chakra

I Chakra: inizieremo l’analisi dei sette chakra a cominciare dal chakra della radice, cioè il primo, il quale in sanscrito viene chiamato Muladhara che significa, appunto, Radice, Sostegno. Questo chakra è normalmente associato alle ghiandole surrenali, agli arti inferiori, alla colonna vertebrale, all’intestino crasso, ai genitali e al sistema nervoso centrale. Le patologie che può causare il suo funzionamento disarmonico sono: emorroidi, obesità, stipsi, sciatalgia, artrite deformante, anoressia nervosa, gonartrosi, gotta. Rientrano nella sfera di influenza del primo chakra i bisogni primari dell’individuo, relativi alla sopravvivenza. Se c’è un funzionamento eccessivo di questo chakra, sia i pensieri che le azioni saranno orientati alla soddisfazione ossessiva dei bisogni materiali e della sicurezza personale; si vorrà possedere tutto ciò che si desidera, mentre sarà difficile dare o donare qualcosa. Qualora ostacolati si reagirà con aggressività, collera, violenza, sentimenti o modalità che esprimono un atteggiamento difensivo legato alla mancanza di fiducia nelle forze vitali ancestrali; in questo atteggiamento c’è sempre la paura di perdere ciò che dà sicurezza e senso di benessere. Se invece vi fosse un’insufficiente funzionalità, si avrà debolezza e scarsa resistenza fisica ed emozionale. Molte cose verranno vissute con eccessiva preoccupazione, anche se molto banali. L’insicurezza esistenziale, nell’accezione più legata agli istinti primordiali, sarà il problema principale, ci si sentirà come se si fosse perso ogni punto di appoggio. Ogni fatto della vita diventerà insormontabile, per cui si sogneranno condizioni più facili, più piacevoli e meno faticose, generando fughe mentali dalla realtà contingente. Se i chakra superiori si sono sviluppati maggiormente rispetto agli inferiori, si avrà la sensazione di essere “fuori dal mondo”, vivendo profondamente un senso di estraneità e di solitudine assoluta e senza speranza. Se il blocco energetico interessasse anche il terzo chakra, oltre al primo, ci si potrebbe trovare in presenza di anoressia. I cibi utili per attivare o riequilibrare il chakra della base sono le proteine, le carni, noci, fagioli, uova, prodotti caseari.

Il secondo chakra in sanscrito viene chiamato Svadhisthana, che significa Centro Sacrale, è localizzato poco al di sopra del pube ed è associato alle gonadi, ai genitali, ai reni, al basso addome e ai sistemi circolatori. La sua funzione è legata al desiderio, al piacere, alla sessualità, alla procreazione, alla capacità di provare emozioni primordiali non mentali. Le disfunzioni del secondo chakra provocano a livello fisico impotenza, frigidità, patologie dell’apparato genitale, anche a livello lesionale (fibromi, adenomi prostatici, ecc.), dell’apparato urinario e rigidità lombosacrale. Dal punto di vista psicologico un secondo chakra scompensato comporta mancanza di autostima, fobie, panico, ansietà sine causa. Dal punto di vista emozionale, lo squilibrio di questo chakra può condurre alla ricerca ossessiva del piacere, anche e soprattutto a livello sessuale sino all’aberrazione, qualora sia iperfunzionante, ma anche ad una totale chiusura nei confronti della “sensualità” della vita, generando una sorta di anestesia della capacità di provare gioia non intellettuale, qualora sia invece ipofunzionante. Questo chakra si riscontra spesso scompensato nei soggetti di sesso femminile (si tenga presente che la polarità propria di questo chakra, come quella di tutti i chakra pari, è Yin).

Il terzo chakra in lingua sanscrita viene chiamato Manipura, che significa Città dei Gioielli. Esso è localizzato a livello del presso solare ed è associato a fegato, pancreas, stomaco, milza, parte alta dell’intestino e a tutte le funzioni metaboliche e vegetative. Dal punto di vista psico-energetico la sua funzione più importante e relativa all’affermazione personale ed all’esercizio del potere individuale rispetto al sociale ed all’ambiente in generale. Le patologie principali espresse dal terzo chakra riguardano tutte le malattie metaboliche, quali il diabete, le iperlipidemie, le insufficienze epatiche, la cirrosi, le ulcere gastriche e duodenali, i tassi glicemici eccetera, nonché tutte le patologie afferenti ai processi di nutrizione, digestione ed assimilazione. Dal punto di vista psico-energetico è a livello di questo chakra che si generano le forze emotive dirette verso l’ambiente esterno: i sentimenti di amicizia, rancore, simpatia, antipatia, eccetera. Esso è il fondamento della personalità sociale. Il funzionamento disarmonico di questo chakra genererà il desiderio sfrenato di potere, di manipolazione, per poter stravolgere la realtà sempre e comunque a proprio favore; tendenzialmente si potrà notare un atteggiamento iperattivo, il quale viene messo in atto per nascondere il senso di inadeguatezza e vuoto che è causato dalla impotenza a gestire le situazioni di potere assoluto che si pretenderebbe di esercitare. La serenità interiore sarà fortemente compromessa e, ovviamente, sarà primaria la soddisfazione del benessere materiale, sia pure a discapito di qualunque sentimento piacevole, giungendo addirittura a ritenerli indesiderabili e fastidiosi. Il soggetto che soffre di uno scompenso del terzo chakra è portato a perdere il controllo delle proprie emozioni e a sviluppare un atteggiamento fortemente aggressivo, necessario per non permettere agli altri di mettere a nudo la propria pochezza interiore, fatto questo che smaschererebbe i giochi di potere di cui questo soggetto vive, creando una situazione di paralisi energetica che si esprimerebbe come impotenza disperata e disperante; un esempio di questo soggetto sconfitto, può essere data dall’immagine di quelle persone in genere di mezza età, ma sempre più spesso anche giovani, che trascorrono il proprio tempo in attività annichilenti e distruttive, quali il bere, fare uso di droghe più o meno riconosciute come tali e che in genere hanno in famiglia un atteggiamento fortemente aggressivo e prevaricatore. A questi fatti fa seguito una situazione fortemente depressiva. In questo caso il soggetto avrà come obiettivo primario l’essere accettato è benvoluto dagli altri e per raggiungere questo scopo negherà se stesso per conformarsi al modo di pensare delle persone a cui desidera piacere, soffocando e negando completamente i propri desideri ed emozioni; ciononostante, anzi proprio a causa di questo atteggiamento frustrante, aumenteranno le prepotenze e le angherie verso i membri della propria famiglia. Gli alimenti che possono essere utili per riequilibrare il terzo chakra sono gli amidi, le farine integrali e gli zuccheri semplici.

In lingua sanscrita il quarto chakra viene chiamato Anahata, Il non Colpito. Esso è collocato sullo sterno all’incirca all’altezza della linea mediana orizzontale dei seni. Questo centro energetico è associato al cuore, ai polmoni, al timo, agli arti superiori, alla circolazione e al sistema linfatico; le patologie connesse al suo squilibrio sono asma, ipertensione arteriosa, patologie cardiache, patologie polmonari, eccetera. Nel caso di funzionamento disarmonico, sul piano fisico si potranno avere sintomi a livello del torace, quali senso di costrizione, dispnea, aritmie, tachicardia, palpitazioni, asma e via dicendo, senza peraltro avere riscontri oggettivi dalle indagini cliniche. Dal punto di vista psichico ed emozionale si tenderà ad amare gli altri solo in funzione dei riconoscimenti e della gratitudine che questi possono dare in cambio. Qualora invece il chakra fosse ipofunzionante, a livello fisico si evidenzierà un cattivo funzionamento del diaframma, con problemi respiratori e cardiaci, mentre dal punto di vista psichico ed emozionale si tenderà ad esprimere sentimenti di odio e rancore, oppure di freddezza, indifferenza, insensibilità. Anahata, è il centro dell’intero sistema energetico dei chakra, infatti esso collega i tre centri inferiori, di natura fisica ed emotiva, legati alla terra, con i tre superiori più mentali e spirituali, legati al cielo. E’ per mezzo dell’attività armonica di questo chakra che le persone sono in grado di entrare in empatia con tutto ciò che esiste e di coglierne la bellezza e l’armonia. Infatti la funzione di questo centro energetico è quella della capacità di esprimere amore puro e incondizionato. Il quarto chakra è il centro che consente lo sviluppo e l’utilizzo della capacità di trasformazione e guarigione di sé e degli altri. Gli alimenti in relazione a questo chakra sono i vegetali, poiché racchiudono in sé l’energia vitale della luce solare (cielo) e contemporaneamente l’energia vitale che promana dalla terra.

Vishuddha è il nome sanscrito quinto chakra e significa Il Puro, che topograficamente trova collocazione a livello della gola; è associato alla tiroide, alle paratiroidi, alla gola, alle orecchie ed allo sviluppo dello scheletro. Secondo alcuni autori è associato anche ai polmoni ed alla funzione respiratoria. Le patologie fisiche ad esso correlate fanno riferimento alle malattie organiche o funzionali, relative agli organi che governa. Il timbro ed il tono della voce sono manifestazioni delle energie del quinto chakra: tanto più la voce è armonica, piena, rotonda, tanto più questo centro sarà in equilibrio. Le patologie di tipo psichico che fanno riferimento a Vishuddha, sono tutte riferite alla capacità di comunicare, non solo verso l’esterno, ma anche verso la propria interiorità; e tramite questo chakra che si realizza la comunicazione tra mente e corpo, per cui le cosiddette malattie psicosomatiche possono anche essere riferite in varia misura alla disfunzione di questo chakra.

Il sesto chakra è topograficamente localizzato al centro della fronte, circa due dita al di sopra della radice del naso; il suo nome in sanscrito è Aijna, che significa Conoscere, Percepire ed anche Comandare. Questo chakra è collegato alla ghiandola pituitaria, al controllo del sistema ormonale, al cervelletto ed al S.N.C. Le patologie riferibili a questo chakra riguardano i disturbi visivi ed i disturbi del S.N.C. e del S.N.A. Questo centro energetico è importante più che per la sua correlazione con disturbi di tipo fisico, soprattutto per il suo alto significato psichico. Ad esso è correlata la capacità di equilibrio psicospirituale, la corretta percezione di sé in relazione a se stessi ed in relazione all’esistente, ad un livello energetico che possiamo definire intuitivo, sensitivo, quindi oltre la mente; probabilmente è a disfunzioni di questi chakra che si possono far risalire patologie psichiatriche gravi, come ad esempio la schizofrenia. Occorre tenere presente che il sesto chakra viene anche chiamato “terzo occhio”, cioè è quell’occhio non fisico che è in grado di percepire in modo anche oltre il mentale, la realtà più profonda dell’esistenza, sconfinando dal corpo-mente nella dimensione dello spirito. Inoltre, poiché esso e associato alla regolazione di tutti i cicli dei vari piani della persona (fisici, mentali, emozionali, spirituali) occorre fare la seguente considerazione: ogni ciclo è una oscillazione di tipo bipolare, per cui metaforicamente, ma poi neppure tanto, è caratteristica intrinseca del sesto chakra il passaggio dalla luce al buio, anche in senso metafisico; da questo si evidenzia come il “buio dell’anima”, spesso catalogato come depressione o peggio, possa essere riferito alla sua disfunzione.

Il settimo chakra, o Chakra della Corona o Chakra dai Mille Petali, è topograficamente localizzato al vertice del cranio, nella zona del bregma. E’ un chakra non fisico, che si può in buona sostanza definire l’interfaccia tra la coscienza individuale e quella Cosmica, Universale. Non esiste un settimo chakra bloccato, soltanto può essere più o meno “sviluppato”, in relazione al personale cammino spirituale dell’individuo. Non vi sono patologie note e specifiche legate a questo centro energetico, né a livello fisico né a livello mentale o spirituale; si sa solo che l’energia elaborata a questo livello ha effetti su tutti i tessuti e le funzioni dell’organismo, in modo più o meno evidente, intenso ed efficace. Utilizzare le energie del settimo chakra in terapia può essere utile quando si debba fare fronte a situazioni traumatiche gravi, infatti, per es. in relazione ai Fiori di Bach, il rimedio che più frequentemente viene associato al settimo chakra è Rescue.

Va ancora detto che il sesto ed il settimo chakra risultano raramente squilibrati, mentre negli adulti quelli più frequentemente scompensati sono il terzo ed il quarto e nei bambini il primo ed il secondo. Circa il secondo chakra occorre precisare che spesso si trova scompensato nei soggetti femminili che vivono la loro sessualità, intesa sia in senso fisico che psichico, in modo conflittuale sia a livello di interiorità sia a livello di rapporti interpersonali o sociali.

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