il potere femminile dagli albori ad oggi

Agli albori della civiltà la prima Dea ad essere venerata fu La Grande Madre, la femmina procreatrice che donava la vita, consentiva la sopravvivenza dell’essere partorito nutrendolo col suo latte. Il grande mistero della procreazione colpì la fantasia dei nostri progenitori che fecero della donna una dea e l’adorarono. La Donna in grado di mettere al mondo nuovi esseri viventi era considerata portatrice di un potere misterioso; l ‘ uomo primitivo non aveva spiegazioni per questo ‘miracolo’ pertanto creò il mito e, come sempre accade di fronte ad un mistero , di cui non si conosceva il significato e la necessità del contributo maschile, l’ uomo primitivo costruì la sua religione. Ella rappresentava la Terra che dava frutti, la Luna con le sue fasi, le stagioni, la vita e la morte. La grande Madre impersonava la Natura e le Stagioni: la primavera col fiore, l’estate col frutto l’ autunno con gli ultimi doni, l’inverno che nasconde il seme all’ interno del grembo della Terra, seme che darà il suo frutto nell’ eterno ripetersi delle stagioni legate alla rotazione della Terra, alla presenza del Sole, all’ influsso della Luna. Scavi archeologici hanno rivelato siti abitati da esseri umani risalenti ad epoche preistoriche nell’ isola di Malta: in un monumento che si estrinseca in parte sul terreno e in parte nell’ ipogeo è stata rinvenuta una zona segreta dove veniva praticato il culto della ‘ Grande Madre ‘ Nella parte più interna era scavata una grotta al cui centro, su una specie di altare in pietra era semicoricata una statuetta raffigurante questa dea che era venerata dai nostri avi agli albori dei tempi. Si tratta di una scultura tridimensionale rappresentante una figura femminile con un ventre molto accentuato, grosse mammelle gonfie con capezzoli ben evidenti. Rappresentava l’ origine e la fecondità: il suo ventre capiente e dilatato stava a significare la capacità di donare la vita trattenendo dentro di sè il frutto fino alla sua maturazione. Le mammelle gonfie rappresentavano il dono della sopravvivenza: il latte che era capace di continuare l’ esistenza dell’ essere partorito: dopo avergli dato la vita, gli donava il cibo, il suo stesso succo di vita. Il mistero del concepimento e dell’allattamento era evidentemente considerato tanto importante e tanto profondo e misterioso da determinare in questi uomini primitivi il bisogno di onorare e di venerare Colei che dava non solo la vita partorendo un essere umano, ma poteva anche nutrirlo e permettergli di continuare a vivere fuori dal suo grembo.

La luna e’ considerata nella MTC femminile: il flusso mestruale ha un ciclo di 28 giorni, presso alcuni popoli il periodo mestruale è detto della ‘luna rossa’, la gravidanza si calcola in cicli lunari. La luna ha una luce dolce, non è sfolgorante, il carattere femminile è introverso perchè la missione della donna è la preservazione della specie: l’ apparato femminile è chiuso, protetto, l’ apparato maschile è esterno, aggressivo, La figura femminile è la vestale della casa, la custode del fuoco, la madre amorosa che cura i figli… l’ uomo esce, affronta il mondo, procaccia il cibo, combatte….. Nella religione indù la Devi, dalle mille forme, dai mille nomi rappresenta l’ equivalente della Grande Madre: lo shaktismo infatti adora la Shakti o Devi che è l’ energia femminile creatrice dell’ Universo. Presso i celti una divinità rappresentata dalla ‘ scrofa lanuta’ era adorata come creatrice: la scrofa infatti era considerata simbolo di fecondità. Se ne sono trovate tracce nella zona di Milano. ( I Celti al tempo di Tarquinio Prisco fondarono Mediolanum, dopo aver vinto i Tusci nelle vicinanze del Ticino, giunsero nel territtorio degli Insubri e lì fondarono la città ).

Presso gli egizi è Iside sposa di Osiride, madre di Horo quindi del Fararone, essa incarna la dispensatrice di Vita. Dice il mito che Seth il fratello cattivo di Osiride, geloso dell’ amore che Iside gli portava, lo uccise e smembratolo gettò i suoi resti nel Nilo, Osiride, disperata e piangente raccolse i resti del suo sposo, ma non trovo’ il pene ed Osiride, avendo perso la facoltà di procreare, divenne protettore dei morti. Un’ immagine di Iside è quella che la ritrae con le ali aperte a proteggere Osiride e i defunti.. come la Madonna che col suo manto protegge Gesù e i Santi. Il mito della nascita di Iside, incoronata di fiori e emergente dalle onde del mare venne poi recepita dai Greci che la chiamarono Venere, dea dell’Amore. Nel Rinascimento divenne la dea Fortuna. Nell’ antica Grecia la figura della Grande Madre è impersonata da Gea – Demetra – Rea (a Creta), presso i Romani era Cerere dea delle messi, in suo onore venivano festeggiati dal 12 al 19 aprile i Cerealia. Divenne poi Cibele dea importata a Roma dall’ Asia Minore dopo la seconda Guerra Punica. ”Personalmente sono sono sempre rimasto particolarmente colpito dalla dalla cosiddetta Venere di Willendorf” scrive Wolfang Ledere, psichiatra e psicoanalista viennese in -Ginofobia- (Feltrinelli 1973), che aggiunge: ” Il potere di generare, di nutrire, di popolare il mondo, identifica la donna con la terra con la quale ha, sia il potere di generare sia l’ imprevedibiltà catastrofica che fa parte del ciclo di momenti evolutivi, ma che l’ uomo definisce con il termine di crudeltà.

La Terra, dunque, con tutta la sua potenza è il femminile, l’ origine, il principio, dell’ umanità, la Grande Dea dalla quale discende ogni cosa. Tornando indietro nel tempo, troviamo negli scavi effettuati in Mesopotamia la dea che assunse il nome di Nammu, in epoca assira divenne Tiamat, che presiedeva il flusso delle maree, governate dalla Luna: infatti alla dea era associato il ciclo lunare (qui troviamo assonananza con il ciclo Jin e Yang della tradizione cinese: la donna è Jin come la luna. Il Tao cinese rappresenta il cosmo, nella cosmogonia cinese è la rappresentazione dell’ universo e quindi dell’ uomo (microcosmo in macrocosmo) in continuo divenire: nel bianco c’è il seme nero e viceversa.

Il Tao rappresenta il mondo nei suoi due elementi antagonisti, ma nessuno di due lo è compiutamente: esso esprime la dualità. Jin e Yang: maschio-femmina, sole-luna, dolce-amaro, luce-buio, dall’ unione dei due scaturisce il tre cioè l’ Essere compiuto. I cicli lunari sono assimilati alle età della donna: la luna nuova rappresenta la fanciulla in boccio la luna piena la maturità, quindi la donna feconda la luna calante, il declino, la donna si avvicina alla morte cioè entra in luna nera.

La società matrilineare riconosceva alla donna il diritto di congiungersi con i membri maschi della sua tribù e con i maschi di altre famiglie, non esistendo il potere dell’ uomo, la matriarca rappresentava il capo famiglia e si faceva carico di tutti i figli. Non esistevano regole od imposizioni in quanto la donna sapeva che la prole era il frutto della sua femminilità e non era necessaria la certezza della paternità. Certezza che non aveva il padre e neppure la matriarca in quanto non era importante conoscere il donatore del seme. Suo il compito di provvedere alle necessità familiari, cibo, acqua, le sue conoscenze delle erbe ne fecero una guaritrice aumentandone il potere che faceva ancora paura al tempo della Santa Inquisizione quando tante donne con cultura di guaritrici e di ostetriche vennero messe a morte sul rogo, tacciate di stregoneria. Il potere della donna durò molti secoli: nell’ antico Egitto l’ ultimo Faraone impalma la sorella Cleopatra per assumere il potere, in Grecia Edipo uccide il padre re e sposa la madre per impadronirsi del trono. Ma già presso i babilonesi si cominciò ad intaccare il potere della Dea: venne instaurato il mito del dio Marduk, che divenne sempre più potente fino ad essere adorato come Creatore del mondo.

Con l’ avvento del dio maschio, la civiltà divenne sempre più maschilista: nacquero le dee-demoni. La struttura della società era cambiata, da una società di uomini cacciatori e di donne raccoglitrici di erbe e bacche, dedita al nomadismo, divenne stanziale e nacquero gli artigiani e gli allevatori. La grande madre era Ishtar, nuda perchè dea della Verità, con le insegne della Luna sul capo e in mano una coppa contenente l’ elisir della Vita, ma è anche dea della morte, e qui troviamo somiglianze col mito di Proserpina romana. Durante l’ inverno Ishtar si portava nel mondo dei morti e sulla terra non albergava il sole, non cantavano gli uccelli.. si digiunava in segno di lutto: forse questa è l’ origine del digiuno nelle due grandi religioni monoteiste. Con l’ avvento di Marduk, la donna venne relegata in casa, proprietà del maschio che voleva la certezza che la prole provenisse dal suo seme: comparve Lilith, ancora bellissima, ma al posto dei piedi aveva artigli, affiancata da due civette, creature della notte, apportatrice di tempeste, sopratutto dei sensi, tentava gli uomini, uccideva i bambini, lussuriosa, ma sterile.

Presso i greci la donna era relegata in casa, doveva essere moglie e madre, mentre una posizione distinta era riservata alle ‘etere’ cui era devoluto il compito di…..accudire l’ uomo fuori casa. Compaiono le Chere alate che straziavano i corpi con gli artigli, rappresentavano l’ ultimo destino: la morte. Nell’ Iliade Zeus pone sulla bilancia, da una parte la Chera di Ettore e dall’ altra quella di Achille: la bilancia pende dal lato di Ettore…il suo destino è segnato e inappellabile: Ettore morirà! le Lamie dèmoni che adescavano i giovani per succhiare loro il sangue, bellissime avevavo volti e seni femminili, ma anche l’ organo maschile. Fiorisce il rapporto omosessuale: il battaglione sacro di Sparta aveva tra i suoi valorosi combattenti coppie di guerrieri- amanti. Giove, re degli dei, si innamora di Ganimede, Ercole conquista la regina delle amazzoni Ippolita, ma ama anche l’ affascinante efebo Ila. A proposito delle Amazzoni, nonostante la loro esistenza fosse stata messa in dubbio dallo storico Strabone che non potendo accettare l’ esistenza di donne guerriere e, per giunta valorose, ne scrissero come di un mito (Erodoto): ma,si sono trovate tombe ( kurgan) nei pressi di Rostov, ( Russia ) che si fanno risalire proprio a quel popolo di donne guerriere (IV-III sec.a.C.)

Valorose, combattevano sia a piedi che a cavallo, si batterono contro i migliori eroi greci, Achille, Teseo, Ercole, si privavano del seno destro per non essere impedite nel tiro con l’ arco in cui eccellevano. Società esclusivamente femminile, si narra accogliessero gli uomini una volta all’ anno per essere fecondate, mentre allevavano le bambine come guerriere, i bambini venivano adibiti a compiti che sarebbero stati, in altre società, femminili Pentesilea regina combattè sotto le mura di Troia, avendo portato le sue armate in aiuto dei troiani contro Achille, campione dei greci che la uccise, ma se ne innamorò perdutamente tanto che sembra si sia macchiato di necrofilia. Ercole, nella nona fatica combatte e vince la regina Pentesilea,e con lei si congiunse, Teseo sconfisse le amazzoni che avevano attaccato Atene e ne sposò la condottiera Santippe. I greci non potevano accettare una società matrilineare e matriarcale come quella delle Amazzoni pertanto inviarono contro le guerriere i più valorosi tra i combattenti: la società patriarcale trionfa, la ‘polis’ è salva! Le Erinni, romane erano rappresentate come orribili esseri con serpi al posto dei capelli e fruste tra le mani.

Come si vede, nei secoli gli uomini si sono sbizzariti a creare figure chimeriche per demonizzare la donna e farle perdere il potere che temevano indebolisse il loro: le donne vennero considerate proprietà maschile prima del padre, poi del marito.. vogliamo ricordare la cintura di castità che la donna era costretta ad indossare in assenza dello sposo partito per guerreggiare in Terra Santa al tempo delle Crociate? La costumanza di mostrare il lenzuolo nuziale macchiato del sangue virginale per attestare la verginità della sposa? Lo ” jus primae noctis’,’ le mutilazioni dei genitali femminili, ancora in uso oggi presso molti popoli? Dopo la 2nda guerra mondiale, nel mondo occidentale il potere della donna è cresciuto a dismisura: la possibilità di evitare gravidanze indesiderate con presidi meccanici o biochimici, la legge che consente alla donna di decidere autonomamente l’ interruzione della gravidanza è, in pratica, un potere di vita e di morte.. niente più editti, niente più roghi, ma nel silenzio asettico delle sale operatorie la donna esercita un potere immenso. La chimica moderna può cancellare il flusso mestruale, le donne hanno a disposizione ogni opportunità nel mondo del lavoro, della politica, delle scienze, ma, a volte, pretendono di offrire la vista del loro corpo in luoghi e momenti incongrui: si sa che l’ essere umano non ha come gli altri esseri viventi, il periodo in cui la natura permette l’ accoppiamento, questo porta l’ uomo ad esercitare la propria supremazia fisica e muscolare e si sottovaluta l’ impulso maschile che si serve del proprio membro come di una spada per ferire, per sottomettere.

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