Il creatore del sistema Biodanza
Rolando Toro Araneda è nato in Cile il 19 aprile 1924, ed è psicologo, antropologo, poeta, pittore e musicista Ha tenuto la Cattedra di Psicologia dell’Arte e dell’Espressione nell’Istituto di Estetica della Pontificia Università Cattolica del Cile ed è stato Docente del Centro di Antropologia Medica della Scuola di Medicina dell’Università del Cile. E’ stato nominato Professore Emerito dell’Università Aperta Interamericana di Buenos Aires, in Argentina. E’ il creatore del Sistema Biodanza ed è Presidente dell’International Biocentric Fondation. E’ poeta e pittore. Ha pubblicato molti libri di poesia e realizzato esposizioni di pittura in Brasile e in Europa. Ha vissuto in Argentina, Brasile e Italia. Nel 1998 è ritornato a Santiago in Cile dove tuttora risiede e da dove coordina tutte le attività internazionali di Biodanza. La sua ricerca Rolando Toro non capì perchè la più diffusa e dissennata attitudine della moderna società umana fosse quella di andare in ogni modo ad inibire e controllare tutto ciò che negli esseri umani è genetico, spontaneo, libero e naturale. Non riuscì a farsi una ragione del perchè il progredire della cosiddetta “società civilizzata” anzichè favorire una globale evoluzione dell’uomo avesse invece le nefaste conseguenze di atrofizzare progressivamente negli individui tutti gli impulsi più semplici, atavici e naturali quali l’allegria, l’impeto vitale, il piacere, l’esaltazione creativa, la tenerezza, l’amore, il desiderio sessuale, l’amicizia, la beatitudine.
… E per recuperare tutto questo creò la Biodanza. Afferrma Rolando Toro: ” Un progresso tecnologico impazzito portatore di una visione sempre più distaccata, materialistica e razionale della vita ha fatto sì che il nostro tempo e la nostra epoca pagassero il prezzo più alto : il progressivo inaridimento affettivo, intuitivo ed emozionale degli esseri umani. ” E’ in questa squilibrata evoluzione del potenziale umano che devono essere ricercate le cause del grande disagio esistenziale che è all’origine delle malattie : noi diventiamo organicamente vulnerabili quando indeboliamo il primordiale legame con la profondità del nostro essere, là dove la vita accade con istinto, empatia ed intuizione rivelandoci con altissima precisione i nostri bisogni primari e le nostre priorità esistenziali. E’ esattamente nel momento in cui si attiva questo flusso empatico di comunicazione con noi stessi che noi godiamo di quella indescrivibile libertà interiore che deriva dal “sentire” profondamente la vita piuttosto che limitarsi soltanto a pensarla razionalmente “