“e non prosciugo il portafogli (?)”

Senti il telegiornale e scopri che ci sono tante sostanze non proprio salutari in ciò che mangi. Decidi che la tua vita merita di più e inizi ad usare cibi biologici, per avere una salute migliore. Vai nei negozi specializzati, ma dopo qualche tempo ti accorgi che non puoi fare questa scelta perché il tuo budget mensile non te lo permette. Inoltre scopri che non tutto ciò che è denominato biologico è in realtà tale. Vorresti modificare l’alimentazione quotidiana tua e dei tuoi figli, ma ti demoralizzi e rinunci. Molti di noi hanno vissuto esperienze simili, esempi del genere, situazioni nelle quali vorremmo ma non abbiamo la possibilità di proseguire nella nostra scelta! Sappiamo che l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato di salute. Chi mangia sano previene tutte le malattie (non sono poche) legate a cattive abitudini alimentari e all’uso di alimenti non salubri. Siamo abituati però a strutture commerciali di ogni dimensione, che offrono cibo biologico (a volte non certificato), con grandi spazi pubblicitari e a costi improponibili, aziende orientate prioritariamente alla salvaguardia del proprio fatturato.

Oggi siamo davvero ad un bivio. C’è da un lato la volontà di creare cibi “modificati” e dall’altro la richiesta di un’alimentazione naturale. Domanda e offerta non si incontrano! Tra l’altro ad oggi non sono del tutto chiari gli effetti degli OGM sul nostro organismo a medio e lungo termine. Certo, noi vogliamo un’alimentazione sana! Resta il fatto anche che alcuni cibi definiti naturali, non OGM per capirci, possono essere comunque contaminati con pesticidi, solventi, acrilamidi, PFOA (Acido di Perfluorooctanoic), perclorati (combustibili per razzi) e altri tossici chimici senza l’obbligo di elencarli. Il miglior modo di limitare l’ingestione di tossici chimici è comprare biologico o cibi freschi poco trattati, senza andare in rovina economicamente. Esiste la possibilità di proseguire per questa strada? E se ci fosse un modo per superare questi ostacoli, vorremmo saperne di più? Qualcuno ci può dare una mano? Ma chi??? Alcuni Monaci, per esattezza i Monaci Trappisti di Frattocchie a Roma, hanno fatto una scelta che, nel sito che abbiamo visitato, viene definita “controcorrente”: hanno deciso infatti di aprire un negozio on line di alimentazione biologica www.inbadia.com, che garantisce la qualità dei prodotti e mantiene costi contenuti. Ci ha incuriosito il fatto che fossero Monaci di clausura. Questo spesso fa pensare a persone che ignorano i problemi “terreni”, ma, data l’iniziativa, loro sembrano invece molto orientati a sostenere un benessere generale che esula dal loro monastero.

La curiosità ci ha portato a saperne di più su di loro. Abbiamo così scoperto che i prodotti, per essere ammessi nel loro negozio on line, devono seguire regole davvero ferree. Gli anziani Monaci infatti, prima di aprire il sito InBadia, hanno preteso di poter controllare personalmente che gli alimenti venissero prodotti in modalità artigianale biologica. Questa produzione viene eseguita scrupolosamente all’interno dei monasteri dello stesso Ordine o da gruppi di lavoro solidale, selezionati e controllati. I prodotti, per essere inseriti nella vendita, devono anche mantenere prezzi adeguati, tenendo in considerazione il cambiamento di tenore di vita attuale, causato dalla libera interpretazione del costo del denaro, dopo l’introduzione dell’Euro.

Con questo progetto, il piccolo team di Monaci ha creato un’economia etica, dove loro stessi dicono che “tutti i prodotti sono lavorati nel rispetto della dignità delle persone che li producono e di coloro che li acquistano”. Evviva! Almeno abbiamo trovato qualcuno che ci offre un’alternativa sicura. Se vogliamo continuare a comprare nel nostro punto vendita sotto casa, dovremo imparare ad informarci su ciò che mangiamo, anche leggendo gli ingredienti presenti sulle confezioni. In realtà dovremmo essere tutelati dalla Scheda Nutrizionale Informativa presente sul prodotto alimentare, che elenca tutte le sostanze contenute nel cibo che stiamo per ingerire. Ma noi le sappiamo davvero leggere? Nella nostra “insaziabile curiosità” di oggi, navigando in rete, abbiamo anche scovato un trucco utilizzato dalle aziende. Queste ultime investono molto economicamente, nel trovare nomi “innocui” da apporre sulle etichette delle confezioni. Molte di queste infatti riportano nomi, non OGM, ma ugualmente “modificati”! Qualche esempio? Basta leggere qua e là sul web con l’intenzione di saperne di più.

Carminio suona come un innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente, nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sulla etichetta ci fosse indicato “colorante rosso per alimenti a base di insetti”. Allo stesso modo, estratto di lievito suona come un ingrediente salutare, ma in realtà è un trucco usato per nascondere il glutammato monosodico (MSG, un esaltatore chimico di sapore, per dare gusto ai cibi eccessivamente elaborati) senza avere l’obbligo di indicarlo nell’etichetta. (fonte Mike Adams). Scoperto questo, quanto vogliamo continuare a comprare da strutture che dichiarano di produrre alimenti sani, dei quali non siamo poi così sicuri? Data l’incognita che viviamo quando facciamo la spesa varrebbe la pena di dare un’occhiatina ai Monaci!

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