Come e perchè effettuare la destrutturazione del proprio essere

Vivere senza sapere dove stiamo andando, senza conoscere le sorti del nostro percorso è la cosa peggiore che ci possa capitare ma che purtoppo sembra caratterizzare la nostra vita. Significa stare nel buio senza vedere mai completamente la luce, se non a piccoli sprazzi, con la tremenda illusione paradossale di credere che avvenga il contrario. Affinchè possiamo scorgere i primi bagliori della luce che rischiara il nostro cammino, bisogna che eliminiamo tutte le montagne che sono intorno a noi non permettendo al “sole” di illuminarci. Tali sono gli ostacoli che tutte le nostre decisioni e scelte sbagliate hanno prodotto nel nostro essere, nel corso della vita, provocando in noi uno stato di scarso amore, che la stessa nostra volontà stenta ad eliminare. Anche se la nostra consapevolezza, con una scelta pacata e serena, non vuole il non amore, in noi vi sono “selve” enormi da districare, affinchè si possa riuscire nell’impresa. Se manca la luce, tutto è difficile da compiersi, poichè quello che vediamo innanzi a noi è in uno stato di perenne distorsione, poichè il vero ci appare diversamente da come è, quindi come fare scelte valide per la nostra eternità? Procuriamo di fare luce alla nostra mente affinchè si liberi prima dei fumi interiori per poi scoprire le mistificazioni esteriori, derivanti da coloro che amano nascondere la verità per ogni interesse proprio, attuando ogni modo, dal più palese al meno evidente.

Se la verità stenta a farsi strada dentro di noi, perchè anche noi la alteriamo, allora non riusciremo affatto nell’intento. Solo se depuriamo il nostro spirito dalla confusione del falso e ci rivestiamo di sincerità integrale, allora potremo volere e scegliere la verità, ovunque essa si nasconda. Solo essa ci fa liberi permettendoci di conoscere nel profondo del nostro essere la sua essenza, fino a trasformarci tramite essa e diventare la parte migliore di noi stessi, quella che Dio ha messo come “imprinting” nella nostra coscienza. Libertà non è far quello che vogliamo, ma attuare la cosa migliore in ogni situazione di vita, cioè essere sempre all’altezza della stessa. Ogni dubbio esistente in noi dimostra che non siamo liberi, ogni indecisione ci mostra ancora incapaci di credere di poter esser all’altezza quando la situazione improvvisa di vita ci mostra tutta la sua crudità. Una serena e ricercata destrutturazione del nostro essere profondo può rinnovarci in modo tale da fare netta pulizia in noi, per poi ripartire dagli elementi migliori che ci contraddistinguono, eliminando contemporaneamente tutti quelli che col tempo la nostra incapacità e mancanza di coraggio ha accumulato.

Ciò implica sofferenza, poichè l’attrito che provoca il voler eliminare questi ultimi, per riscattare i primi, è tanto più elevato quanto più attaccati siamo al nostro modo standardizzato di vivere. Infatti la destrutturazione viene vista come enorme scossone, quanto più statici e chiusi al cambiamento siamo, allora la sofferenza che deriva dallo stesso sarà più elevata. Cominciamo ad essere, da subito, più aperti e malleabili al rinnovarsi, all’evolvere in modo continuo e dinamico, perchè l’eternità non è affatto statica. Senza una rottura che s’innesti in modo profondo nelle fondamenta del nostro essere, la destrutturazione avrà poco effetto per la trasformazione a cui essa mira. Se siamo su di un piano di consapevolezza molto basso per poter vedere la realtà come essa veramente è, almeno in parte, tutto ci parrà vero mentre in gran parte non lo è, uscire dal mondo illusorio, che gli innumerevoli filtri della nostra mente ha creato, non è cosa facile. La trasformazione potrà essere un processo lungo o fulminante ma avviene solo se lo vogliamo profondamente. L’intenzione che produce tale volontà è costruita sul cuore cioè sulla quella parte di noi che cerchiamo di preservare nei valori eterni e se questa non è molto corrotta allora abbiamo speranza di riuscire nell’intento.

Passare dal buio alla luce in modo catartico, sarà una liberazione dalle croste delle nostre innumerevoli debolezze, poichè ogni qualvolta non ci saremo sentiti all’altezza, nelle circostanze di vita, ne avremo create alcune. Queste si sono accumulate fino a creare quella spessa corazza che non ci fa percepire il nuovo in ogni attimo vita che scorre davanti ai nostri occhi. Volendo tracciare un percorso verosimile da seguire si può dire che il primo passo è il distacco da tutto “ciò che è”, questo quando prima viene operato meglio è, poichè la libertà dipende da esso. Infatti per sentirsi concretamente capaci di essere all’altezza in ogni situazione di vita, in pieno equilibrio e maturità, la destrutturazione dell’essere è aiutata proprio dal porsi al di sopra delle cose, per non subirne più la dipendenza e divenire padroni reali delle proprie decisioni. La demolizione del costrutto consolidato che non ci permette di vedere la luce dell’infinito eterno che è davanti a noi sarà agevolata dall’acquisizione della nostra capacità di non essere più influenzati dal gusto delle cose poichè ciò limita le nostre percezione ad un livello esclusivamente materiale mentre il nostro essere è molto più ampio essendo esso corpo, mente e soprattutto spirito eterno! Attenzione non essere influenzati non significa perdere il gusto ma acquistarne il dominio mentre prima ne eravamo influenzati al punto di esserne dipendenti, l’uomo crede infatti di essere il padrone del mondo invece la realtà cruda è che il mondo lo possiede e lo governa tenendolo come suo schiavo.

Ecco che urge un lavoro di trasformazione, di conquista della luce che solo una concreta destrutturazione dell’essere può produrre, smantellando tutti quei punti fermi che fortemente consolidati sembravano sembravano essere importanti per la nostra vita invece la ingabbiavano al livello più basso quello materiale, controllato dalle instabilità egoiche della mente che perciò la rendono molto fumosa e surreale. Questa situazione ci apparirà in tutta la sua importanza quando coglieremo i primi bagliori della luce attraverso il buio che ancora purtroppo ci avvolge, occorre quindi rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, diamoci da fare allora!

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