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Il cibo dell’anima

yoga disegno

Il Tacchino “C 6”

I cibi che quotidianamente scegliamo per il nutrimento del corpo, oramai sono ben lungi dall’essere sani o naturali, basti pensare al tacchino denominato “C6” creato in laboratorio per allevamento intensivo o ad altre aberrazioni, frutto della ricerca genetica. Analogo discorso è possibile farlo con le esigenze dell’anima in quanto anch’essa quotidianamente assimila idee, pensieri o comunicazioni dall’ambiente in cui è immersa. Già di per sè, l’accettazione da parte nostra di cibarci con prodotti frutto di esasperate tecniche di coltura o allevamento, è indice di uno stordimento delle coscenze. L’animo umano tuttavia è più sensibile dello stomaco e purtroppo, la sua comunicazione è un po’ più difficile da ascoltare e il suo disagio va interpretato. Il cibo che arriva alle nostre anime è costituito in gran parte dal modello sociale improntato sull’avere piuttosto che sull’essere, questo è rafforzato dai media, veicoli spesso di idee anch’esse create in laboratori marketing da poteri politici o economici. Forse oggi l’essere umano non è poi così diverso dal tacchino inglese “C6”, ingabbiato in un vortice di impegni dettati solo da una folle corsa consumistica.

Ci vorrebbe un po’ di silenzio: sì un po’ di silenzio, dentro e fuori noi, per sentire davvero chi siamo, cosa vogliamo davvero essere, liberi da ceppi familiari o sociali.

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