Mi chiamo Aldo. Aldo Rebuffi, e sono nato nel popolare quartiere di Carignano, a Genova, il 3 marzo 1921. Allo scoppio della 2° Guerra Mondiale ho da poco compiuto 19 anni e per esiguità di militari in servizio permanente effettivo, vengo arruolato nel Genio Navale della Regia Marina Militare Italiana come ufficiale di complemento.

Il pomeriggio del 15 luglio 1943, ho il grado di Guardiamarina, e alle ore 18:30 con tutto l’equipaggio, salpiamo dal porto di Taranto a bordo del Sommergibile Romolo di Classe R, del Genio Navale. Il resto dell’equipaggio è composto da 7 ufficiali e 53 tra sottufficiali, graduati e marinai. Io sono un ufficiale macchinista inferiore e svolgo il compito di sottordine di macchina, agli ordini del mio direttore di macchina, Capitano Sergio Cecchi. Il nostro sommergibile salpa con parecchie ore di ritardo dovute a diverse avarie elettriche a bordo. Gli ordini del Romolo sono di non effettuare comunicazioni radio. Dobbiamo navigare in superficie fino al traverso di Capo Vaticano, e poi in navigazione occulta fino a Sud di Capri. Le rotte attraverso i punti intermedi dobbiamo svolgerle al largo della costa calabra, in quanto il giorno 13 luglio è stato avvistato un sommergibile nemico sotto costa, nella zona di Punta Alice. Possiamo emergere soltanto di notte per caricare le batterie, e poi dobbiamo dirigerci a sud verso lo Stretto di Messina, dove troveremo la nostra scorta armata e insieme navigheremo verso nord, alla volta di Napoli.

Il Sommergibile Romolo, al comando del Capitano di Corvetta Alberto Crepas, un veterano dell’Atlantico, è considerato un Sommergibile da carico per cui siamo sprovvisti di armi pesanti e non abbiamo né siluri, né cannoni, ma soltanto 3 mitragliere leggere tipo AA, da 20 mm.

Abbiamo ricevuto soltanto due varianti all’ordine di operazione, lanciate via radio dal Comando della Marina su onda corta il 15 luglio e anche su onda lunga il 16, e ci hanno ordinato di trovarci alle 3 del mattino del giorno 17 sul meridiano 16°06’ Est, dando inizio alla navigazione in immersione. Il nostro arrivo davanti a Reggio Calabria, previsto per le ore 19:00 del 17 luglio, però non è mai  avvenuto. Io e tutti i miei compagni, il 5 agosto 1943 siamo stati dichiarati ufficialmente dispersi in un punto imprecisato di una vasta area del Mare Mediterraneo Centrale.

 

borsa di studioLe ultime ore di Aldo e il destino dei marinari del Romolo non sono note. Nessuno sa esattamente cosa sia accaduto. Esse sono tuttavia state ipotizzate e ricostruite incrociando i dati storici raccolti dalla Commissione Superiore d’Inchiesta (C.S.I.) della Marina Militare Italiana al termine della 2° Guerra Mondiale, gli Archivi Militari inglesi e quelli della Naval Intelligence Navy Department della Marina statunitense.

Alle ore 3:20 del 18 luglio, tre giorni dopo aver lasciato Taranto, è ancora notte fonda. Un bombardiere, tipo Vickers Wellington, del 221° squadrone della RAF inglese, comunica via radio al proprio Comando Aereo, di aver avvistato e poi attaccato un sommergibile in superficie – probabilmente il Romolo – a sud-est di Capo Spartivento, a 15 miglia dalla costa calabra. Il Romolo non doveva trovarsi in quel punto, ma la C.S.I. ha ipotizzato che il forte ritardo del sommergibile potesse essere dovuto ad ulteriori avarie al timone superiore.

WellingtonAccessibili dal dopoguerra, gli Archivi Militari inglesi riferiscono che il sommergibile si sarebbe difeso tenacemente con le sue mitragliere, ma sarebbe stato colpito da una o più delle cinque bombe di grosso calibro da 250 libbre, sganciate dall’aereo. Una esplode a sinistra della torretta, un’altra a 20 piedi a dritta della prora ed una terza a 30 piedi dallo scafo.

Mezz’ora più tardi, il Romolo sarebbe stato visto dirigersi verso la costa (rotta 010° circa), a lento moto, lasciando dietro di sé una grande scia di nafta. Sarebbe poi definitivamente affondato alle ore 05:50, probabilmente per esplosione interna, senza lasciare alcun superstite.

Dagli atti dell’Ufficio Storico della Regia Marina Militare Italiana, come riportato dal volume Caduti e Dispersi della 2° Guerra Mondiale, il Guardiamarina Aldo Rebuffi, imbarcato sul sommergibile Romolo di Classe R del Genio Navale, risulta deceduto a poco più di un mese dall’armistizio (Proclama Gen. Badoglio – 8 settembre 1943).

Le famiglie ricevono un telegramma, ma non conosceranno mai il luogo dell’affondamento.  In quella zona il fondale si inabissa per oltre 1,4 Km. Sei anni dopo, nel 1949, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare assegna la Croce di Guerra al Valor Militare ad Aldo e ad ognuno degli altri marinai, e la Medaglia d’Argento al Capitano di Corvetta A. Crepas.

Devono trascorrere altri 65 anni prima che una rivista di subacquea – il 18 marzo 2008 – riveli che in località Longitudine 37°50′ Est e Latitudine 16°18′ Nord,  alcuni sommozzatori hanno scoperto una grossa massa ferrosa, che potrebbe corrispondere al relitto del sommergibile.
A causa della profondità, la Marina Militare non ha mai potuto recuperare nè lo scafo, nè le salme. Si suppone quindi questo, il sito dell’ultimo riposo di tutti gli uomini del sommergibile Romolo.

La Borsa di Studio è in onore del Guardiamarina Aldo Rebuffi di anni 22, sottordine di macchina del Genio Navale, Regia Marina Militare Italiana, Croce di Guerra al Valor Militare, che riposa al largo di Capo Spartivento.


Fonti:

  • Ufficio Storico della Marina Militare Italiana
  • Ammiraglio F. Prosperini, “Sommergibili da carico”, mensile “Storia Militare”, 01-2006.
  • Betasom – XI° Gruppo Sommergibili Atlantici
  • Associazione italiana Documentazione Marittima e Navale

Leggi qui le motivazioni alla Borsa di Studio

Come partecipare alla Borsa di Studio “Per Aldo”

 

 

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Direttore dell'Istituto Solaris - Sophia University of Rome, di Arte terapia, Counseling a Mediazione Artistica e Cosmo-Art. Allievo del Prof. Antonio Mercurio. Psicologo, Psicoterapeuta, Antropologo cosmoartista, Counselor Supervisor del CNCP - Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti. Ha scritto quattordici libri, centinaia di articoli per molte riviste, tenuto numerose conferenze e partecipato a molti congressi nazionali e internazionali.

4 COMMENTI

  1. Credo in ogni storia familiare ci sia da qualche parte un buco nero, un pezzo mancante. A volte condiviso, a volte, come nel mio caso, nascosto, negato, sepolto nel profondo delle anime rimaste.
    Questa proposta odora di speranza, di amore, di perdono per ciò che è stato e di possibilità di dare un senso ai drammi familiari costruendo a partire da lì una nuova storia.

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