La mia esperienza con Freddy Nielsen
Ho incontrato Freddy Nielsen quando è venuto per la prima volta a Verona poco più di un anno fa. Freddy, biondo ragazzone scandinavo trentenne, è stato fra i primi in Europa ad aver raggiunto lo stato di Mukti (=liberazione) e dunque di unità (=oneness), grazie all’avatar indiano Sri Bhagavan. Mi aspettavo di incontrare il classico guru dall’aria mistica e meditativa che, guardandoci da “là dove lui è” ci avrebbe descritto il suo paradiso per poi vendercene il biglietto. Invece, sorpresa! Freddy è uno di noi! Ed è qui con noi, anche perché, in uno stato di unità, non potrebbe essere “altrove” per definizione. Ed allora parla con noi, ridendo spesso, con l’entusiasmo di chi è appena uscito dalla grotta dove abbiamo sempre vissuto insieme ed è rientrato di corsa per dirci che là fuori c’è un mondo meraviglioso. Annuncia il “comunismo dell’illuminazione” (parole sue) ovvero la possibilità per tutti (proprio tutti) di accedere ad un nuovo stato di coscienza e che ciò è possibile proprio grazie al realizzarsi della missione di questo avatar moderno e di sua moglie Amma, che ne rappresenta il principio femminile.
Ma la notizia migliore (udite, udite!) è che non c’è niente di particolare da fare! Non anni di meditazione, di mistiche contorsioni, di devozione rituale, di rinunce ascetiche, nemmeno cambiare dieta e abbandonare la tanto amata cotoletta! Basta rendersi disponibili a ricevere attraverso di lui, e degli altri che hanno raggiunto la sua condizione, il Diksha, l’energia divina trasmessa mediante il contatto delle mani con la sommità del capo o addirittura con il semplice sguardo. Il termine esatto è Mukti Diksha, ovvero iniziazione alla liberazione, che Freddy ha raggiunto al termine di un processo che lo ha portato, partendo da un percorso comune a tutti noi che ci vede inizialmente in uno “stato di incoscienza”, inconsapevoli dei pensieri e delle emozioni profondi, ed incapaci di accettare questa stessa inconsapevolezza, attraverso uno stato di maggiore coscienza, consapevoli di cosa si muove dentro di noi, ma ancora incapaci di identificarne l’origine e di gestirli, fino allo stadio finale di Mukti i cui effetti egli descrive con semplicità in questi termini:
– non sono disturbato da alcuna situazione, parola o pensiero
– non mi identifico con l’io, ovvero con una identità separata dal tutto
– non vi è estrema felicità né estrema delusione, solo consapevolezza di ciò che accade (che non è però indifferenza)
– vivo in uno stato di gioia e di pace
– non mi chiedo continuamente il perché di ciò che accade dentro e fuori di me
– non ho alcuna paura
– non esprimo alcun giudizio, vi è solo la valutazione funzionale delle cose per imparare dai miei errori (che ancora commetto)
– sono in uno stato di amore incondizionato e di attenzione per tutti
– non sono alla ricerca di niente di particolare anche se ho desideri come ogni essere umano
– non ho pensieri negativi
– sono in uno stato di meditazione senza meditare e di preghiera senza pregare
– sono completamente nel presente
– ho sempre un alto livello di energia
– mi sento uno con Dio
Ma come è possibile arrivare a questo stato e come funziona il Diksha? Secondo il rapporto preliminare di uno studio condotto nel centro “New Brain – New World” a Copenaghen, usando un’apparecchiatura EEG computerizzata, su una persona risvegliata discepola di Amma e Bhagavan, , mentre trasmette il Diksha la sua area prefrontale risultava massivamente coinvolta, e nella persona ricevente la stessa area si attivava subito dopo averlo ricevuto.
Il Diksha attiva dunque un processo neurofisiologico dagli effetti progressivi, descritto in dettaglio nel libro di Kiara Windrider: “Come ricevere l’illuminazione con Sri Bhagavan”, Macro Ed., al momento il solo testo in italiano che tratta questo argomento e al quale rimando per ulteriori approfondimenti. Tale cambiamento a livello cerebrale ri-creerebbe quella condizione di connessione e unità che vive il bambino nella primissima fase della sua vita, per farla diventare poi la base di una consapevolezza più matura e di una maggiore capacità di realizzazione e autorealizzazione, proprie dell’adulto, ma, in questo caso, di un adulto del tutto nuovo. Quando il numero di individui liberati sarà tale da raggiungere il livello di “massa critica”, si manifesterà un’ondata di liberazione collettiva che coinvolgerà l’intero pianeta. Sarà l’inizio dell’Età dell’Oro, della pace, dell’armonia e della libertà per tutti gli esseri umani.
Tornando alla mia esperienza: ecco dunque Freddy, jeans e maglione, che senza tante cerimonie, entra in uno stato particolare, leggermente alterato anche rispetto al suo stato “ordinario”, e con le mani trasferisce, per circa un minuto ciascuno, il Diksha a tutti i presenti.
L’effetto? Beh … da allora, ve lo assicuro, qualcosa è cambiato.