La qualità di vita e lo spirito creativo sono frequentemente ostacolati da abitudini radicate e schemi mentali
Ognuno di noi ha vissuto momenti di profonda intensità e presenza in cui, libertà e azione come pure leggerezza e comprensione occupavano un posto di prim’ordine nella compagine psicoemotiva e ciò dimostra che, lunghi o brevi, questi momenti di vera esperienza e crescita corrispondono molto di più alla condizione di naturalezza di quanto noi siamo in grado di riconoscere o stimare. I momenti di “risveglio” vanno curati e nutriti e quando impariamo a riconoscerli con intensità e fervore, nonché a desiderarli ed amarli realmente, essi iniziano, magari poco alla volta ma con costanza, ad espandersi. Lavorare con passione su questo progetto, esperire il presente ed imparare e comprendere la profondità delle cose con tutti i sensi che abbiamo a disposizione, è pertanto la vera sfida con cui possiamo misurarci nella vita.
L’inconsapevole vagare nella vita di ogni giorno presto o tardi richiede maggiore sapere e chiarezza, ma queste qualità non si conseguono voltando le spalle alle leggi fisiche di questa realtà e della cultura a cui apparteniamo. Le apparenti contraddizioni tra immagini ideali, sogni, visioni e la nuda realtà fisica, attivano dinamiche così intense che si esprimono sia nelle piccole che nelle grandi cose e l’interazione tra razionalità ed intuizione, la riflessione analitica ed il sentimento, il principio maschile e quello femminile si rivelano una chiave indispensabile per percepire e intravedere il “nuovo”.
Questo principio trova giustificazione anche nella fisicità e appare ancor più evidente osservando la configurazione simmetrica e speculare del corpo umano, nonché la disposizione polare di molti organi che lo compongono, in particolar modo il cervello che risulta suddiviso in due emisferi: quello sinistro, razionale analitico, che interfaccia messaggi energetico-emozionali con la parte destra del corpo e quello destro, immaginifico intuitivo, che scambia informazioni con la parte sinistra.
Quando l’interazione tra queste due polarità accade realmente, quando cioè i due emisferi iniziano a lavorare contemporaneamente e in sincronia (condizione, questa, rilevabile da un comune elettroencefalogramma), si realizzano condizioni di equilibrio psico-fisico e prestazioni mentali così elevate, che ad oggi solo poche persone sono state in grado di sfiorare.
Viene a crearsi dunque la necessità di trovare uno strumento che consenta di attivare coscientemente entrambi gli emisferi cerebrali allo scopo di acquisire maggiore coerenza di pensiero ed aprirsi al genio creativo. In altre parole, si tratta di riuscire a richiamare in qualsiasi istante il sapere intuitivo archiviato nella memoria collettiva – che oggi definiremmo “campo morfico collettivo” e di cui solitamente non abbiamo coscienza. In questo modo diventa possibile concretizzare sul piano della realtà valori ed aspirazioni interiori, già progettati e stabiliti prima della nostra nascita, assistendo parallelamente alla realizzazione equilibrata del nostro essere.
Se fin ora ha dominato esclusivamente un sapere razionale analitico, grazie a questo ponte – costruito sulla sincronizzazione degli emisferi – possiamo avvicinarci sempre di più all’essere e all’esperire e questo, non solo nella dimensione fisica di cui abbiamo coscienza, ma anche nelle diverse altre realtà dimensionali che grazie a questa modalità possono essere percepite con grande profitto …e ciò, in ultima analisi, sottende ed equivale ad un auspicabile quanto benvenuto processo di espansione della coscienza.