Meccanica quantistica – Il mattone della materia non esiste

Il mattone della materia non esiste: questa è la sconcertante scoperta della fisica subnucleare di questo secolo, la meccanica quantistica. Le ricerche, iniziate già dalla fine del ‘700 per scoprire l’ultima piccola porzione con cui è costruito tutto il nostro universo, sono giunte oggi a questa scoperta “inaccettabile”. Dopo la scoperta dell’atomo, che si credeva il primo costituente della materia (atomo=”che non può essere diviso”), alcuni scienziati sono riusciti a dividerlo ancora nei suoi costituenti, l’elettrone e il nucleo. E poi ancora altre divisioni, fino a giungere a questa scoperta “storica”. La materia, nelle sue parti infinitesimalmente piccole non è più tale: è bensì energia, solo vibrazioni di energia in un campo quantico. Il mattoncini di cui tutto il nostro universo è composto – uomini compresi – non sono altro che quanti di energia che mutano aspetto continuamente, incessantemente, in una danza continua. Accettare profondamente questa scoperta significa violentare il nostro senso comune: eppure la meccanica quantistica è vera e reale come le tante applicazioni tecnologiche che da questa sono derivate.

L’universo – come diceva Einstein – non è altro che energia, la quale prende forme diverse a seconda del suo livello: può essere una stella, un pianeta, una trota o un coleottero. Tutti immersi in campi quantici interconnessi. La limitatezza degli oggetti, il loro confine è solo immaginario: tutto è immerso in un tessuto infinito dei campi di energia. Sono solo la nostra vista e il nostro tatto – con le loro limitazioni – che non riescono a percepire i bordi indistinti dei campi quantici. Se i nostri occhi potessero leggere i raggi X, l’ultravioletto o i campi quantici, probabilmente il mondo ci apparirebbe considerevolmente diverso da quello che ci appare. La fisica teorica è ormai giunta alla convinzione che esista un unico supercampo, chiamato campo unificato: tutta la natura è unita in questo campo omnicomprensivo, uomini compresi.

Ho fatto questa lunga introduzione per sostenere – con argomenti squisitamente scientifici – ciò che le esperienze di meditazione, la pranoterapia, le religioni orientali, lo yoga, una parte della Sophia-Analisi vanno sostenendo “da secoli”. Gli unici che ancora non se ne sono accorti sono i medici, o perlomeno le loro università.

Dalle scoperte della meccanica quantistica possono partire numerose disquisizioni: a cominciare da coloro che credono nella trasmissione del pensiero, a quelli che diagnosticano preventivamente le malattie solo attraverso le mutazioni dell’aura, ecc. Al di là di ogni argomentazione, una riflessione però secondo me è d’obbligo. La Chiesa Cattolica Romana ha impiegato 5 secoli per ammettere il suo errore con Galileo. Gli Inquisitori si rifiutarono di osservare con i propri occhi dentro il cannocchiale di Galileo: argomentando che avrebbero potuto trovarvi la stregoneria del diavolo! Io credo che ancora oggi, molte persone, si rifiutano di guardare dentro al cannocchiale argomentando che alcune teorie non sono perfettamente scientifiche. Dopo Galileo, la Chiesa fece un accordo con la Scienza: questa si sarebbe potuta occupare di scandagliare la natura, ma avrebbe lasciato alla Chiesa e alla Religione tutto ciò che ha a che fare con il mistero della vita. Oggi è la Scienza che si oppone e si irrigidisce di fronte alle nuove teorie. Ancora oggi, ambienti accademici si rifiutano di osservare con i propri occhi, solo perchè una tal cosa o l’altra non può essere scientificamente provata.

Fortunatamente l’umanità è ben più saggia dei suoi scienziati, o perlomeno di una parte di essi. Accade ancora che la Psicoanalisi freudiana, già ampiamente superata dai risultati e metodologie cliniche più recenti, gode ancora oggi – per certi versi – di una fama di “stregoneria”. Cosa dice allora la Scienza della Medicina ufficiale cinese? Che è una stregoneria: eppure i cinesi vi si curano da migliaia di anni e non mi pare che siano morti tutti o che ne siano rimasti pochi. Senza voler demonizzare la Scienza, io credo che essa potrebbe fare grandi passi avanti se avesse il coraggio di guardare dentro al cannocchiale e accogliesse dentro di sè tutti gli sviluppi, le riflessioni, i risultati che provengono da discipline forse meno provabili, ma che hanno tradizioni e saggezza millenarie. Per parlare solo del campo della salute – che è quello che ci interessa – pensate a quale rivoluzione andrebbe incontro tutta l’umanità se i medici, invece di difendere con le unghie le loro poltrone cattedratiche, riuscissero ad integrare le scoperte dell’occidente con i risultati dell’oriente. Si scoprirebbe così – ad esempio – che per curare un’ulcera ci vuole la tetraclicina e la Meditazione trascendentale; per curare il raffreddore ci vuole l’acido acitilsalicilico e il suono di un Mantra, per curare la psicosi ci vuole il diazepam e un cuore pieno d’amore. Finchè la Scienza non placherà la sua paura paranoica delle streghe e scenderà dalla sua torre d’avorio, la saggezza del mondo e la verità dell’universo non potranno essere messe a disposizione dell’umanità. Fortuna che anche i fisici hanno ormai scoperto – con la meccanica quantistica – ciò che gli Indù chiamano, da 4.000 anni! – la danza del dio Shiva.

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