Una nutrizione semplice e naturale equivale ad incrementare la purezza del corpo, del pensiero, della parola e dell’azione

Il nostro equilibrio fisico e mentale è in stretto rapporto con gli alimenti che scegliamo per il nostro sostentamento, non a caso molte scuole di pensiero affermano che l’uomo è ciò che mangia. Nella mitologia induista si crede che il Cosmo si sia evoluto da un terreno non manifesto chiamato Prakriti, fatto di tre qualità, tre aspetti essenziali, le Guna, che corrispondono alla materia, all’energia e alla coscienza.
Le Guna sono presenti in ogni forma di vita: nell’uomo, negli animali, negli alimenti, ovunque, esistendo in diverse composizioni ed in vari gradi di concentrazione , determinando la natura degli esseri, le loro azioni, gli atteggiamenti ed i comportamenti. Le Guna competono tra loro, ma nascendo da uno stato di equilibrio cercano di ricreare sempre l’equilibrio. Talvolta una può dominare sull’altra , ma come i tre capi che compongono una treccia rimangono distinti pur unendosi per formare intreccio, allo stesso modo queste tre essenze costituiscono la danza dell’universo e solo studiando i loro rapporti possiamo impararne i passi e unirci alla danza cosmica.

Se osserviamo una pianta coi suoi frutti vediamo che non tutti sono allo stesso punto, ne troviamo alcuni maturi ,altri in via di maturazione, ed altri marci. E così in ogni cosa, tutte e tre le qualità coesistono sempre, anche in ciascuno di noi. Spesso nell’uomo una delle tre Guna predomina sulle altre e condiziona ciò che facciamo e pensiamo, l’energia entra in competizione e per sua natura tende costantemente alla ricerca di ricomporre l’ equilibrio.

Tamas è una forza magnetica densa e pesante, correlata alla pesantezza e al buio. Tuttavia non dimentichiamo che il buio deve essere conosciuto per poter conoscere la luce.

Rajas è una forza cinetica, è il movimento, l’attività senza sosta, è la trasformazione, il desiderio di possedere e migliorare, di essere diversi da quello che si è.

Sattwa è l’intelligenza, la coscienza, la purezza, la liberazione da ogni aspettativa.

Delle tre Guna, il praticante yogi, tende a privilegiare ed incrementare nel proprio modo di vivere l’aspetto sattvico, cioè della purezza e dell’equilibrio, e, per forza di cose, a poco a poco anche l’alimentazione viene modificata.

Anche i cibi secondo le loro caratteristiche ed il loro effetto su corpo e mente sono sattvici, rajasici o tamasici. I primi sono leggeri , puri, portano salute e allegria. I secondi sono riscaldanti e stimolanti. I terzi, i tamasici, appesantiscono il corpo, la mente, e provocano letargia.

Nella pratica yoga, ma non solamente nell’ambito di questa pratica, una corretta alimentazione è un fattore importante per la salute del corpo e un aiuto per elevarsi agli stadi più alti della consapevolezza. Gli alimenti puri, sattvici, comprendono i cereali, il pane integrale, la frutta e verdura fresche, i succhi di frutta, il latte, il burro e formaggio fresco, legumi, frutta secca, germogli, miele e tè di erbe. Gli alimenti attivi, rajasici, comprendono le sostanze piccanti, spezie ed erbe molto forti, gli stimolanti come il caffè e il tè, il pesce, le uova, il sale e la cioccolata. Gli alimenti inerti, tamasici, comprendono la carne, l’alcol, il tabacco, le cipolle, l’aglio, i cibi fermentati o stagionati, i cibi congelati e surgelati. Qualsiasi cambiamento nella nostra dieta deve avvenire sempre in maniera dolce e consapevole, iniziando a privilegiare gli alimenti puri e a ridurre gradualmente gli alimenti attivi e quelli inerti.

Ecco alcuni consigli pratici:
• Dedicare più tempo al pasto, mangiare lentamente masticando bene il cibo.
• Iniziare il pasto con vegetali crudi che stimolano i succhi gastrici.
• Abituarsi a bere poco durante il pasto.
• Preferire alimenti freschi, possibilmente di origine biologica.
• Non mangiare troppe proteine nello stesso pasto (carne, uova, formaggio)
• Carne e pesce devono essere sempre accompagnati da verdure.
• Cuocere le verdure in poca acqua ( a vapore o stufate) .
• Sostituire l’aceto di vino con quello di mele, lo zucchero bianco con lo zucchero di canna, il sale raffinato con quello marino integrale, i dadi da brodo con quelli vegetali senza glutammato, il pane bianco con quello integrale.
• Ridurre le bevande gassate, il caffè, gli alcolici, gli oli di semi e margarina.
• Usare solo olio di oliva extravergine .

Infine, per quanto riguarda l’uso della carne, lo yoga consiglia una dieta vegetariana sostituendo con uova, formaggi, latte, legumi, noci e germe di grano l’apporto di proteine animali.
Ci possono essere molti motivi per eliminare la carne dalla nostra dieta : l’apparato digerente e la dentatura dell’uomo non sono da carnivori ma da erbivori, la carne contiene tossine e acidi urici, antibiotici, ormoni somministrati all’animale con il mangime.

Ma è importante ascoltare la nostra natura e diventare vegetariani prima dentro di noi, poi cambiare gradualmente la dieta eliminando le carni rosse e gli insaccati sostituendole con carni bianche, infine ridurre anche queste fino ad eliminarle.

I pasti normalmente vengono assunti secondo il classico schema: colazione, pranzo e cena; valido anche per lo yogin che vive seguendo i ritmi di vita e di lavoro del mondo occidentale, in cui gli imperativi sociali, il lavoro, lo studio e gli impegni familiari impongono una ottimizzazione dei tempi e degli orari.
Se però i pasti sono troppo ravvicinati può essere opportuno invertire l’ordine di assunzione dei pasti iniziando la giornata con un pasto abbondante al mattino, una colazione a mezzogiorno e la cena alla sera. Il vantaggio di distribuire uniformemente i due pasti principali nell’arco della giornata risulta tuttavia una migliore distribuzione energetica e di conseguenza un maggior controllo sulle pulsioni alimentari scorrette.

Nella dieta è necessario tener conto che non esiste in natura un solo alimento allo stato integrale che appartenga ad una sola classe di alimenti (glucidi, protidi, lipidi), per cui ogni alimento può contenere una vasta gamma di nutrienti e possedere diverse qualità energetiche in proporzioni variabili e molto differenti fra loro. Per questa ragione è fondamentale adottare il principio della rotazione che significa non avere una dieta monotona ma sempre diversa negli elementi che compongono una stessa categoria di cibi. Ad esempio, non ha senso mangiare solo mele come frutta, anche se queste ormai si trovano tutto l’anno, ma è necessario variare tipi di frutta all’interno della stessa giornata o della settimana; così anche per le verdure, i cereali, ecc.

Più i pasti vengono preparati con cibi che mantengono l’aspetto e la consistenza naturale e più l’organismo si avvantaggia delle qualità energetiche di cui il cibo è portatore. Ad esempio, una mela biologica è meglio di una mela non biologica, ma una mela non biologica è meglio di un frullato di mele così come un frullato di mele e migliore di succo di mela prodotto industrialmente anche se in origine coltivata biologicamente, perché vitamine e sostanze eteriche sono state alterate o distrutte. Lo stesso mangiare olive è meglio che assumere olio, anche se assumere olio extravergine di oliva spremuto a freddo e biologico resta una buona abitudine.

Sebbene la dietetica sia una scienza indipendente si pone in relazione stretta con la pratica dello yoga.
Lo yoga è infatti una disciplina completa e prende in considerazione ogni aspetto dell’individuo: una nutrizione semplice e naturale equivale ad incrementare la purezza del corpo, del pensiero, della parola e dell’azione. Il cibo che mangiamo, sostegno di tutta la vita, viene considerato dagli yogi come una fase di Brahman, il principio creatore, non serve solamente a soddisfare il palato, ogni sostanza è espressione di una particolare manifestazione di energia pranica che costituisce l’aspetto più sottile del cibo stesso.

Quando ci nutriamo senza consapevolezza, spinti dall’abitudine o dalla noia, riusciamo ad estrarre dagli alimenti solamente le parti più grossolane. Gli uomini sono le sole creature che mangiano quando non hanno fame e che vivono per mangiare anziché mangiare per vivere. Con un’alimentazione affrettata, disordinata ed eccessiva corriamo inoltre il rischio di affaticare l’ apparato digerente che si troverà così costretto a sottrarre energia ad altri processi vitali. Lo yogin crede nell’armonia e perciò non mangia mai troppo né troppo poco, si ciba soltanto per il proprio sostentamento e considera il corpo come tempio della propria anima cercando di proteggerlo contro ogni forma di eccesso.

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