Riflessione semiseria sui social network

Ebbene si, sono in piena crisi d’identità da social network! Da circa due giorni sono entrata in un tunnel di riflessioni e considerazioni varie riguardo all’utilizzo di tali mezzi. Parlo di Facebook, di Twitter, di Pinterest, di Instagram e similari. Avverto la grande potenzialità di comunicazione e l’incontrovertibilità del fenomeno ma mi interrogo su cosa significhi davvero ‘metterci la faccia’. Ricordo una prima fase in cui rifiutavo di partecipare a questo ‘gioco’ convinta che non mi interessasse. Poi qualcuno mi fa iscrivere, i primi contatti, qualche amico e parente lontano che riaffiora alla memoria e una sana curiosità di andare a vedere come sono oggi. Inizia la partita. Si prosegue con la condivisione di eventi, passioni, iniziative varie e si cerca di comunicare al mondo lì fuori chi siamo e cosa ci piace fare. La domanda che mi gira in testa in questo momento è: “dov’è il confine tra un sano desiderio di condivisione e comunicazione e un bisogno di mostrarsi e costruire un’immagine che ci faccia sentire valorizzati?”.
Alle volte ho provato io stessa disagio di fronte alla foto dell’amica (per la quale provo per altro un sincero affetto) a passeggio su un atollo incontaminato in una evidentemente perfetta luna di miele o di fronte all’ennesima stakanovista della ricetta perfetta appena eseguita e consumata in compagnia di una famiglia adorante e perfettamente gaudente! A parte l’annosa questione dell’invidia – morbo molto più diffuso in ognuno di noi di quanto si ritenga socialmente accettabile – mi rendo conto che spesso lì sopra mettiamo il meglio di noi, ciò che ci fa stare bene e ci piace condividere con altri…non vuole essere buonismo il mio ma sento che comunque facciamo una selezione e questa non è la vita vera.

Nella vita c’è la passeggiata sull’atollo (almeno la sogniamo) ma c’è pure la litigata prima di scendere in spiaggia per una banale incomprensione, c’è la torta da manuale ma ci sono pure un sacco di bastoncini findus semicarbonizzati…e il bello è questo: la possibilità che abbiamo di unificare gli opposti, di accogliere in noi il bello e il brutto, il chiaro e lo scuro, il forte e il debole e sentire che va bene così. Non pensate sarebbe più ‘politically correct’ ripromettersi di inserire ogni 3 foto o notizie belle anche una dei momenti bui e meno facili? E magari fare tutti insieme l’esercizio di armonizzare le parti, fare gli artisti della vita e creare una bellezza tutta speciale e tutta nostra che scaturisce da tutto ciò? Ai ‘taggati’ l’ardua sentenza…

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