Quanta paura di amare
La Cosmo-Art e la Coppia
Quanta paura di amare: voglio aprire il mio cuore all’amore della Vita e dell’Universo.
Parlare di amore al giorno d’oggi è un po’ come fare un giro sulle montagne russe: siamo immersi in un vortice di emozioni spesso lontane dal contatto profondo con la realtà. Immaginiamo l’amore come un qualcosa di irreale o irraggiungibile, fuorviati dall’idea dell’amore romantico dei film costruiamo nelle nostre menti immagini dell’amore distorte e a volte prive di senso. Fantasie irreali ingigantite da una società purtroppo fuori dai binari, galoppano senza sosta nella nostra mente e ci portano a ricercare un amore che ahimè non esiste.
Dietro questo costrutto secolare c’è una società materialistica sempre pronta ad alimentare – con ogni mezzo possibile – questa millenaria illusione. Di quale illusione stiamo parlando? Tutti durante il corso della vita abbiamo sentito parlare dell’altra metà della mela o della fantomatica anima gemella. Anche i baci perugina ci bombardano costantemente nel raggiungimento di questo obiettivo, di questo ideale che deve essere conquistato per dare senso alle nostre vite. E’ proprio questa falsa credenza che ha alimentato fantasie illusorie e che ci relega costantemente a contattare frustrazioni, inadeguatezze e senso di impotenza.
Paura di amare: l’illusione di un amore perfetto
E’ proprio l’ideale di perfezione che si nasconde dietro questo ipotetico amore che non ci permette di contattare profondamente la nostra essenza di esseri umani e nemmeno quella degli altri. Un’illusione che non ci da pace e ci fa sentire sempre incompleti, fuori posto o non all’altezza. Facciamo anche i conti con la verità: dietro l’illusione di cui spesso siamo preda si nasconde una profonda paura di amare. Perché se da una parte rincorriamo l’amore eterno e romantico dei film, dall’altra cerchiamo di allontanarcene a gambe levate poiché ne siamo profondamente spaventati. E’ un paradosso – è vero – ma questa è la dura verità con cui l’essere umano deve fare i conti.
Probabilmente la paura più grande è quella di sentirsi rifiutati e quindi inadeguati, non all’altezza delle aspettative. Si tratta di una delle paure più antiche ed arcaiche del mondo poiché pone le sue radici nella vita intrauterina. Nell’utero il feto è sottoposto più e più volte ad “attacchi” di ogni genere specialmente di natura rifiutante. L’imprinting con un utero rifiutante sarà per tutta la vita ed è compito di noi esseri umani lavorare su questa ferita e trasformarla.
Lavorare ogni giorno per sciogliere il nodo di dolore attraverso l’accettazione e il balsamo curativo del perdono. Nulla è perfetto in questo Universo e di certo non lo è stata nemmeno la vita nel grembo di nostra madre ma se ci rendiamo disponibili a lavorare su questa ferita, allora tutto ci sembrerà cambiare e riusciremo a vedere il mondo con occhi diversi.
La paura del rifiuto non ci aiuta a predisporci all’incontro con l’altro e ci relega in un circolo vizioso di chiusura, inconcludenza e perché no – immobilismo. Tuttavia nei meandri reconditi di questo circolo, la paura non è l’unico “veleno” che contattiamo. Il vittimismo va a braccetto con quel senso di inadeguatezza che tanto conosciamo bene e che ci fa domandare sommessamente “perché nessuno mi ama?”.
Il vittimismo è davvero un’arma a doppio taglio perché prima o poi tutte le vittime si trasformano in carnefici. Dov’è la nostra responsabilità in tutto questo? La Vita è colma di doni e abbondanza, non vedere tutto ciò è una scelta che compiamo liberamente, è una visione che decidiamo di abbracciare in modo del tutto autonomo.
Vado oltre la paura di amare: creo Bellezza
Se solo fossimo disponibili ad aprire realmente il nostro cuore – in primis attraverso l’amore per noi stessi – allora la nostra visione del mondo e delle relazioni cambierebbe drasticamente. Togliamoci questo velo dagli occhi: l’amore è azione, è decisione di crescere, è “sporcarsi” le mani ogni giorno insieme per costruire Bellezza. L’amore è dialogare profondamente e realmente gli uni con gli altri, è accettare reciprocamente fragilità e imperfezioni, imparare gli uni dagli altri.
L’amore non dà nulla fuorché sé stesso, e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.
Kahlil Gibran
Il Prof. Antonio Mercurio grazie al suo pensiero rivoluzionario ci parla dell’amore come dono, un amore che dona e che si dona nella libertà e nel rispetto dell’altro. Non un amore simbiotico, castrante o invalidante. E’ lontano anni luce dall’amore come possesso che invece ingabbia le nostre anime e i nostri cuori e ci fa contattare la più grande delle infelicità. E’ profondo e reale, imperfetto ma giusto, è un amore che vuole volare lontano, svilupparsi e crescere.
Tutti noi esseri umani possiamo coltivare questo tipo di amore decidendo di innaffiare ogni giorno il giardino dell’amore per noi, perché se prima non stiamo bene con noi stessi e non ci prendiamo cura di noi, non potremo mai aprirci all’amore verso un Tu ed instaurare con lui una progettualità. E’ possibile ed è realizzabile. Ci vuole impegno, coraggio, decisione di affrontare la paura e tanto desiderio di creare Bellezza.
“Se lo costruisci lui tornerà” (Ray Kinsella, nel film “L’Uomo dei Sogni”, di P.A. Robinson, 1989)