Il principio maschile ed il principio femminile sono i due poli opposti dalla cui sintesi nasce la vita. Ogni individuo è il frutto dell’incontro dell’ovulo e dello spermatozoo che muoiono alla loro esistenza individuale, per dare vita a qualcosa di nuovo.
Secondo quanto afferma l’Antropologia esistenziale , se è vero che ciò avviene automaticamente a livello naturale, a livello esistenziale questi due principi, così come l’uomo e la donna nella coppia, devono decidere di morire (simbolicamente) alla propria individualità, per potersi fondere rinascere ad una nuova identità. Ciò che storicamente impedisce all’essere umano questa fusione è la contrapposizione, dentro e fuori di sé, ovvero la lotta di potere.
L’insieme di tutti questi elementi: contrapposizione, lotta di potere, volontà di dominio, producono l’identità fallica che è negazione sia del principio maschile che del principio femminile, ed è fondata sulla vendetta e l’espropriazione (meccanismo di difesa).
Secondo il concetto antropologico esistenziale, le caratteristiche di un’identità fallica sono l’amore fondato sul potere e sul possesso e la vita intesa come ricerca costante del potere sugli altri e del potere come dare la morte agli altri.
L’essenza dell’identità fallica è: come poter dare la morte a qualcuno per illudersi di evitarla a se stessi.
Nell’amore essa diventa: come poter uccidere la libertà dell’altro e impadronirsi della vita della persona amata. Se muore la libertà dell’altro non muoio io, perché possiedo la vita dell’altro, perché possiedo la vita.
L’identità fallica nasce come soluzione e costruzione al problema dell’angoscia di morte presente in ogni essere umano.
(Fonte: A. Mercurio,“Le leggi della Vita”, Ed. SUR, Roma, 1995, pg 26; A.Mercurio,“Gli Ulissidi”, Ed. Sur, Roma, 1997, pgg 26,27)