Per un arrivo alla vita nel rispetto e nell’amore
Esce per RED edizioni la traduzione italiana del nuovo testo di Frédérick Leboyer, inventore del parto senza violenza, L’arte di partorire. Nel precedente lavoro, Per una nascita senza violenza, si prendeva in considerazione in modo molto innovativo il ruolo e le sensazioni vissute dal nascituro. Ora si completa il lavoro con i vissuti materni ed una serie di esercizi vocali (accompagnati da cd audio) e respiratori di preparazione all’evento del parto. In effetti l’autore stesso ammette di avere a suo tempo concentrato tutte le sue attenzioni sui vissuti del nascituro poiché ne aveva da poco scoperto l’esistenza e questo catturava completamente i suoi entusiasmi di allora. Egli si rivolge ora alle future madri cercando subito di fare chiarezza su cosa significhi davvero partorire: “…il parto e la nascita sono un’esplosione di gioia di vivere. La vita stessa si riversa in te così prepotentemente da fare saltare ogni argine e barriera. Un fiume in onda di piena che travolge tutto e che con folle impeto spazza via ogni cosa dalla sua strada.”. Un evento così descritto lascia intendere che ci sia ben poco da programmare, tenere sotto controllo e tentare in tutti i modi di arginare.
L’unico consiglio che l’autore sente di poter dare alla donna che sta per lasciarsi andare ad una tale esplosione di vita è quello di restare vicina a se stessa e di mantenere un contatto emotivo costante col nascituro che, a sua volta, sta mettendo in campo una forza ed una decisione enormi per poter venire alla luce. Intorno a tale evento, intenso e grandioso, è normale si concentrino parecchie attese e timori ma purtroppo col tempo si è giunti a fare l’equazione paura=pericolo. Questo ha portato, future madri e medici, a rendere il parto un evento ospedaliero che si potesse così meglio controllare e gestire. Leboyer ci fa anche notare come la stessa Bibbia nell’originale aramaico reciti: “Donna, partorirai nella fatica” e non “nel dolore” come tradotto dalle lingue moderne. Non è facile in effetti superare una tradizione così radicata. La nascita naturale fornisce un ‘imprinting’ iniziale all’individuo del tipo: “sono capace di nascere con le mie forze, ho le abilità necessarie per fare una cosa così faticosa ed importante!” e questo sentire accompagnerà l’individuo durante le tappe della sua futura esistenza.
Andrebbe possibilmente evitata qualsiasi forma di anestesia che causa una separazione ed una vera e propria ‘frattura’ al contatto emotivo mamma-bambino nel momento in cui lo sforzo comune è fondamentale. Il punto di vista di Leboyer offre numerosi ed interessanti spunti di riflessione soprattutto in contesti nei quali viene data importanza all’esperienza, vissuta da ognuno di noi, all’interno dell’utero materno. La notazione più interessante, a mio avviso, e che fornisce parecchie spiegazioni su una certa ‘tempra’ delle donne che sapevano affidarsi alla saggezza della Natura ed ai suoi cicli è data dalla spiegazione di come la fatica da affrontare per mettere al mondo un figlio sia un rito di passaggio importantissimo in cui: “Muore una fanciulla e prende vita una donna ed una madre”. Spesso dimentichiamo che la vita ha delle leggi proprie, quasi sempre funzionali, e soprattutto spogliamo il dolore e la fatica del loro significato: fortificare l’essere umano e dargli una nuova sicurezza riguardo le sue capacità. Leboyer ha messo quindi a punto un sistema di canto e respirazione che possa aiutare la donna durante il parto a rimanere in contatto con se stessa, ad affidarsi all’intelligenza del suo bambino e a lasciarsi andare alle onde crescenti delle sue doglie.
Il testo lascia una scia di speranza nel cuore di tutti coloro che lavorano e si impegnano affinché venga rispettato l’individuo, fin dal suo concepimento e, soprattutto, perché si possa imparare ad ascoltarsi e a ricontattare la fiducia che la vita ci desidera e ci da quello di cui abbiamo bisogno.
Scheda del volume
Autore: Frederick Leboyer
Editore: Red Edizioni
Prezzo: 14.90 Euro
Collana: Donna oggi