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La gioventù si accompagna sempre a una certa prodigalità, che disperde ai quattroventi le sue ricchezze e non di rado la fa apparire come uno scialo, o addirittura uno sperpero. I giovani si sentono raramente felici. Il tumulto dei desideri, le aspirazioni contraddittorie, i necessari sforzi di adattamento per imporsi al mondo dominato dagli adulti accentuano la “difficoltà di vivere” che si prova a vent’anni. Solo più tardi la serenità diviene apprezzabile, necessaria, possibile, quasi raggiungibile. Raggiunti i quarant’anni, l’uomo ha dietro di sè un passato, coi suoi successi, le sue esperienze, i suoi fallimenti. Ha imparato a conoscersi e a utilizzare meglio le sue capacità. Insomma, ha costruito la sua esistenza, puù o meno bene. La maturità è l’età dei piaceri, più raffinati e selezionati di quei godimenti momentanei che la gioventù si concede. L’uomo e la donna di quarant’anni sono sicuri di sè, fiduciosi nell’ascendente che esercitano sugli altri. Essi sono più pacati e disincantati, e mostrano una maggiore indulgenza verso le proprie e le altrui debolezze. L’intransigenza appassionata della gioventù, con l’aggressivo cinismo che spesso l’accompagna, lasciano il posto a una disponibilità nei confronti del mondo esterno.

A quarant’anni si scopre la felicità di disinteressarsi un po’ di sè e di interessarsi a mille cose nuove. Ma l’età matura è la soglia della vecchiaia. Il giovane ha tutto il tempo che vuole; l’uomo maturo sa il tempo che passa… Insidiosamente, comincia il processo di deterioramento, il tono si abbassa, l’elasticità diminuisce, i riflessi si fanno meno sicuri; si scopre il primo capello bianco, la prima ruga, la pinguedine che avanza. L’angoscia di invecchiare è un pesante fardello. Noi riteniamo che sia un peso inutile e vi invitiamo perciò a sbarazzarvene. Nel XIX secolo, si passava obbligatoriamente, a parteire dai trenta o trentacinque anni, nella categoria degli anziani. La transizione era brutale: ci si vestiva di scuro, si adottava un’aria grave e sentenziosa; si fingeva d’esser diventati saggi e di aver rinunciato ai piaceri oppure, peggio ancora, ci si rassegnava a non ispirare più l’amore. Oggiogiorno si ha l’età delle proprie arterie, il che significa che chi riesce a mantenersi nelle condizioni di salute e di agilità che sono proprie dei giovani, si sente in diritto, e lo è anche per gli altri, di appartenere a quel mondo pieno di vita che è la giovninezza.

LA gioventù dura a lungo, per chi sa amministrare la propria salute. La paura d’invecchiare non è forse una specie di richiamo alla decrepitezza? Molti inconvenienti ritenuti inevitabili non derivano in realtà da processi naturali, ma solo dalla vita malsana e sedentaria che conduciamo. LA pratica dello Yoga non farà certamente tornare indietro la lancetta del tempo: dedicandovi ad essa, però, potrete prolungare notevolmente il periodo fecondo e produttivo della vostra vita, rimanere forti e sani anche nell’età più avanzata e invecchiare serenamente e con dignità. Le ghiandole endocrine hanno una funzione importantissima nell’equilibrio della nostra salute. Da esse dipendono l’elasticità delle articolazioni e dei vasi sanguigni, nonchè lo svolgersi armonioso delle nostre funzioni organiche. Lo Yoga vi mette in condizioni di non “invecchiare male”. Passerete senza difficoltà da un’età all’altra, evitando le infermità, i dolori e la maggior parte di quegli acciacchi a torto ritenuti amaro frutto della vecchiaia. La vita è un ciclo composto di periodi successivi, ciascuno dei quali comporta un suo ritmo di attività e un diverso orientamento del’essere.

Lo Yoga vi rende capaci di vivere pienamente ogni stagione della vostra esistenza. Esso rappresenta una ricerca della felicità attraverso lo sfruttamento di tutte le nostra possibilità e l’abbandono dei fardelli inutili. In ciascuna fase della nostra esistenza, l’organismo ci mette a disposizione delle energie proporzionate alle nostre esigenze. Il rallentamento che l’età impone all’attività fisica è naturale e dobbiamo rispettarlo senza preoccuparcene. L’allenamento al lavoro mentale conferisce una grande longevità al pensiero e ai nostri poteri spirituali. E’ a questo proposito che si può parlare della superiorità del vecchio, la cui meditazione si è arricchita dell’esperienza di una vita intera. Le abitudini imposte dallo Yoga sono altrettanti segreti di giovinezza. La meditazione, l’allenamento a una disciplina di concentrazione e l’acquietarsi di ogni nostra emozione conducono alla serenità e alla pace interiore. L’abitudine di eliminare gli elementi negativi per far posto alle forze positive, dà luogo a un ottimismo che costituisce un’arma insostituibile nella battaglia della vita.

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