La sorgente della felicità nel profondo dell’anima

L’uomo lungo tutto il corso della sua vita è alla continua ricerca di qualcosa che non sa definire. Tale ricerca però è quasi del tutto nascosta nel profondo del suo essere. Solo a tratti essa vien fuori con piccoli sprazzi attraverso i quali egli scopre che essa esiste, pur non comprendendo a cosa essa veramente mira. Sente dentro di sè un anelito profondo che diventa inquietudine, perchè non viene esaudito, esso lo spinge verso qualcosa, questa spinta è da lui sentita fin dai primi lumi di consapevolezza, cioè già dalla prima adolescenza. La sorgente e le motivazioni di questa inquietudine hanno origini remote, risalgono agli albori della nascita dell’umanità. Quando l’uomo muoveva i primi passi, già sentiva dentro di sè un senso di vuoto e l’esigenza di colmarlo è diventata, negli anni e nei secoli, sempre più forte. Motivo per cui molteplici sono stati i tentativi utilizzati, tutti però incapaci di annullare, se non solo in modo temporaneo, il senso di mancanza che sente dentro. Le ipotesi che l’uomo fa, in riguardo a quanto sente gli manca dentro, per raggiungere l’appagamento sono diverse: purezza d’intenzione
la genuinità
essere sè stessi
la verità
la felicità (ma questa non è un traguardo ma la conseguenza di uno stato dell’essere raggiunto)
Dio
ecc.

I surrogati utilizzati invece sono:
il successo
il potere
il danaro
la bellezza
la spensieratezza
ecc.

Tutte cose però insufficienti, ben presto sostituite dall’alcool, dalla droga, dal sesso, dal fumo, ecc. Potremmo dire che ciò che l’uomo cerca non viene facilmente individuato perchè risiede dentro di lui, nella sua anima, quella parte di sè che sente di avere come percezione profonda ma che non comprende in modo chiaro cosa è. Solo quando si raccoglie nel silenzio della stessa, si scruta, si autosserva e scopre i lati più reconditi, questi più li accetta senza giustificazione e più fa tesori delle proprie debolezze e dei propri errori. Attraverso l’autosservazione continua può autocorreggersi, tale correzione nasce proprio dalla scoperta, un pò alla volta, di quel sè autentico a cui vuole conformarsi. Una sorta di corrente magistrale da cui è attratto, in uno stato di evoluzione continua del suo essere che anela quindi riunirsi alla fonte della sua origine: Dio. In Dio scopre di stare bene, perchè da lui percepisce il significato intimo del grande dono di essere stato da lui creato e pur se ora vive nelle mille difficoltà quotidiane ciò che lo fa felice è il comprendere, con intuizione quantica che arriverà il momento che uscirà dal bozzolo pesante della vita materiale, limitata e sofferente, per spiccare il volo verso la Luce.

Ciò che egli percepisce è un “osservare” l’essenza pura della realtà, al di là di tutti i condizionamenti della mente. Perchè l’uomo ha creato dentro di sè “immagini”, a causa della propria pretesa di sicurezza, sin dai primi disagi della sua vita, credendo così di rinfrancarsi, di avere punti di riferimento, di avere una identità. Invece si è ritrovato con figure false che lo hanno condizionato per tutta la vita, così da renderlo incapace di avere alcuna libertà nel percepire la realtà assoluta. Attraverso l’intuizione priva dei contenuti mentali, egli ha un radicale cambiamento nella mente, poichè essa inquadra gli aspetti della vita come un momento eccezionale dove come un flash comprende e conosce “il quel che è”. Ciò accade quando l’uomo si mette al centro del proprio essere. E’ lì che vi è il nucleo incontaminato della realtà che normalmente gli sfugge.
E’ lì che lì vi è la comprensione del suo vivere senza alcun condizionamento.
E’ lì che lì trova Dio.
E’ lì che lì trova le risposte a tutti i suoi perchè.
Quando egli si connette con tale centralità, quando ricupera la sua unicità elimina le sue frammentazioni.

Non è facile arrivare a ciò, perchè ogni uomo pensa di essere il protagonista principale della sua vita senza riflettere che se gli succede, quanto gli accade, è perchè vi è la partecipazione di tutte le persone, vicine e lontane, che gli stanno intorno. Ogni accadimento della sua vita si compone di innumerevoli elementi, la cui concatenazione permette allo stesso evento di esser prodotto. Inoltre le componenti umane, cioè le persone, sono determinanti nelle loro azioni affinché le cose vadano in un modo, anziché in un altro, pur se ad ognuno di noi resta sempre la scelta di fare o non fare ogni azione, vi è da aggiungere però che essa è molto influenzata da tutto il contesto nel quale matura l’esigenza di scegliere tra 2 o più azioni. Allora è importante cominciare a non credere più che nella nostra vita, anche quella più personale, siamo noi i protagonisti assoluti ed i responsabili assoluti di come vanno le cose, poichè la nostra responsabilità dipende da quanta autonomia abbiamo quando effettuiamo le scelte. Siccome come abbiamo detto prima per ogni evento di vita concorrono più persone ed azioni, anche nel percorso di vita che riteniamo più intimo, quello personale, siamo autonomi nelle scelte in proporzione alla massa di influenze derivanti da quanti sono co-protagonisti con noi, ognuno vi partecipa credendo a sua volta di essere l’interprete principale.

Se partiamo da questo presupposto (quello di essere sempre interpreti insieme agli altri in ogni momento della nostra vita anche in quella che consideriamo personale e mai protagonisti assoluti), nuovo per molti di noi, indeboliamo l’idea dominante che abbiamo, cioè che la vita debba svolgersi soprattutto in ragione dei nostri desideri e per soddisfare i nostri bisogni, pur a discapito degli altri. Acquisire la consapevolezza che il presente è unico per tutti e che in esso siamo, vicini e lontani, tutti noi uomini della terra, ci porterà a comprenderci meglio l’un l’altro, tale comprensione, nei rapporti più intimi, si rivelerà come una capacità di conoscere più facilmente chi ci sta di fronte, questa nasce proprio dalla comunione che, pian piano, conquisteremo. Questa permette la circolazione più fluida e più ampia dell’AMORE. Quindi la corretta conoscenza del sè aiuta a smussare, rivelandoli, tutti gli angoli bui del nostro essere che una volta “conosciuti e compresi” diventeranno elementi di crescita e maturazione. Inoltre il comprendere sè stessi ci aiuterà a comprendere gli altri perchè nelle profondità siamo tutti uguali!

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