Orgoglio: un cattivo maestro in famiglia

L’orgoglio: un cattivo maestro in famiglia

Cosmo-Art e senso della vita

L’orgoglio rappresenta una componente della nostra personalità capace di influenzare tutte le nostre relazioni. Viviamo spesso situazioni difficili e complicate proprio a causa del nostro comportamento orgoglioso.

Essere orgogliosi di Sé nella vita può risultare utile, perché ci permette di essere consapevoli delle nostre capacità, di valorizzare i nostri successi. Averne troppo può essere dannoso, mettendo a rischio le relazioni che abbiamo, fino a condurci a rovinare i rapporti con le persone che amiamo e  può condurci ad isolarci.

“L’orgoglio di una persona è responsabile di quasi tutta la sua solitudine.”
Richard Krause

Quando manifestiamo un esagerato senso di autostima e di apprezzamento per noi tendiamo a ritenere di non essere mai in errore e di essere superiori agli altri.

Orgoglio: un maestro distruttivo

Anche la dose di orgoglio che utilizziamo nei rapporti familiari, incide in modo determinante sull’andamento e sul dialogo che stabiliamo con i componenti della nostra famiglia. Una dose massiccia contribuisce senz’altro ad allontanarci dalla soluzione dei nostri problemi e ci complica la vita.

Tali relazioni sono quasi sempre caratterizzate da molte dinamiche determinate  dal comportamento orgoglioso che assumiamo. Per dinamiche intendo: conflitti e/o incomprensioni scaturite da proiezioni di cui molto spesso, non siamo consapevoli, ma che determinano il cattivo andamento dei nostri rapporti.

Orgoglio, presunzione e superbia fanno parte della famiglia del nostro cattivo maestro e si esprimono quasi sempre insieme, dandocene un ottimo esempio nei rapporti familiari.

Un maestro bambino

Difficilmente il sentirsi orgogliosi ci permette di mettere in discussione i nostri comportamenti perché siamo convinti di aver agito sempre alla perfezione.

Il nostro immaginario dell’ideale di perfezione crea una distanza avallata proprio dal nostro cattivo maestro, l’orgoglio. La nostra posizione diventa quella di chi pensa di non dover mai chiedere scusa, piuttosto si attendono sempre le scuse dagli altri, che puntualmente non arrivano mai.

Nell’ambito familiare questo cattivo maestro detta un suo codice specifico di comportamento da seguire; con le sue leggi e le sue regole imposte. Che noi ascoltiamo e seguiamo!

Regole e leggi con cui non si dialoga. Ci fanno assumere comportamenti rigidi e di chiusura totale verso l’esterno. Un vero e proprio arroccamento sulla torre più alta del nostro io bambino. Queste dinamiche ci danno il polso della situazione rispetto al nostro grado di maturità.

E’ un atteggiamento che ci allontana da tutti i rapporti familiari. Ci separa anche da noi, e dalla possibilità di sciogliere tensioni e incomprensioni in modo maturo e da persone adulte. Tutto diventa complicato e gli ostacoli che si frappongono tra noi e gli altri componenti della famiglia, diventano insormontabili.

Orgoglio: una maschera di accuse

Quando agiamo con orgoglio, in realtà, stiamo indossando una maschera per poter nascondere le nostre debolezze e fragilità. Soprattutto l’incapacità a saper gestire le nostre emozioni profonde.

E’ una componente che ci parla del nostro dolore, delle nostre aspettative tradite, delle nostre pretese nei confronti degli altri. Delusioni cocenti che scagliano saette dentro di noi e dichiarano vendetta fuori da noi.

Mattiamoci dalla parte del figlio, del marito o della moglie. C’è sempre una voce che dentro di noi afferma: “tu mi hai deluso, tu non mi hai capito, tu non hai fatto ciò che mi aspettavo. Adesso te la farò pagare!”

Questi sentimenti si attorcigliano dentro di noi annodandosi sempre di più con il sentimento del rancore. Che aumenta, aumenta ogni giorno di più.

Ci dimostrano quanto siamo incapaci a saper gestire le nostre dinamiche interne. Una guerra tra emozioni e sentimenti contrastanti dove vince sempre il nostro cattivo maestro.

Un altro maestro, saggio e umile

Non vogliamo provare quel senso di inadeguatezza che ci permetterebbe di vedere le vere responsabilità sull’accaduto e che metterebbero in discussione il nostro agire.

Ci sentiamo a disagio, e ci difendiamo come quando eravamo bambini. Tendiamo a nasconderci e a nascondere a noi stessi verità scomode da digerire. Verità che ci parlano delle nostre responsabilità in ogni rapporto ed in ogni situazione. In realtà non desideriamo crescere.

Non riusciamo a pensare di aver potuto commettere qualche errore, perché il nostro orgoglio ci impedisce di vedere la situazione da altri punti di vista. Siamo chiusi e bloccati, come in una gabbia oscura che ci ostruisce la via di uscita, ci tiene prigionieri.

Facciamo tacere il nostro cattivo maestro

La via di uscita: ma se invece di ascoltare il nostro orgoglio ferito e tutte le nostre accuse verso il componente della famiglia di turno, provassimo a scendere dalla nostra torre?

Se invece di ascoltare la voce del nostro cattivo maestro facessimo prevalere la voce dell’umiltà, dell’amore e della saggezza?

Cosa succerebbe? Accadrebbe quello che non ci saremo mai aspettati. L’avvicinamento, la riduzione della distanza che abbiamo creato. Ciò ci permetterebbe di accogliere ed ammettere le nostre parti ferite attraverso l’umiltà. Allo stesso tempo ci consentirebbe di uscire dall’isolamento delle nostre relazioni più importanti: quelle di famiglia.

Siamo capaci di contattare la nostra capacità di essere umili per poterci liberare dalla torre che ci imprigiona. “Allora scendete insieme a me dalla torre! Non abbiamo nessuna convenienza a rimanere isolati e addolorati. Scopriremo che laggiù qualcuno ci aspetta e ci ama!”

Orgoglio: sappiamo riparare

Facciamo appello al nostro amore e alla nostra capacità di riparare qualsiasi strappo, ogni separazione, accorciando la distanza. Utilizzare l’umiltà significa andare incontro alla madre, al padre, al figlio, al marito, alla moglie.

Abbiamo il coraggio di fare il primo passo?

Usciamo allo scoperto! Serve coraggio per divenire consapevoli di essere vulnerabili, ma se ci alleniamo diventerà più facile. Impegniamoci in un atteggiamento di ascolto, anche quando chi ci parla sembra esprimere un’idea incomprensibile per noi, mostriamo rispetto e accoglienza.

Sperimentiamo cosa significa essere inclusivi piuttosto che esclusivi.

Anziché emarginare i componenti della famiglia di cui non ci piacciono i comportamenti proviamo ad integrarli con il resto della famiglia. Consentiamogli una possibilità, uno spazio di espressione e valorizziamo i modi e le modalità diverse di comportamento.

Uniformarsi ad un unico modello non è sempre la soluzione ideale. Le diversità  probabilmente ci spaventa ma in realtà ci arricchisce. Ci consente di crescere e di confrontarci con nuove e diverse modalità espressive. Una palestra efficace per stabilire buone relazioni anche al di fuori della famiglia.

Come trasformo il mio cattivo maestro

Abbiamo il coraggio di scegliere di trasformare le nostre relazioni familiari conflittuali. Innanzitutto facilitiamo il clima attraverso il dialogo e lo scambio tra persone adulte, utilizzando la capacità di essere umili.

Diveniamo consapevoli delle nostre responsabilità, per comprendere che non siamo perfetti e che non abbiamo sempre ragione. Questa scelta rappresenta una crescita per stabilire legami forti di amore per noi e per i nostri cari.

Ricordiamoci che un atteggiamento umile può facilitarci nel chiedere aiuto, proprio quando siamo in difficoltà nel cercare una soluzione ai nostri conflitti. Non è un segno di debolezza. In realtà, allevia le sofferenze e promuove la collaborazione, quindi è la scelta più saggia e amorevole che possiamo compiere.

La capacità da coltivare più importante è l’atteggiamento umile, che ci permetterà di uscire dai dettami del nostro cattivo maestro che si chiama orgoglio.

Essere umili non significa mettere gli altri davanti a se stessi. Piuttosto significa non essere così egocentrici da perdere le occasioni di metterci in ascolto ed in armonia con gli altri.

Un primo passo può essere quello di mettersi dall’altra parte: nei panni del padre, della madre, della moglie  o dei figli per cercare di capire. Di comprendere il loro punto di vista e per poter entrare in contatto con loro. Per poter ritrovare l’amore per noi e per i nostri cari che rappresentano le persone più importanti della nostra vita.

Stabilire relazioni soddisfacenti prima di tutto in famiglia, sciogliendo i conflitti in modo maturo ci permetterà di conoscerci, di comprendere le nostre emozioni e di vivere meglio. Realizzeremo in tal modo la nostra vita nella Bellezza e nell’armonia, anche al di fuori dei rapporti familiari.

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