“Quale gioia è più grande se non quella di donare la vita?”

Sono fermamente convinta che la maternità sia una delle esperienze più belle che una donna possa fare nel corso della sua esistenza. “Quale gioia è più grande se non quella di donare la vita?” Il nostro corpo è stato concepito per accogliere e dare la vita e così i nostri cuccioli, avvolti nell’ utero e cullati dal liquido amniotico, trovano l’ambiente ideale e sicuro per crescere. Ma altrettanto vogliamo poi ottenere da loro. Infatti viviamo questo meraviglioso periodo riponendo, inconsapevolmente, in quel piccolo essere che sta per nascere tutte le nostre speranze,progetti e aspettative. Quindi loro assorbono i nostri timori,malumori, dubbi e soprattutto i nostri dolori,ne fanno esperienza propria e alla fine li devono rimuovere per poter sopravvivere nel nostro utero. Ci amano a prescindere e questo ci fa sentire forti e gratificate ci sembra quasi un risarcimento, una pretesa. Insomma senza esserne coscienti “gli presentiamo il conto”. Sfatiamo lo stereotipo della mamma bella, brava e buona e cerchiamo la verità: non siamo perfette come ci descrivono nelle canzoni ma siamo piene di paure e di vuoti da riempire e spesso cerchiamo di farlo proprio con i nostri figli.

I nostri cari “bamboccioni” sono il frutto dei vuoti che noi mamme abbiamo bisogno di riempire e lo facciamo usando tutte le armi a nostra disposizione. Arriviamo ad usare:la manipolazione, i sensi di colpa, la seduzione e ultimo ma non meno efficace il vittimismo. Così facendo ci appropriamo della loro vita. Vero è che c’è anche una grande complicità da parte loro! Ma abbiamo un’altra grande arma e questa volta a nostra difesa: l’immenso e incondizionato amore che siamo in grado di dargli per tutta la vita. Lo stesso amore che ci apre gli occhi e ci fa acquisire la consapevolezza degli errori che commettiamo quando neghiamo ai nostri figli di realizzare i loro progetti solo per portare avanti i nostri. Molte donne sono spaventate dalla metamorfosi che subisce il loro corpo in questo periodo fino al punto di rinunciare alla maternità; come è possibile non vedere la bellezza che traspare da un corpo di una donna in gravidanza? L’emozione e la gioia di questo magico, meraviglioso e sconosciuto processo della natura che la vita ha voluto offrire a noi donne. Possibile che prese dalla frenesia di raggiungere i clichè che la società ci impone diventiamo cieche di fronte a tanta bellezza? Io ho avuto tre figli e sono la gioia immensa che corona la mia vita.

Il periodo della gravidanza è stato, per me, come vivere un sogno: ogni movimento che percepivo e il mio corpo che man mano si trasformava rendeva reale il sogno che stavo vivendo. Certamente non è stato facile, ognuno di loro ha il suo carattere e affronta la vita e le situazioni con modalità diverse. Credo di aver fatto molti errori, ma anche di aver realizzato insieme a loro molte cose belle: gli ho insegnato a non essere perfetti cercando di correggere la mia mania di perfezione; di rispettare gli altri imparando a rispettare per prima me stessa; ad essere umili chiedendo io per prima scusa ogni qualvolta facevo degli errori. Non è la nostra rigida autorità che insegna ai figli ma l’esempio che diamo loro. Abbiamo gioito e sofferto insieme, gli ho insegnato i valori e principi della vita ma ho anche imparato tantissimo dalla loro autenticità e creatività. Gli ho permesso di crescere anche se la loro indipendenza mi ha sempre spaventato, la sensazione era quella di non essergli più necessaria. Poi mi sono resa conto che nello stesso momento che li rendevo indipendenti gli davo anche il piacere di cercarmi.

E allora alla domanda: “Quale gioia è più grande se non quella di donare la vita?” La mia risposta è: “Donare la libertà di viverla.”

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