Quando i figli se ne vanno

La Cosmo-Art e i Figli

I figli: un ponte verso il futuro.

La genitorialità è sempre stato un tema molto delicato e discusso. Tante le opinioni, le idee, i pareri di esperti in materia, luminari dalle ottime competenze e conoscenze. Tuttavia essere genitori è il ruolo più difficile del mondo. Dietro le nostre figure genitoriali immaginiamo e proiettiamo tutto ciò che ci è possibile, i nostri desideri, le aspettative, le pretese più coriacee. Insomma tutto lo scibile presente in questo universo. E’ tutto ciò di più antico e naturale che possa esistere. Tuttavia questo non ci allontana dalle innumerevoli difficoltà, fragilità e ambivalenze che in questo ruolo si celano.

Un famoso detto afferma nessuno nasce imparato, tutti abbiamo un percorso da intraprendere e delle cose che necessariamente dobbiamo imparare. Essere genitori è una vera e propria arte da apprendere ogni giorno facendo i conti e battendo la testa anche contro ansie, paure, imperfezioni e senso di inadeguatezza. Mettiamoci l’anima in pace: nessun genitore è perfetto. Combattere e pretendere che tutto questo non sia vero è una battaglia già persa in partenza.

I genitori sono il tramite con cui veniamo al mondo, ci hanno donato la vita, ci hanno fatto il dono di una meravigliosa opportunità ma non sono e non saranno mai all’interno della bolla dorata della perfezione. Divenire genitori significa separarsi da una vecchia identità per acquisirne una nuova tutta da scoprire e costruire. Una identità che si sposa con la decisione e consapevolezza di divenire adulti, persone responsabili non più solamente di se stesse ma anche di una nuova vita. Significa affrontare una vera e propria morte interiore ed abbracciare un senso di responsabilità tanto grande quanto la terra intera.

I figli e la vita prenatale

Una delle fasi più complicate nell’essere genitori è quando il figlio entra nell’adolescenza. Da figlia femmina quasi trentenne ricordo benissimo quanto fossero duri quegli anni, quanta rabbia riversata sui miei genitori, quante pretese, litigi e malessere accumulato. Se vogliamo noi figli possiamo dare davvero del filo da torcere ai nostri genitori. Crescendo e dopo un lungo travaglio interiore ho saputo vedere nei miei genitori delle persone con delle grandi fragilità, con una storia personale fatta di dolore e di perdite. Ho saputo riconoscere la loro anima ed essenza allontanandomi a poco a poco da quell’ideale di perfezione che con tanta superbia gli avevo affidato.

Durante la vita prenatale madre e figlio vivono in un vero e proprio rapporto simbiotico. Grazie alla madre il feto si alimenta attraverso il cordone ombelicale, assorbe tutto ciò che gli serve per crescere ed effettuare la capriola esistenziale che lo porterà alla vita. Questo su un piano biologico e se vogliamo pragmatico. Abbiamo mai pensato invece quanto conti il piano più profondo ed esistenziale nel rapporto con la madre?

Durante la vita intrauterina il feto è in contatto profondo ed estremo con la madre, assorbe i suoi pensieri, i suoi stati d’animo, le sue gioie, i suoi malesseri e perfino i suoi dolori. E’ nella nostra vita prenatale che si gioca gran parte della nostra esistenza. Potremmo non essere stati desiderati o non riconosciuti nella nostra identità di genere. Tutto ciò potrebbe aver alimentato in noi una forte rabbia e un potente odio. Potremmo aver fatto nostri dei condizionamenti difficili da abbandonare.

E’ possibile ed è importante trasformare questo vissuto se lo vogliamo davvero. Posizionandoci su un piano di umiltà e quindi piegando tutto il nostro orgoglio ferito che brama per essere risarcito dei torti subiti. In questo modo potremo vedere in nostra madre una donna con delle grandi fragilità e saremo in grado di perdonarla. Il perdono è infatti quel balsamo che cura e lenisce tutte le ferite, che dona pace e libertà per poter vivere una vita davvero degna di essere vissuta. La ferita a poco a poco viene ricucita, il cuore si ripara e si è pronti verso una nuova esistenza.

Fare il dono della Libertà ai nostri figli

Quando invece i figli crescono? Questa è una domanda da un milione di dollari. Nessun genitore vorrebbe mai separarsi dai figli e neanche noi figli vorremmo separarci da loro. Vorremmo tenere i nostri figli sempre lì con noi crescendoli fino ai quarant’anni, in nome di un senso di protezione senza mai fine. Così facendo quel rapporto simbiotico che avrebbe dovuto terminare con la nascita biologica, viene costantemente tenuto in vita e alimentato. Decidendo di nutrire il rapporto sulla scia della simbiosi e delle castrazione, i nostri figli non potranno mai aprire le ali e donarsi al mondo.

I vostri figli non sono figli vostri…

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.

Kahlil Gibran

Quello della libertà è il dono più grande che un genitore possa fare ad un figlio. Donare la libertà di essere se stesso, di sbagliare, di crescere, di separarsi da un rapporto simbiotico che non è più funzionale per la sua vita. La libertà è quel ponte speciale che guarda verso il futuro e l’infinito alla scoperta di noi esseri unici e speciali. E’ in questa decisione che si gioca il futuro dell’umanità: il mondo non può più permettersi di non crescere ed evolvere. E’ tempo di rimboccarsi le maniche ed essere profondamente artefici della nostra vita e costruire il futuro che tanto sogniamo. Assolvere al progetto affidatoci dalla vita.

Non è mai facile donare la libertà ai propri figli. Nel farlo il genitore vive una vera e propria separazione, anche simbolica, nella quale sperimenta senza alcun dubbio il dolore. Il dolore come afferma la Cosmo Art è una forza cosmica che serve per creare. Contattarlo è un passo necessario e fondamentale ma lo è altrettanto decidere di guardarlo bene nel profondo e trasformarlo. Utilizzare quel dolore della separazione tanto cocente quanto vivo è una nuova possibilità che diamo a noi stessi e al rapporto genitore-figlio. Significa guardare con occhi nuovi e rivolgere il cuore verso l’orizzonte. Costituisce anche il passo iniziale per una nuova nascita: un nuovo rapporto più maturo fatto di amore e libertà si appresta a nascere e necessita di tutta la nostra decisione e di tutto il nostro coraggio per venire al mondo.

Non ci sarà più simbiosi o fusione bensì amore, decisione e consapevolezza. Non sarà mai un rapporto perfetto ma andrà bene così com’è in tutta la sua meravigliosa imperfezione. E’ qui che entra in gioco la gratitudine. Essere figli e genitori grati per tutto ciò che è stato, che c’è e che ci potrà essere è quella chiave speciale e straordinaria che travalica qualsiasi legge. Esprimere gratitudine è un dono che facciamo alla vita e all’universo che ci tornerà indietro portando nella nostra vita sempre più Bellezza Seconda.

Al Maestro Antonio Mercurio, straordinario Artista della Vita che con il suo pensiero e il suo grande cuore ha saputo rivoluzionare la vita di tante persone e l’Universo intero.

Con profonda gratitudine.

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1 COMMENTO

  1. Un meraviglioso articolo,
    mi ha toccato molto!
    Ti ringrazio per le tue preziose riflessioni e per aver illuminato un tema così delicato!

    Un grande abbraccio
    Francesca

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