Scoperte nuove capacità di comunicazione tra feto e madre.

Durante il periodo della gravidanza, già a partire dalla diciassettesima settimana, il feto può percepire e forse subire lo stress sofferto dalla futura mamma. A sostenerlo sono i ricercatori dell’Imperial College di Londra, autori di uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Clinical Endocrinology. Le donne in dolce attesa rischiano quindi di trasferire lo stress ai propri figli molto prima di quanto si immaginasse finora. Già dalla diciassettesima settimana, la placenta fa infatti passare un quantitativo significativo di cortisolo, comunemente definito come ”ormone dello stress”. Per misurare la concentrazione di questa sostanza, i ricercatori hanno analizzato campioni di liquido amniotico, dimostrando tra l’altro l’efficacia di una procedura molto meno invasiva rispetto al prelievo di sangue fetale. La ricerca ha coinvolto ben 267 donne in gravidanza, un numero sufficiente a confermare la correlazione tra i livelli di cortisolo riscontrato nel sangue materno e quelli registrati analizzando il liquido amniotico. Ora, gli scienziati sono però impegnati a capire quanto la concentrazione dell”’ormone dello stress” possa incidere nella vita del bambino, cercando di scoprire se esiste una relazione significativa tra esposizione al cortisolo e predisposizione allo stress.
La ricerca inglese conferma quanto già anticipato ed intuito da oltre un decennio dalla pratica clinica in psicoterapia, dove il vissuto e le esperienze della vita intrauterina mostrano di essere fortemente impresse nella memoria cellulare degli individui e condizionano la loro vita da adulti.

Fonte: jugo.it

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