La Cosmo-Art e il dolore
Progetto reattivo e progetto creativo: la scelta di trasformare il dolore
E’ nel dolore che è piantato il seme del progetto che l’universo ha per noi, ci dice Antonio Mercurio. Ma noi vogliamo veramente andare a contattare il nostro dolore? Non è facile, è un cammino a ritroso fatto di ricerca, di coraggio e di decisione, è un percorso a tappe, un profondo processo evolutivo. Come prima cosa potremmo accettare che per non ricontattare le nostre ferite antiche troviamo mille modi per difenderci.
Il progetto reattivo
Già nell’utero di nostra madre riceviamo la prima ferita, ma come feti non siamo in grado di reagire né di sopportarlo e quindi lo rimuoviamo. Il dolore resta però dentro di noi e quando nasciamo fisicamente lo teniamo ben nascosto e sepolto sotto un mare di rabbia. Non siamo pronti ad affrontarlo. Diventati adulti mettiamo in campo tutti i nostri meccanismi di difesa: neghiamo, rimuoviamo, proiettiamo, razionalizziamo, ed odiamo. Il nostro Io psichico entra in azione e la reattività si scatena alimentata in continuazione dal nostro Io fetale. Vogliamo essere risarciti per i dolori passati. Il disagio è grande ma resistiamo, ciechi e sordi ai messaggi che la vita ci manda. Cominciamo però a chiederci quale sia la vera ragione del nostro disagio e perché lo avvertiamo sempre uguale nelle situazioni dolorose o conflittuali che ci troviamo a vivere. Ci sentiamo arrabbiati e pieni di odio, anche se ci riesce difficile accettarlo.
La scelta
Il passo successivo è ammettere con noi stessi che possiamo odiare, che abbiamo odiato, portando avanti un progetto di vendetta, che non ha fatto altro che ritorcersi sempre contro di noi. E’ nel momento di crisi che capiamo di dover fare una svolta e che dobbiamo trovare il modo di uscirne. Nella crisi emerge il meglio di ognuno (Albert Einstein) ed è questo il momento in cui possiamo fare un passaggio ulteriore : andare a scoprire che cosa si cela sotto al nostro odio. Possiamo restare imprigionati nei traumi intrauterini , oppure scegliere di fare una capriola e di uscirne.
Il nostro progetto creativo : il perdono
Fare questo vuol dire perdonare, sciogliendo in gran parte il nostro odio, non tutto. Dovremo sempre continuare a fare i conti con le nostre ferite antiche e con la nostra decisione di voler perdonare. Perdonare noi stessi e gli altri per l’odio provato. Perché l’odio va assunto, sentito, manifestato e poi sciolto attraverso il perdono, L’odio ed il perdono sono atti spirituali, non provengono dal nostro Io psichico. Perdonare vuol dire lasciar andare, con la mente e con il cuore e questo ci porta a riconcepirci in una nuova identità e a risolvere il nostro trauma in modo sostanziale anche se non completo. Con la forza del perdono possiamo decidere di ripassare attraverso il nostro primo trauma, il primo dolore patito nella pancia di nostra madre, quello che ci siamo portati dentro fino ad ora e superare la paura di morire. Sì, perché è questa la sensazione che temiamo di più, ci sembra che il dolore sia troppo grande da sopportare e che ci possa annientare. Spesso il dolore ci da un’angoscia di morte, “il dolore è un assaggio della morte” ci dice Antonio Mercurio, ma ci dice anche che il dolore contiene un’enorme quantità di energia, energia creativa. Possiamo scegliere come usarla.
La trasformazione
Possiamo paragonare l’energia contenuta nel dolore all’energia termonucleare che si produce nel processo della nascita di una stella. La condensazione della stella porta ad una collassazione verso l’interno, la temperatura sale e si arriva ad un punto critico che provoca una reazione termonucleare. Noi, attraverso una reazione termonucleare, il dolore, possiamo scegliere se diventare delle stelle luminose oppure implodere e diventare buchi neri, accumulando dolore e divorando tutte le occasioni che la vita ci offre. Decidendo di trasformare il nostro dolore in energia creativa diventiamo artisti della nostra vita, modellandola e trasformandola nella nostra personale opera d’arte. Consapevoli di questo entriamo in un continuo processo creativo ed evolutivo che è quello che la Cosmo-Art definisce artistico. “La vita è e diviene” dice Antonio Mercurio e noi insieme alla vita ci trasformiamo continuamente, morendo e nascendo di nuovo mille volte, con una nuova identità, scegliendo di aderire profondamente al progetto che la vita e l’universo hanno per noi.