Paris Texas

Vostro padre è ancora vivo? E’ giusto uccidere la madre per vendicare l’uccisione del padre? Il dolore serve per espiare, distruggere e distruggersi o serve per creare? La soluzione proposta dall’Antropologia Personalistica Esistenziale: la via della SAGGEZZA e dell’ARTE!

Viviamo oggi in una società senza padri, ma le Leggi della Vita ci chiedono di liberarci del predominio del mondo materno, che non ci permette di sviluppare la nostra parte adulta e la nostra creatività, per dare vita all’esistenza del padre e creare la realtà del padre. Non c’è film che sappia descrivere meglio di “Paris, Texas”, con le splendide immagini del regista Wim Wenders, la dolorosa odissea che un essere umano è costretto a vivere e quanta fatica deve fare per operare questo passaggio dal mondo materno al mondo paterno. E non c’è film che ci insegni in modo più commovente e chiaro cosa fiorisce nella nostra anima e come si trasforma il nostro agire, quando impariamo a dialogare con il SE’ e troviamo la risposta: possiamo utilizzare il dolore della perdita e del rifiuto per diventare artisti della nostra vita e della vita dell’Universo creando la bellezza, la verità e la saggezza del padre dentro e fuori di noi. Succede, come accade al protagonista del film di Wenders, che, dopo anni di solitudine, si riesca a realizzare un rapporto d’amore in cui si dà e si riceve tutto il calore, tutta l’accettazione e tutta la felicità che si desideravano da sempre e succede che questa realtà si trasformi lentamente in un inferno, nel quale ci piombano addosso una rabbia ed un dolore che distruggono il nostro sogno e rischiano di condurci sull’orlo della follia e della tragedia.

E’ la storia di Travis, che rischia di morire nelle fiamme di un camper provocate dalla giovane e bellissima moglie madre di suo figlio, Jane, divenuta l’oggetto amato-odiato della violenza distruttiva della sua gelosia. La loro vita di coppia si è trasformata , in un breve volgere di anni, in una prigione dove Travis e Jane , tormentandosi a vicenda per non crescere come uomo e come donna, hanno costruito in sequenza le segregazioni e i ceppi di un legame simbiotico pieno di sofferenza e di bruttezza, dal quale Jane, con la forza dell’odio, riesce finalmente a liberarsi fuggendo con il figlio. Travis non muore nell’incendio del camper e agisce come Ulisse quando , in preda alla follia insorta per il rifiuto di partire per la guerra di Troia, si ferma, perchè sta per stritolare con l’aratro sulla spiaggia il figlioletto Telemaco rischiando di distruggere la sua vita e quella di Penelope. Come Ulisse, anche Travis desiste dall’insano atteggiamento che lo porterebbe alla follia irreparabile della vendetta. Travis salva la vita del padre, della madre e del figlio, ma non salva la loro possibilità di amarsi, di crescere insieme e di trasformarsi per costruire il futuro: tutti e tre sono costretti dagli eventi a separarsi , a prendere vie diverse e divergenti con il rancore nel cuore.

Il rimosso è ritornato, costringendo Travis a ricreare e a riaprire nel rapporto con Jane e con il piccolo Alex il dolore della ferita antica del rifiuto e dell’abbandono, ferita che gli ha impedito fino a quel momento di crescere. Ma la sua saggezza interna gli suggerisce di non restare e, così come Ulisse si risolve a partire per la guerra di Troia, anche lui prende la decisione di attraversare la frontiera verso il Messico, di incamminarsi verso lo sconosciuto territorio delle sue scissioni, dei suoi mostri persecutori e del suo dolore antico. Ci vorranno quattro anni per spegnere l’incendio del cuore straziato dal dolore dell’abbandono, per superare lo smarrimento della mente tormentata dai morsi della colpa, per ritornare e percorrere in solitudine, finchè le forze lo sostengono, la desolata distesa del deserto del Texas con in tasca un foglietto gualcito con l’indirizzo del fratello Walter. Meta del viaggio è”Paris, Texas”, il luogo sconosciuto e idealizzato della memoria dove suo padre e sua madre hanno fatto l’amore la prima volta, dove si è accesa la scintilla della sua esistenza e di tutto il dolore del rifiuto che ha rischiato di incenerire la sua vita e quella di Jane e Alex.

Travis sente di dover percorrere tutto quanto quel desolato paesaggio suicida ed omicida, sepolto nel suo inconscio, per conoscere ciò che ha reso la sua vita un deserto, un deserto aspro e roccioso dove domina l’aquila, il rapace che si è impossessato del suo cuore impedendogli di amare, impedendogli di godere in modo sano della felicità raggiunta e impedendogli di diventare l’uomo, il padre e il marito che desiderava tanto diventare, ma che spera ancora di poter diventare. Speranza, tenacia e fiducia non sono talenti naturali, che la vita elargisce agli esseri umani come tante altre risorse preziose della natura. Sono qualità molto difficili da sviluppare, sono decisioni che vanno coltivate nel cuore e rinnovate nella mente, giorno dopo giorno, con l’energia della luce che ci viene dal SE’, la nostra parte luminosa che illumina l’Io Persona mentre cammina ancora immerso nell’oscurità profonda e interminabile della sua progettualità. Dal terribile naufragio della sua vita Travis ha salvato una cosa preziosa: tiene stretto nella mano un sacchetto di plastica contenente la fotografia che lo ritrae felice insieme a Jane e al piccolo Alex.

E’ la sua Itaca. L’isola della bellezza perduta dove spera di ritornare, ma è anche l’isola della bellezza nuova e sconosciuta del futuro, che sa di dover creare dalle rovine del passato. Ci vuole molta fiducia per poterla realizzare! Ci vuole molta umiltà nell’affidarsi alla saggezza del fratello e alla positività della sua famiglia, che nel frattempo ha adottato e reso felice il piccolo Alex, da parte di chi, come Travis, è rimasto prigioniero dell’assoluto e arroccato nell’orgoglio per un’intera vita ed ora deve diventare duttile e umile come un bambino che impara a camminare! E ci vuole molto coraggio per riaprire per sé e per il figlio la ferita dell’abbandono con la decisione di rivedere le immagini del film della bellezza perduta! Il risveglio del principio paterno dentro di lui che ha perso il padre quando era bambino, la voce della sua saggezza interiore lo guidano e lo sostengono in una serie di trasformazioni che gli permettono di rendere finalmente visibili la dignità, il valore e la ricchezza di un padre che decide di diventare tale e che, con astuzia e coraggio, riconquista la stima e l’alleanza di un figlio tradito.

E’ con l’aiuto del potente binocolo dell’amore per se stesso e per Alex che Travis si allena a guardare presente e futuro con la saggezza che impara ad estrarre dal passato: bisogna decidere di perdonarsi per lasciare alle spalle l’estraneazione dalla colpa ed il terrore del giudizio universale sul cavalcavia di Los Angeles, bisogna vincere la paura ed il fascino del richiamo materno per salire in alto, sul ponteggio, e chiedere in dono al principio paterno l’energia necessaria per riparare, diventare un uomo e tentare un’impresa impossibile: ritrovare Jane scomparsa nel nulla e restituirla al figlio. Per realizzare un’impresa impossibile è di vitale importanza stabilire un legame profondo e libero tra padre e figlio, all’interno ed all’esterno, in modo che il figlio esca dall’universo della protezione materna sperimentando l’audacia e l’astuzia utili al progetto. E’ la forza e la bellezza di tale legame che permette a Travis di conoscere la sua verità più dolorosa da assumere e più difficile da trasformare: la sua parte scissa, la decisione di odio vendicativo rimossa che ha messo radici a” Paris,Texas”.

Quella decisione sta per fargli spazzar via, ancora una volta con la violenza del possesso, ciò che ha faticosamente realizzato insieme ad Alex, dopo aver ritrovato Jane chiusa nel suo inferno personale di espiazione. Per estrarre da tanta bruttezza una bellezza nuova (“vedo un mucchio di immondizie”, dice Alex del deserto in fotografia di “Paris, Texas” e di quello rappresentato dal lavoro della madre) ci vuole la determinazione di andare fino in fondo ed affrontare l’angoscia di morte, ci vuole l’astuzia di presentarsi a Jane con due aspetti diversi, ci vuole l’animo per dichiarare la propria colpa e spogliarsi delle pretese, ci vuole l’abilità di toccare il cuore inaridito della donna e trasformarla in una donna che non ha più paura di crescere. Volgere le spalle al passato, ascoltare la voce del Sé che parla con amore da dentro e poi mettersi di fronte alla realtà presente, saperla guardare con il suo carico di ombra e di luce, di menzogna e di verità , di disperazione e di speranza, di odio e di amore , di bruttezza e di bellezza: è ciò che fa Travis nel secondo incontro con Jane nella casa d’appuntamenti.

Sono opposti che rimangono divisi se non si diventa artisti della vita come riesce a diventare Travis che, nell’angusto box nr. 8, spazza via in modo definitivo “i rifiuti” suoi e di Jane per creare la bellezza nuova dell’amore circolare. I progetti più grandi nascono dal cuore dei dolori più profondi. Travis ha imparato a seguire le leggi del dono e non la pretesa del furto, si è incamminato sulla via della coralità, si è sintonizzato sulla frequenza del principio organismico e sente di dover fare pieno dono di sé al figlio, donandogli la realtà trasformata della donna e della madre. Solo così la materia oscura di cui è ancora impastato il suo Io Persona potrà essere pienamente illuminata dalla luce del Sé personale e cosmico, che gli chiede di creare una bellezza più grande, che prima non esisteva. Se al “Meridian Hotel” il sole è allo zenit e illumina con i caldi raggi dell’amore la bellezza della nuova realtà del figlio e dell’uomo unificato, che chiude in modo definitivo con i conflitti del passato e si apre alla creatività del presente per progettare il futuro, sulla strada di Houston luce ed ombra si fondono come la gioia ed il dolore del padre che prima non esisteva e che ora si sta incamminando verso il tramonto con le ali della libertà.

ALCUNE RIFLESSIONI SUL FILM Sappiamo dal film che Travis ha acquistato sulla carta un lotto di deserto a “Paris, Texas”, con l’intenzione di costruire una casa e portarvi ad abitare la giovane moglie, piena di voglia di vivere, con il figlio piccolo. Da dove viene tale follia se non dall’attaccamento profondo che egli nutre per la madre, che nella vita si è sempre posta come vittima non assecondando mai il desiderio del marito di migliorare il suo aspetto e non facendo nulla per sviluppare la bellezza prima? Tale attaccamento lo rende così cieco da scambiare il mucchio di immondizie della fotografia, che egli conserva gelosamente, per un paradiso terrestre: quale madre divorante aveva al suo interno e con quale complicità gli era rimasto fedele fin dalla vita intrauterina? L’attaccamento alla madre, l’attrazione per l’alveo primordiale della nostra esistenza, costituisce un pericolo abissale per ognuno di noi ed agisce, sovente a nostra insaputa, nel modo più distruttivo e drammatico rendendo le nostre vite piene di bruttezza. Nel dialogo bellissimo fra padre e figlio, Alex rivela a Travis il sogno che ha sempre custodito nel cuore: la speranza di recuperare con la forza ed il sostegno paterno la bellezza, il calore, la solarità della madre….

la bellezza prima, la bellezza perduta della vita. E’ il dialogo con il padre dentro di lui che gli permette di crescere insieme al figlio, che gli permette di vedere con gli occhi del futuro, che gli permette infine di scoprire la menzogna e la verità della sua lunga ricerca: il paradiso terrestre è il luogo dove si realizzano i sogni che fioriscono dalla decisione di seguire le leggi della Vita! Ogni decisione d’amore dell’uomo accresce l’amore nell’universo e ogni decisione di odio accresce l’odio nell’universo! Di stabilità e di movimento ci parlano in continuazione le immagini del film. Se nel processo evolutivo della vita la natura è passata dalla pesantezza del dinosauro al galoppo dei cavalli riprodotti nell’insegna luminosa, fin qui la natura ha potuto arrivare da sola. Ma a produrre il movimento delle automobili o il volo degli aereoplani la natura , da sola, non può arrivare, ha avuto bisogno dell’ingegno e dell’opera dell’uomo. Il centro spaziale di Houston, nel Texas, con la base di lancio e i potenti riflettori puntati verso l’universo, ci parla dell’immensa libertà e delle conquiste sempre più grandi dell’uomo; ci introduce al tema dell’arte, che è apparsa in un dato momento del suo processo evolutivo, e della conquista dell’immortalità in forma stabile che la vita non possiede.

La vita produce infinite forme che sono sempre, sempre costrette a cambiare, senza che alcuna di esse abbia una forma stabile: la vita è eternamente mutevole. Nell’opera d’arte, invece, l’artista condensa la vita in una forma stabile e la vita in essa condensata non muore più, perché, anche quando l’artista che l’ha prodotta muore, essa è capace di rimanere viva attraverso la fruizione di tutti coloro che l’arricchiranno di nuova vita svelandone sempre nuovi segreti : la vita dell’opera d’arte è una forma di vita immortale, stabile e dinamica al tempo stesso. Dopo aver attraversato il deserto, la solitudine e la morte e aver piegato la vita sua, la vita di Jane e la vita di Alex all’intenzion dell’arte, Travis può ora alzare gli occhi e vedere la bellezza invisibile che prende forma nel grande riquadro della finestra, la bellezza creata dalla fusione nucleare di Paris Texas. La sua odissea è approdata finalmente all’isola della bellezza corale e della luce che risplende nelle pieghe oscure dell’universo per sé e per tutti coloro che decidono di uscire dal buio per viaggiare verso mondi sconosciuti.

A lungo Travis ha osservato con il binocolo il decollo degli aerei sopra Los Angeles per penetrare nel segreto del volo umano. Vincere la forza di gravità ha permesso agli uomini di realizzare il sogno di un grande artista, Leonardo da Vinci. Vincere la forza tremenda delle coazioni a ripetere e mettere le ali della libertà può permettere a noi di volare nel regno dello spirito e dell’arte per realizzare il sogno di un altro grande artista, Antonio Mercurio: la creazione della bellezza seconda, la bellezza immortale che non muore più. Dedicato a Giuseppe Coschignano

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