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Gratitudine: una scelta per il passato e per il futuro

Cos’è la gratitudine? E’ semplicemente dire grazie ogni volta che riceviamo qualcosa? Non è una scelta ma un atto dovuto perché così ci è stato insegnato? E’ un modo per far tacere i nostri sensi di colpa, soprattutto quando si è goduto appieno del beneficio ricevuto? O forse non è necessario sentirsi grati perché in fondo la felicità, il benessere ci sono dovuti e sono un diritto che ogni uomo acquisisce nel momento stesso in cui nasce?

La gratitudine è molto più di questo!

La gratitudine è un atto di amore! Una prova d’amore! Anzi, ancor di più, è una scelta d’amore! Amore per noi stessi e per l’altro. E’ riconoscere l’altro e il suo dono. E’ dire all’altro: “Io ti vedo”. E’ scegliere di essere felici per le tante piccole cose che ogni giorno ci accadono e che spesso non riconosciamo perché tendiamo sempre a focalizzarci su ciò che vorremmo e non su ciò che abbiamo.

Ma la massima espressione del sentimento di gratitudine si svela quando riusciamo a sentirci grati e fortunati per un dolore sofferto che ha causato o meglio stimolato un cambiamento, un’evoluzione, una crescita, una svolta nella nostra vita. E’ un sentimento e una disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ma può anche essere il frutto di una profonda trasformazione quando riusciamo a sentirci grati verso chi ci ha fatto del male.

“La gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare” dice Melanie Klein. La capacità di amare è allora in questo ambito accettare l’imperfezione, il dolore, la propria e l’altrui distruttività, le proprie parti oscure e nonostante queste continuare ad amare. Facile è amare ciò che è buono e bello, diverso è imparare e scegliere di amare incondizionatamente tutto di noi e dell’altro anche se diverso da noi.

La gratitudine è anche un atto di umiltà

Perché umiltà? Perché essere grati significa ammettere di aver avuto bisogno di qualcosa o di qualcuno e quindi è un poderoso calcio che diamo alla nostra onnipotenza, al nostro orgoglio che spesso si traduce con quella frase che diciamo a noi stessi “Non ho bisogno di niente e di nessuno” o come nella pubblicità di un profumo maschile di qualche anno fa: “L’uomo che non deve chiedere mai!” Non chiedere, non avere bisogno, ci fa credere di avere il controllo assoluto sulla vita e contemporaneamente ci evita la fatica, l’umiltà di essere grati!

Non solo si evita così di dare all’altro un potere sulla nostra vita, sul nostro benessere, sul nostro valore ma, nel momento in cui diciamo grazie, ammettiamo in qualche modo di essere “insufficienti”.

Non a caso Tacito in un aforisma dice: “I benefici sono graditi finché possono essere ricambiati, quando sono troppo grandi, invece di gratitudine generano odio”. L’odio di chi non è in grado di ricevere, riconoscere o “vedere” l’altro e capire che tutte le conquiste sono frutto di lavoro, di lotta, di scelte, di ricerca di dare un senso alla vita e di trasformazioni continue e profonde.

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1 COMMENTO

  1. Le tue parole Antonella mi hanno “avvolta” e mi hanno fatto sentire una volta di più quanto è importante non dimenticare mai di essere umili e grati, qui e ora. Grazie.

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