Una critica d’amore
E’ evidente un’attenzione del mondo psicanalitico verso tematiche olistiche e trattamenti corpo mente ” alternativi”. Questo, da un lato come cultura creativa è apprezzabile, in quanto l’essere umano torna ad essere inteso come un complesso sistema di sistemi. Cosa opposta propone la medicina “ufficiale” estraniando il corpo dall’anima o separando il sintomo dalla sua comunicazione inconscia, relegando, quindi, la patologia ad un pezzetto di tessuto anatomico ammalato, separato sia dal resto dell’organismo sia dall’anima. Ritenendomi un cultore dell’interpretazione che la psicoanalisi dà dell’individuo e delle sue pulsioni, considerando la stessa come massima espressione di profondità raggiunta dall’uomo; questa “invasione” di olistico (che a volte sfocia nell’esoterismo) mi lascia quantomeno perplesso. Mi risulta difficile accettare che chi risiede in vette alte o abissi profondi, vada oltre la semplice accettazione delle diversità di altre filosofie, passando addirittura alla loro divulgazione. In altre parole, ben venga tutto il settore olistico, ma nella sua giusta collocazione, posto ad un livello non paritetico con la psicanalisi.
Alcuni illustri psicoanalisti alla mia critica hanno risposto che non tutti cercano profondità o possono permettersela! Bene, d’accordo, è evidente e giusto che sia così, ma non credo stia al mondo psicanalitico avallare l’astrologia, il tarocco o pratiche indiane antistress; né tantomeno concordo con molti che ritengono questo un metodo per avvicinare gli individui alla psicoanalisi. Chi non conosce la profondità e durezza dell’analisi, come può differenziarla dal reiki? Attenzione, io stesso guardo con estrema benevolenza il mondo olistico ma credo si corra il rischio avvicinando troppo le due cose, di confonderne i rispettivi valori. Concludo affermando: è bello trascorrere la domenica tra un massaggio shatzu e l’aromo terapia, ma dal lunedi si lavora realmente e chi vuole davvero lavorare su se stesso è bene si faccia la sua seduta infrasettimanale!