L’ORTO DI FRANKENSTEIN

L’Europa dice stop ai cibi transgenici Una prima battaglia per proteggere la salute degli europei è stata vinta. Il 16 Luglio è stata bocciata la Commissione che voleva dar via libera ad una nuova normativa per gli organismi geneticamente modificati, senza aver prima ottenuto una serie di garanzie. Italia, Francia e Germania hanno formato un blocco di paesi che desiderano impedire la commericializzazione di nuove varietà di cibi transgenici. Attualmente sono già legalmente in circolazione in Europa 18 OGM (organismi geneticamente modificati). La ministra francese Dominique Voynet, sostenitrice del principio di precauzione, ha spiegato che finchè non si dimostra che una cosa non fa male, non la si deve poter vendere e mangiare. Finchè in Europa non si avranno norme precise sulle etichette dei cibi, finchè non si sarà in grado di sapere esattamente da dove viene un prodotto e come viene prodotto, finchè non avrà varato leggi su eventuali danni sull’ambiente a chi li ha provocati, non si possono permettere il commercio e la distribuzione “a scatola chiusa”.

Non si tratta di trasformare l’Europa in una fortezza chiusa al progresso scientifico, alla globalizzazione, nè fare degli OGM una questione di religione o di integralismo filosofico. Ma d’altra parte non si può negare che qualunque casalinga che fa la spesa la supermercato vorrebbe poter sapere su una scatola di prodotto che sta per acquistare – visto che i suoi figli la mangeranno – cosa la scatola contiene, da dove viene e come è stata prodotta. Un’altro punto importante è che la forte “pressione” per far accettare all’Europa gli OGM viene dai mercati d’oltreoceano, e precisamente dalle multinazionali della biotecnologia, le quali hanno annunciato battaglie legali contro la decisione dell’Europa e minacciano di ricorrere alla Corte di Giustizia europea. Ma le battaglie non saranno solo legali. C’è da presumere che esse si svolgeranno anche nelle Università e nei Laboratori di Biologia, dove – prevedibilmente – cominceranno a fiorire numerosi “studi scientifici”, magari sovvenzionati da Società private, che “proveranno” indiscutibilmente l’innocuità dei cibi transgenici. Il problema è che nessuno studio è in grado di prevedere da qui a 20 o 30 anni quali potranno essere gli effetti di tali OGM sull’organismo umano.

Alcuni elementi sono già prevedibili, ma la gran parte degli effetti si potrà solo “osservarli” dal vivo. Secondo Grazia Francescato – leader dei Verdi – il rischio sanitario non è il vero motivo per cui i politici europei hanno detto no agli OGM. Infatti – sostiene – “per quanto la scienza oggi è in grado di sapere, è peggio stare in una strada inquinata che mangaire un cibo transgenico”. Se è vero infatti che non è ancora stato dimostrato che i cibi transgenici sono sicuri per la salute, non è ancora nemmeno stato dimostrato il contrario: ovvero che fanno davvero male. Allora? Qual’è la vera ragione di questo no? La verità – secondo la Francescato – è questa è “una puntata della più grande guerra commerciale che si sta scatenando sul pianeta, e gli USA vogliono anche l’Europa nel loro mercato”. L’Europa – in buona sostanza – è un mercato ricco e ghiotto per i colossi della Biotech che hanno investito miliioni di dollari nella ricerca e ora vogliono rifarsi dei capitali investiti. Fulco Pratesi – Presidente del WWF Italia “La battaglia non è vinta perchè l’intero fronte del transgenico chiede la revisione della direttiva comunitaria per equiparare la legislazione europea dei brevetti a quella degli USa e del Giappone. Lì è possibile brevettare la materia vivente modificata dalle piante, agli animali e perfino alle parti del corpo umano. E’ disumano che possano diventare di proprietà privata. Basti pensare che oggi un contadino che usa un seme brevettato, non ha il diritto di usare il raccolto per una seconda semina, ma deve pagare di nuovo per poter utilizzare il seme prodotto dalle multinazionali del Biotech”.

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