Il degrado ambientale non conosce frontiere. Le emissioni di zolfo in un Paese causano delle piogge acide in un altro, a seconda di come soffia il vento. L’assottigliarsi della fascia dell’ozono causato dal CFC usato in una nazione può portare ad un aumento dei casi di melanoma nella parte opposta del pianeta. In un mondo che è sempre più interdipendente, le Nazioni Unite debbono svolgere un ruolo decisivo nella protezione dell’ambiente e nella promozione di uno sviluppo sostenibile. A tale proposito, qui di seguito vengono esposti alcuni esempi: Il Vertice sulla Terra Al Vertice sulla Terra – la Conferenza dell’ONU su ambiente e sviluppo, svolta nel 1992 a Rio de Janeiro – i leader dei Governi, compresi 108 Capi di Stato, hanno adottato l’Agenda 21, un piano globale per lo sviluppo sostenibile. Da quel momento, l’Agenda 21 è diventata la base per numerosi piani nazionali e oltre 1.800 città e paesi in tutto il mondo ne hanno creato una propria versione locale. La Commissione dell’ONU sullo Sviluppo Sostenibile si riunisce annualmente per fare un rendiconto dei progressi ottenuti e proporre le linee guida per le politiche da seguire.
Nel Giugno 1997, l'”Earth Summit +5″, una sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha il compito di valutare quanto è stato realizzato dopo cinque anni, ha scoperto che, nonostante i progressi compiuti in molte aree, l’ambiente globale continua a deteriorarsi. I Governi si sono allora accordati per sviluppare ulteriori iniziative – tra cui azioni per l’acqua, l’energia, i trasporti e il turismo – ma sono stati assunti pochi impegni concreti. I Cambiamenti di Climatici La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, sottoscritta a partire dal Vertice sulla Terra del 1992, è stata ratificata da 175 Paesi, anche se poche fra le nazioni industrializzate rispetteranno l’obiettivo volontario di riportare le emissioni di gas serra ai livelli del 1990 entro il 2000. Nel Dicembre 1997, a Kyoto, i Governi hanno discusso su un Protocollo addizionale alla Convenzione in base al quale i Paesi industrializzati accetterebbero degli obiettivi legalmente vincolanti per diminuire le proprie emissioni complessive di sei gas responsabili dell’effetto serra di almeno il 5 per cento entro il quinquennio 2008-2012.
La prossima tornata di colloqui, prevista nel Novembre 1998 a Buenos Aires, si occuperà nel dettaglio di temi quali la possibilità di compensare le emissioni inquinanti fra vari Paesi e di altri meccanismi. Il Protocollo è stato sottoscritto da più di 50 nazioni. Nel Dicembre 1995, la Commissione Intergovernativa sul Cambiamento Climatico (IPCC), coordinata dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (un’agenzia ONU), ha pubblicato il suo secondo rapporto, nel quale viene riscontrata “una evidente influenza umana sul clima mondiale”. Basata sul lavoro di oltre 2.000 scienziati di spicco provenienti da 130 paesi, l’IPCC, istituita nel 1988, esamina la ricerca economica e scientifica sul cambiamento climatico. Assottigliamento dell’ozono In base a un emendamento al Protocollo di Montreal del 1987 gestito dall’UNEP, i Paesi industrializzati si sono impegnati a vietare la produzione di CFC entro l’inizio del 1996. Per l’adesione da parte dei Paesi in via di sviluppo è invece prevista una moratoria della durata di 10 anni. Si prevede inoltre lo sviluppo di programmi volti ad eliminare altre sostanze responsabili dell’assottigliamento della fascia d’ozono.
Le piogge acide Le piogge acide in Europa e Nord America sono state ridotte in maniera significativa in base a quanto previsto dalla Convenzione del 1979 gestita dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa. Scorie tossiche e rifiuti chimici Nel 1989, al fine di regolare i quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti tossici che ogni anno attraversano i confini nazionali, alcuni Paesi hanno negoziato la Convenzione di Basilea sui rifiuti pericolosi, gestita daLl’UNEP e ratificata sino ad oggi da 121 nazioni. Nel 1995 il trattato è stato rafforzato rendendo illegale l’esportazione di rifiuti tossici dalle nazioni industrializzate ai Paesi in via di sviluppo, i quali spesso non dispongono della tecnologia per una gestione sicura delle scorie. Nel 1998, poi, oltre 100 Governi hanno adottato un trattato internazionale per la condivisione delle informazioni relative al traffico di agenti chimici pericolosi e dei pesticidi, negoziato sotto gli auspici della FAO e dell’UNEP Diversità biologica La Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica, sottoscritta al Vertice sulla Terra del 1992 e da allora ratificata da 174 nazioni, obbliga i Paesi a proteggere le specie animali e vegetali preservando il loro habitat naturale e con altri mezzi.
Nel 1995, la Valutazione della Biodiversità Globale, coordinata Dall’UNEP, ha rilevato come l’estinzione delle specie, in larga misura addebitabile ad attività umane, stesse proseguendo a una velocità senza precedenti. La protezione delle specie in pericolo viene inoltre messa in atto sotto l’egida del CITES – la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie in Pericolo, del 1973 – gestita dall’UNEP. In ottemperanza a quanto previsto dal CITES, le nazioni si incontrano periodicamente per aggiornare l’elenco di quelle specie vegetali e animali, o i quei prodotti, come l’avorio, che dovrebbero essere protette da quote di produzione o da divieti totali. Risorse ittiche e marine Il monitoraggio globale delle riserve ittiche viene svolto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), la quale stima che il 70 per cento delle piattaforme marine ricche di pesce siano state depauperate o si stiano ricostituendo dopo uno sfruttamento intensivo. Nel Dicembre 1995 è stato adottato un accordo legale delle Nazioni Unite volto a regolare la pesca in alto mare, negoziato a seguito del Vertice sulla Terra.
L’accordo, che mira a prevenire lo sfruttamento intensivo delle risorse ittiche, e ad allentare le tensioni internazionali causate dalla competizione per gli stock ittici in via di esaurimento, è stato sottoscritto da circa 60 Paesi, ma è stato ratificato solo da 18 delle 30 nazioni di cui ci sarebbe bisogno per farlo diventare legalmente vincolante. Inquinamento marino A partire dal 1981, dopo l’adozione di una Convenzione legale discussa dall’Organizzazione Marittima Internazionale, un’agenzia ONU, l’inquinamento causato dal petrolio scaricato dalle navi è stato ridotto del 60 per cento. Il trattato, che attualmente si applica a più dell’85 per cento del trasporto commerciale marittimo mondiale, impone inoltre alle imbarcazioni dei severi controlli nella gestione dei rifiuti. Nel 1995 i Governi hanno adottato un piano d’azione contro le cause terrestri di inquinamento marino, mentre hanno avuto inizio dei colloqui per raggiungere un accordo legale per regolamentare gli inquinanti organici persistenti come il DDT, i PCB e la diossina. Desertificazione La Convenzione delle Nazioni Unite contro la Desertificazione – che è stata istituita in occasione del Vertice sulla Terra – è divenuta legalmente vincolante nel Dicembre 1996.
La desertificazione, ovvero il degrado delle terre aride o semi aride, è un problema che interessa le esistenze e la produzione alimentare di oltre 900 milioni di persone in tutto il mondo, e specialmente in Africa. Foreste Per combattere globalmente la deforestazione, la FAO verifica la distruzione delle foreste e il commercio del legname, assistendo i Paesi in via di sviluppo nella gestione dei boschi. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono tagliati o bruciati circa 13,7 milioni di ettari di foreste – un’area che ha la medesima estensione del Nepal. Nel Marzo 1997, il Comitato Intergovernativo per le Foreste, che ha lavorato per due anni sotto l’autorità della Commissione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, ha adottato più di cento proposte d’azione. Nel Giugno 1997, nel corso della sessione dell'”Earth Summit +5″, i Governi hanno istituito un Forum Intergovernativo sulle Foreste per verificarne l’attuazione e costruire il consenso intorno agli stadi successivi del programma – ad esempio, la possibilità di un trattato sulle foreste. Acque Uno studio organizzato dalle Nazioni Unite, nel 1997, ha scoperto come un terzo della popolazione mondiale viva in Paesi che debbono far fronte a carenze, da moderate a gravi, nella disponibilità di acque potabili; entro il 2025 questo dato potrebbe interessare i due terzi della popolazione mondiale, a meno che non vengano intraprese delle misure al riguardo.
Governi ed esperti stanno di conseguenza lavorando per raggiungere un accordo sulle politiche idriche. LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE GLOBALE Sovvenzioni per l’ambiente Il Fondo Mondiale per l’Ambiente (GEF) – gestito in cooperazione dalla Banca Mondiale, dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e dall’UNEP – è diventato la principale risorsa per il finanziamento multilaterale di progetti ambientali nei Paesi in via di sviluppo. Nel 1998 il GEF è stato rifinanziato dai Paesi donatori con l’obiettivo di raggiungere oltre 2,75 miliardi di dollari. Per ulteriori informazioni si prega contattare: Daniela Salvati/Katia Miranda Centro di Informazione delle Nazioni Unite Piazza San Marco, 50 00186 – Roma Tel. 06.6789907 Fax 06.6793337 UN Department of Public Information tel. +1.212.963-6870 fax +1.212.963-1186 e-mail: vasic@un.org UNEP/Regional Office for North America tel. +1.212.963-8210 fax +1.212.963-7341 e-mail: uneprona@un.org Pubblicato dal Dipartimento Informazione Pubblica delle Nazioni Unite – DPI/1814/rev.5 -Ottobre 1998 Versione italiana a cura del Centro di Informazione delle Nazioni Unite, Dicembre 1998