresenta l’unica via di accesso alla libertà. Libertà dalle dipendenze e dai condizionamenti, dalle malsane seduzioni.
Il vuoto non esiste. Ci si entra credendolo tale, poi aprendo gli occhi, una volta dentro lo si vede pieno di bellezza e con la possibilità di renderlo sempre più pieno e più ricco. Noi siamo creativi e ricchi dentro la nostra anima, più di quanto mai potremmo immaginare. Basta crederci, aprire gli occhi e vedere. Non è vero che non ne siamo capaci. Non è vero che non siamo bravi.
Amati più che puoi, un modo per affrontare le dipendenze
Amati più che puoi, non smetterò mai di dire. La più grande sfida che l’umano può accogliere lungo il viaggio della propria esistenza è incontrarsi con l’amore e farlo proprio. Sceglierlo come guida alla ricerca del senso della vita. Perché l’amore ripara la nostra anima dalle crepe della storia vissuta e ci conduce ad evolverci, a rinascere.
Per rinascere bisogna affrontare la morte, ovverosia lasciar morire quelle parti di noi oggi non più funzionali al pieno sviluppo della propria progettualità.
La morte, ci dice il Prof. Antonio Mercurio (…) è presente in ogni tappa della nostra maturazione interiore. Accettando di entrare nella morte, guadagniamo la Vita, la sviluppiamo e la arricchiamo (…).
La Vita è il dono più grande che ci è stato fatto. La Vita va amata e onorata, costi quel che costi. Lasciamo dietro alle spalle ciò che è stato, ripartiamo … avanti tutta, nuovi orizzonti e progetti straordinari ci aspettano. Crediamoci, ce li meritiamo.
E’ nel cuore di ognuno di noi che si gioca il destino dell’umanità
Prof. A. Mercurio
Dedicato all’incontro con un uomo straordinario, dal cuore buono, al quale auguro la più straordinaria delle rinascite e la realizzazione di una stupefacente progettualità.
Con affetto e stima all’uomo, unico nel suo genere, essere imperfetto, capace di potere decisionale e in quanto tale irripetibile e speciale.