Momenti del XIII° Seminario di Cinematerapia “Verso il padre” (11-12 marzo 2006)

L’appuntamento era alle 14.00 di sabato presso l’Agriturismo ‘Borgo di Tragliata’. Lo scenario ci colpisce subito: è la cornice ideale per quella che sarà un’interessante, a tratti un po’ faticosa, ma molto arricchente passeggiata nel ‘Borgo Antico delle nostre Anime’. Il tema scelto per questo Seminario è: “VERSO IL PADRE” ed iniziamo subito a lavorare con la proiezione del film ‘Les Choristes’, di C. Barratier.

La sensazione è forte. Anche di fronte a pellicole già viste in passato, in quella situazione di coralità, uniti da comuni intenti di esplorazione interiore, vi sono un carico emotivo ed un’apertura ai sentimenti evocati dal film completamente nuovi, sia per intensità che per bellezza. Dopo la visione del film, si riaccendono le luci in sala e ci si suddivide in due gruppi. Questa fase del lavoro è un’occasione per interrogarsi (…più col cuore che con la mente…) su due temi che, da sfaccettature diverse, ci portino in qualche modo entrambi al nucleo del lavoro: contattare, condividere e trasformare le nostre emozioni profonde e spesso dolorose riguardo al tema in questione.

L’Istituto Solaris (Istituto di Antropologia Personalistica Esistenziale, Cinematerapia e Comunicazione telematica) nelle persone dei suoi Direttori (Dott. Giampiero Ciappina e Dott.ssa Paola Capriani) ha scelto, per il raggiungimento di tale obiettivo, una modalità che affonda le sue radici nell’Antropologia Personalistica Esistenziale e nella Cosmo-Art (discipline fondate dal Prof. Antonio Mercurio); si tratta infatti di un percorso applicativo (di cui poterci appropriare per affrontare poi altre situazioni della vita) nel quale si possano attuare i seguenti passaggi:
1) entrare in contatto profondo con emozioni e quindi parti di noi che per varie ragioni (dolore, rabbia, trascuratezza, scarsa attenzione al nostro mondo interiore, ecc.) abbiamo abbandonato lungo la strada;
2) provare a portare fuori e condividere tali nostre parti ‘sofferenti’ ed infine
3) attuare tutti insieme una trasformazione creativa del prezioso materiale venuto alla luce (si potranno fare piccole rappresentazioni simboliche, creare oggetti, dare forma e consistenza materiale ai nostri sentimenti così a lungo dimenticati);
il tutto sotto l’attenta guida dei due terapeuti che conducono il Seminario.
La prima delle due giornate è quella più incentrata sul lavoro interiore: un movimento esplorativo, che va verso l’interno, verso le nostre parti più profonde. Il lavoro della domenica invece ha una direzione opposta: portare fuori, allo scoperto, offrire all’altro il risultato della mia esplorazione cercando di utilizzare forme ‘rituali’ molto emozionanti e liberatorie.

Ma torniamo a sabato. Dopo questa prima parte di lavoro intenso, si gode tutti insieme di una bella cena durante la quale si possono assaporare cibi gustosi in allegria e si può socializzare in modo più leggero ed ‘informale’.
Segue quindi il Lavoro serale.

Alla sera del sabato vengono presentati vari lavori creativi – eseguiti da singole persone o dai Gruppi Antropologici – frutto del percorso personale di trasformazione del dolore in opera artistica (senza pretesa di perfezione o professionalità specifica). Così abbiamo visto due splendidi cortometraggi sul passaggio dalla figura reale del proprio padre biologico all’interiorizzazione di un Padre Saggio che sia la nostra guida benevola e fiduciosa, sempre presente al nostro fianco. Poi la Counselor Antonella Orecchio si è esibita in un lavoro creativo in cui univa sapientemente la lettura di un intenso scritto personale sul padre ad una rappresentazione simbolica che, tramite i gesti e la ritualità, fissava in modo indelebile dentro di noi le parole che accompagnava.
L’appuntamento dopo tanta bellezza e creatività è per domenica mattina.

I lavori di questa seconda giornata utilizzano ciò che il nostro inconscio ci ha portato come messaggio durante la notte: mettiamo in scena la Drammatizzazione di un sogno. Si raccontano alcuni sogni e si decide insieme quale scegliere per la rappresentazione; il sognatore-regista decide i vari personaggi e chiede agli altri partecipanti di aiutarlo ad interpretarli. La breve rappresentazione che segue è una fonte di grandi emozioni e messaggi di cui poter fare tesoro.
Arriva quindi il momento dello ‘scambio’ del lavoro fatto il sabato pomeriggio nei due gruppi; ora possiamo donare all’altro esperienza, verità, sincerità, coraggio ed affetto nel condividere un cammino importante.

Il Seminario si conclude con un gruppo finale in cui ci si siede tutti in un grande cerchio per esprimere liberamente le proprie sensazioni e dichiarare quale sia l’emozione più importante e preziosa da portarci via.

Desidero raccontarvi cosa io ho portato via con me: in questi due giorni ho visto con chiarezza la mia profonda paura e chiusura di fronte allo ‘sconosciuto’…e chi altro se non il padre è il primo sconosciuto che il bambino deve incontrare per poter uscire dalla simbiosi materna ed andare verso l’esterno, verso il mondo?
Di fronte a persone che, coraggiosamente e con grande sforzo, erano lì per la prima volta ad aprire le loro anime e a parlare dei loro vissuti, ho inizialmente provato timore, diffidenza e una sensazione di scarsa sintonia.

Dopo i primi interventi però questa mia parte così spaventata si era un po’ rassicurata avendo ascoltato testimonianze così interessanti, sincere e preziose.
Man mano che si procedeva nei lavori questa sensazione dentro di me si trasformava sempre più e così, a metà della seconda giornata, mi sono finalmente permessa di provare una sincera ed appagante gratitudine verso queste ‘nuove’ presenze e verso la ricchezza e l’esperienza che ci stavano donando.

Questo mio ‘percorso’ simbolico ha avuto una conclusione molto intensa e significativa nell’ultimo lavoro della domenica mattina: uno scambio, a coppie, nel quale ci si incontrava ad occhi chiusi e si cercava di accogliere l’altro e poi di affidarsi al suo tocco avvolgente e protettivo. Ebbene, io ho deciso di farlo proprio con una di queste persone per me meno ‘conosciute’ e devo proprio dire che si è attuato un piccolo miracolo: sono riuscita ad accogliere, rassicurare e donare fiducia e poi anche a lasciarmi andare in totale sicurezza all’abbraccio commosso ed avvolgente dello ‘sconosciuto’ che avevo deciso di incontrare profondamente! Bel risultato per me poter vedere così chiaramente la mia difficoltà ad incontrare con fiducia mio padre, il mio primo ‘sconosciuto’, e dunque il mondo lì fuori e l’Universo tutto che invece non fa altro che tendermi le sue grandi braccia prodighe di doni! Questa dunque la conclusione dei lavori, ancora all’insegna dello scambio e della bellezza di ciò che si è provato e, dopo un piacevole pranzo tutti insieme, ci si saluta soddisfatti ma già desiderosi di rincontrarsi …al prossimo Seminario di Cinematerapia!

Visita il sito della Cinematerapia: www.cinematerapia.it

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