Libertà e cibo: siamo liberi di mangiare ciò che vogliamo

Cosmo-Art e dolore

Libertà e cibo: siamo realmente liberi di mangiare ciò che vogliamo?

Il cibo ha un importanza rilevante nella nostra società. Lo vediamo da tutto ciò che passa nei media sull’argomento. E da quanto tempo viene dedicato a questo argomento. Dalle diete, dall’attenzione che al giorno d’oggi si da alla forma fisica, all’aspetto esteriore.

Spesso accade che nel cibo riversiamo tanti giudizi a seconda di ciò che pensiamo su un alimento da preferire ad un altro. Su ciò che è giusto, sano, e salutare mangiare. Un panorama di riflessioni personali, che ci dividono: tra il nostro corpo e il cibo di cui ci nutriamo. Probabilmente arrivano dalla nostra educazione alimentare. Dalle tante idee che ci siamo costruiti nel tempo, studiando, ascoltando, vedendo ecc…

Queste riflessioni ci accompagnano sempre quando ci mettiamo di fronte ad una scelta  su cosa mangiare. Ci condizionano? Siamo realmente liberi di scegliere. Quando parliamo di azioni e comportamenti tutti pensiamo che siamo liberi di fare ciò che vogliamo.

Libertà e cibo: siamo esseri liberi?

Cosa si intende quando affermiamo di essere liberi. Spesso non consideriamo che dietro una scelta di mangiare un determinato alimento come ad esempio un gelato, che all’apparenza risulta essere libera, c’è una serie di condizionamenti di natura sociale, culturale. Legata alle nostre esperienze passate.

Questa posizione viene comunemente indicata con il termine libertaria, in quanto ci dice che ciascuno possiede il libero arbitrio. Ovvero la capacità effettiva di scegliere come agire  in una data situazione. Questa è tuttavia un’intuizione pre-teorica.

Quando compio una scelta come quella dell’esempio del gelato, posso essere stato condizionato. Probabilmente senza rendermene conto. Da fattori precedenti alla mia scelta. Posso ad esempio essere stato abituato a mangiare quel cibo, oppure posso essere stato influenzato dai colori, dall’odore, o dal modo di apparire dell’alimento scelto. Questi fattori fanno parte del nostro immaginario e dei simboli e degli archetipi che ci siamo costruiti.

Libertà e cibo: quali condizionamenti

Parlare di libertà in senso pieno, in questa ottica può essere azzardato. Possiamo dunque renderci conto che nella nostra scelta ci sia una modalità di determinazione. Che ha condizionato anche l’esito della nostra scelta.

Se accettiamo questa realtà, comprendiamo quanto ogni nostra scelta, dipende da cause interne alla nostra reale possibilità di azione esterna.

La libertà che immaginiamo, anche nell’ambito della nutrizione, implica una libertà probabilmente a cui arrivare se lo decidiamo. Perché forse non siamo realmente liberi di fare ciò che vogliamo.

Essere esseri liberi nel senso pieno del termine significa divenire consapevole dei  condizionamenti ricevuti per poter poi esercitare una piena libertà, anche sul cibo.

Come possiamo divenire liberi? Per non trasferire nel cibo tutte le nostre convinzioni in esso radicate. Ma anche per non utilizzarlo per scaricare le nostre frustrazioni. Per placare la nostra voracità che non si arresta di fronte all’impulso di mangiare tutto ciò che vogliamo.

Come saziare il nostro appetito

Non voglio demonizzare assolutamente l’approccio che ciascuno ha verso il modo di nutrirsi. Trasferire nel cibo le nostre emozioni e frustrazioni è naturale e umano ed abbiamo bisogno di saperlo.

Dall’altra parte, talvolta ci imponiamo azioni e posizioni rigide probabilmente perché pensiamo di poter scegliere solo con la testa. Ma la pancia parla un’altra lingua. Il bisogno di saziarci tuttavia è molto più impellente del freno della mente.

Così sfoghiamo nervosismi, ansia e frustrazione nel nutrirci. Come vedete siamo tutt’altro che liberi. Forse siamo, in effetti, liberi di sfogare nel cibo tutto ciò che la mente ci impone.

Libertà e cibo: determinismo o libertà assoluta

Come vediamo ci sono molte implicazioni nel rapporto tra cibo e libertà. Alcuni studiosi affermano anche altre teorie. Una di queste teorie è quella sul determinismo. A tale proposito vorrei citare un libro di Peter Van Inwagen dal titolo: “An essay on free will” del 1983.

Si tratta di un saggio sul libero arbitrio. All’interno l’autore fa riferimento alla teoria del determinismo. Vuole dimostrare che le nostre scelte sono in realtà la conseguenza di fattori che non dipendono in alcun modo dalla nostra volontà.

Si afferma, infatti, che non abbiamo la reale possibilità di cambiare o modificare il nostro comportamento. Le nostre scelte sono condizionate e non possiamo direzionare le nostre azioni concrete liberamente.

C’è un dibattito oggi, ancora aperto, tra determinismo e la posizione puramente libertaria.

Liberi di scegliere

La teoria della Cosmo-Art afferma che ognuno di noi può cambiare l’esito di una determinata azione assumendo su di sè la consapevolezza e la responsabilità dei propri condizionamenti. Scegliendo il modo in cui quella data azione verrà compiuta. Riconoscendo dunque alla nostra volontà un ruolo attivo e non meramente legato a leggi deterministiche.

Ad esempio, se mi trovo in piscina su un trampolino, secondo la teoria compatibilista è inevitabile centrarsi su due possibili scelte. Ovvero che mi tufferò oppure che non mi tufferò, che succeda quel che deve succedere.

Posso scegliere il modo in cui quell’azione assumerà quel determinato esito, il che garantisce una capacità attiva.  Di agent causation, per usare il termine individuato da Robert Taylor e Roderick Chisholm. Ovvero di “causazione agentiva” da parte di chi compie l’azione.

Ciò vuol dire che la mia azione è influenzata dal passato e dalle leggi deterministiche ma posso scegliere come giungerò a quell’esito finale. In questo senso, il libero arbitrio e il determinismo non sono in contraddizione tra di loro.

Liberi di mangiare e di nutrirci di Bellezza

Oggi, dunque, affermiamo che siamo liberi di scegliere. Di impegnarci a costruire dentro di noi quella ricerca per la nostra libertà, anche nella scelta del cibo da mangiare.

Nutrirci è un’azione fondamentale per la nostra vita. Allo stesso tempo per raggiungere un buon equilibrio, e per non scaricare le nostre frustrazioni sul cibo, abbiamo bisogno di nutrimenti spirituali.

Uno dei cibi più energetici e nutrienti è quello della Bellezza. Un cibo speciale che non si trova al supermercato. Si trova a Roma nella scuola di formazione in Counseling ed in Artiterapie: Istituto Solaris. Una scuola speciale dove si impara dal seme dell’amore e della propria libertà interiore, a far nascere e germogliare un cibo raro ed unico. Quello che permette di raggiungere un grado di gioia e trascendenza che nutre la nostra anima e che ci sazia.

Un’esperienza di straordinaria Bellezza dove affrontare la sfida sul tema della libertà di scegliere di essere autenticamente se stessi. Per imparare a nutrirci decidendo consapevolmente ogni giorno tutto quello che vogliamo mangiare. Perché siamo esseri liberi di mangiare ciò che vogliamo.

 

 

 

 

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Counselor professionista - Arte terapeuta - ai sensi della legge 4/2013 - Con il metodo dell'Antropologia Cosmoartistica - Iscritta al registro del CNCP, Docente e Tutor dell'Istituto Solaris

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