Come mangio? Il simbolismo profondo del cibo
Il simbolismo del cibo: che “peso” ha il cibo nella nostra vita?
Quante volte ci siamo sentiti dire: “Ti sei dimagrita” oppure “Ti sei un po’ ingrassata!”. Di solito (ma non sempre), la prima affermazione ci fa piacere, la seconda un po’ meno, anzi un bel po’ di meno.
Parlando del secondo caso ecco che con poche parole, l’altro ci comunica e ci conferma ciò che già sappiamo e che spesso rimuoviamo per non sentirci brutti, imperfetti o ancor peggio in colpa. Si, in colpa, perché proprio il giorno prima abbiamo divorato un piatto enorme di spaghetti super conditi e l’abbiamo fatto sapendo perfettamente che ci saremmo sentiti in colpa. Ma allora perché l’abbiamo fatto?
A parte i consigli che riceviamo su diete da seguire o nutrizionisti da contattare, la prima domanda che dovremmo porci è: “Perché mangio più del necessario? Perché mi ingozzo di cibi se so benissimo che non fanno bene al mio corpo?”
Le risposte che potremmo darci sono tante: alcune consapevoli, altre meno. La verità è che tutti abbiamo dei vuoti interiori da riempire. Tutti sentiamo il bisogno di riconoscimento, bellezza, felicità, benessere… e il cibo, come tanti altri rimedi, tipo lo shopping esagerato, è un modo rapido ed efficace per colmare il nostro personale “buco nero”. Cerchiamo all’esterno di noi stessi tutto ciò che può farci sentire sazi, pacificati, pieni, appagati.
Il simbolismo del cibo: “Di cosa siamo veramente affamati?”
E’ sempre e solo la pancia ad avere fame? Siamo proprio sicuri che un piatto pieno davanti ai nostri occhi abbia la capacità di placarci? La risposta autentica e consapevole è che il nostro vuoto è causato da una carenza molto più profonda, direi spirituale, che coinvolge tutta la persona. Essa è una carenza d’amore e di bellezza nella nostra vita. Quel cibo che tanto desideriamo rappresenta la dose mancante di soddisfazione per la nostra anima affamata.
Purtroppo dietro a questo bisogno c’è un inganno che facciamo a noi stessi: credere e pretendere che amore e bellezza debbano arrivarci dal mondo fuori di noi perché è un diritto che la vita ci deve per il fatto stesso di essere nati.
Imparare ad amarci per essere Persone
Antonio Mercurio ci dice che “Persona è colui capace di amarsi, amare ed essere amato nella libertà”.
Per Persona s’intende un individuo adulto e responsabile della propria esistenza, capace di assumersi la propria vita, avviando un processo di cambiamento e liberazione dai condizionamenti interni ed esterni. Non a caso in questa affermazione la prima parola usata è amarsi … la più difficile di tutte, perché ci suggerisce e ci mostra il potere che possiamo avere su noi stessi prima che sull’altro, sempre che lo vogliamo.
Quindi la decisione di fondo da prendere con noi stessi non è più solo la dieta da seguire o la ricerca del nutrizionista giusto per noi oppure trovare il farmaco più efficace. La decisione primaria è che, per stare bene ed essere felice, per riempire i vuoti della nostra anima, per nutrirci in modo sano ed adeguato, dobbiamo imparare ad amarci e a prenderci cura di noi stessi.
E’ l’amore il nutrimento fondamentale che coinvolge mente, cuore, pancia e sazia la nostra parte spirituale.
La domanda che ha veramente senso è: “Quanto amo me stesso e il mondo che mi circonda?”
Pane e bellezza
Possiamo anche capire, attraverso il cibo che scegliamo, cosa abbiamo bisogno di soddisfare nella nostra vita quotidiana.
Se ci sentiamo più attirati dai dolci probabilmente abbiamo bisogno di una “coccola”, se invece preferiamo un pasto saporito allora magari necessitiamo di più energie. Quando desideriamo assaporare qualcosa di fresco e leggero ecco che forse sotto sotto nascondiamo un desiderio di libertà. Se siamo particolarmente attenti a comporre il piatto in modo gradevole e colorato chissà forse in quel momento potremmo avere bisogno di nutrirci di bellezza.
Ogni giorno la televisione ci propone programmi di cucina dove viene data grande importanza al modo in cui si riempie il piatto, addirittura esistono ricette che prevedono l’utilizzo di fiori.
Il gusto, la vista e quindi il corpo in qualche modo ci comunicano quello che profondamente “ci serve” in quel momento.
Lo dice anche A.Mercurio: “Non si vive di solo pane, ma di pane e di bellezza!”