Decido di cambiare il rapporto con mio padre

La Cosmo-Art e il dolore

Decido di cambiare il rapporto con mio padre.

E’ lì che ho bisogno di lui, è lì che ho bisogno degli occhi di mio padre”.

Così scriveva Erik Clapton nel 1998. Tutti abbiamo bisogno di un padre, di una figura di riferimento che ci accompagna nella vita per crescere e divenire adulti. Il padre è una figura da sempre ricercata, sin dai tempi più antichi in cui si aveva un’idea prettamente limitata di padre, di un uomo lavoratore dedito esclusivamente al sostentamento familiare. Padre come sinonimo di forza, imperturbabilità e assoluta concretezza.

Oggi fortunatamente siamo andati avanti con gli anni, le competenze e le consapevolezze, non vi è più un’idea così semplicistica legata alla figura del padre. Il padre oggi è evoluzione e ricerca di senso. E’ un trampolino di lancio verso il futuro, verso nuove scoperte, nuove consapevolezze e nuovi orizzonti.

Rapporto con il padre

Tornando indietro negli anni, pensando alla me bambina, posso ricordare con estrema chiarezza l’immenso e sconfinato amore provato nei confronti di mio padre. Oggi che non c’è più affermo con ancora più decisione quanto sia stato importante per la mia crescita. La sua scomparsa mi ha permesso di aprire la porta del cuore, ho deciso di crescere, di provare a diventare adulta.

Lo sguardo interiore si innalza verso l’alto per poter abbracciare con gratitudine gli insegnamenti del paterno. Un padre sano e costruttivo rappresenta un valore di estrema preziosità per un figlio, come un terreno fertile nel quale piantare semi che daranno frutti di bellezza e di amore. E’ vero, il padre è la regola, la disciplina ma anche un amore grande e sincero da portare e custodire nel cuore. Non viviamo più nell’era del ‘padre padrone’. Se oggi riconosciamo nel padre anche un uomo con delle fragilità e capace di amare, è perché siamo andati oltre e abbiamo saputo lanciare il cuore oltre l’ostacolo. E’ perché abbiamo deciso di togliere il velo dagli occhi e vedere il paterno per quello che realmente è: un uomo imperfetto con tanto amore da donare e una storia da tramandare.

La pretesa di perfezione nei confronti dei genitori è grande e costante, sempre presente accanto a noi, pronta a spuntare dall’angolo e radere al suolo tutto ciò che vi è intorno. L’ideale di perfezione ci coglie, spesso impreparati e del tutto inconsapevoli, come in una trappola ci tiene prigionieri. Non ci permette di vedere con gli occhi del cuore. Sopraffatti dalla rabbia per le aspettative disattese distruggiamo e diamo la morte simbolica a chi è intorno a noi, a tutto ciò che abbiamo costruito. Portiamo avanti un progetto vendicativo non sano per la nostra intera esistenza.

La decisione di amore: decido di cambiare il rapporto con mio padre

Il padre non è come la madre, non condividiamo con lui un rapporto simbiotico datoci dall’aver trascorso nove mesi nel suo grembo ma è essenziale per poter divenire responsabili della nostra vita. E’ la decisione che da sempre fa la differenza: decidiamo di perdonare le imperfezioni del paterno oppure rimaniamo aggrappati ad una pretesa fallace e non funzionale per la nostra crescita? E’ qui che si gioca il futuro della persona. Come ci ricorda il protagonista Andy Dufresne nel film ‘Le ali della libertà’, “O fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire, io scelsi di vivere”.

La decisione rende l’uomo libero, pienamente responsabile della propria vita, capace di un potere trasformativo immenso. Decidere di posizionarsi nell’amore e nella costruttività non solo rappresenta per noi un vero e proprio salvavita, ci permette anche di costruire relazioni, seppur imperfette, profondamente autentiche. Riconoscendo le fragilità di nostro padre non solo facciamo a lui il dono della libertà ma lo facciamo soprattutto noi stessi. Ci liberiamo del superfluo ed usciamo da un circolo vizioso fatto di rabbia e pretesa, non funzionale al nostro sviluppo come Persone.

Il padre è la storia raccontata, quella da raccontare, quella ancora da scrivere e da tramandare. Accettiamo con umiltà che il nostro rapporto figlio-genitore non sia perfetto, che viva delle frizioni, degli scontri e delle incomprensioni. E’ rimanendo su un piano di realtà e di accettazione che possiamo trasformare la nostra vita e i rapporti coltivati in essa. Crogiolandoci nella rimozione e in fantasie lontane dal contatto con la realtà, lasceremo nel nostro cammino strappi, lacerazioni, parole non dette, rapporti dal grande potenziale di bellezza lasciati inespressi. Apriamo il nostro cuore alle potenzialità e alle opportunità donate dalla vita.

Decido di cambiare: voglio perdonare

Nell’accettare tutto ciò vi è un passo fondamentale e inevitabile da affrontare: è necessario perdonare e perdonarci profondamente. Il perdono è quella chiave che apre tutte le serrature e ci da la possibilità di contattare la reale bellezza delle vita.

“Ti perdono papà per le tue imperfezioni, riconosco tutto il tuo amore e la tua bellezza”.

La Cosmo Art ci aiuta a fare un salto quantico e ci spinge a vedere nel padre non solo la figura biologica e genitoriale. Padre come Universo e Sé Cosmico, come un Principio Spirituale che possiamo contattare ogni qualvolta ne sentiremo il bisogno. Così come la vita è presente nel microcosmo in cui viviamo, lo è anche nel macrocosmo che ci accoglie e ci avvolge con la sua sconfinata Bellezza. E allora se lo vogliamo possiamo accettare non una verità ma tante verità, nelle quali credere e con le quali vivere. Il principio paterno è in tutte le cose: nel padre biologico, nei nostri progetti da curare, nell’Universo e perfino in noi stessi.

Contatto la gratitudine: decido di cambiare

Anche se non siamo ancora divenuti padri biologici possiamo sentirci padri di noi stessi, il che significa posizionarsi in estremo ascolto della vita, su un piano di fiducia e gratitudine. Significa credere in noi stessi, che siamo venuti al mondo per volere di un disegno cosmico che ci ha donato un progetto da realizzare. Sentire dentro di noi la nostra piena responsabilità nello scorrere del tempo e della vita, accettando con umiltà ogni crescita e cambiamento che ci proporrà. Ponendoci lungo il fiume assecondando con amore il suo e il nostro fluire come Artisti della nostra Vita e della Vita dell’Universo.

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