I telefoni mobili e le loro stazioni radio base

I telefoni mobili, talvolta chiamati telefoni cellulari o palmari, stanno rapidamente diventando parte integrante delle moderne telecomunicazioni. In alcune parti del mondo, essi sono i telefoni più affidabili o gli unici disponibili. Inoltre, i telefoni cellulari sono molto popolari perché permettono alle persone di mantenere una comunicazione continua senza limitare la libertà di movimento, una qualità molto apprezzata sia nel lavoro sia nel tempo libero.

I paesi scandinavi hanno il più alto numero di abbonamenti alla telefonia mobile in rapporto alla popolazione: tra il 36% e il 42% in Finlandia; 33% – 38% in Norvegia; 30% – 36% in Svezia e fino al 30% in Danimarca (dati aggiornati al 1 gennaio 1998). Questi paesi sono seguiti dal Giappone (circa il 30%), gli USA (circa il 21%), il Regno Unito (fino al 13%) e la Germania (oltre il 9%). Alcune stime indicano che potrebbero esserci fino a 700 milioni di abbonati alla telefonia mobile nell’anno 2002. Al momento attuale, vi sono circa 52.000 stazioni radio base nei soli Stati Uniti (spesso ne esistono diverse in uno stesso sito) e circa 90.000 sarebbero necessarie per coprire l’intero paese. Il rapido aumento dell’uso di telefoni mobili e la costruzione delle loro stazioni radio base ha suscitato preoccupazioni per possibili effetti nocivi della tecnologia cellulare sulla salute, tra cui cancro, cefalea e perdita di memoria. Con un numero stimato di 190 milioni di telefoni mobili oggi in uso nel mondo, anche piccoli effetti nocivi per la salute potrebbero avere un impatto rilevante in termini di sanità pubblica. In risposta a queste preoccupazioni, l’OMS ha avviato nel 1996 il Progetto internazionale CEM per stabilire il grado di evidenza scientifica dei possibili effetti sulla salute dei campi elettromagnetici (CEM), compresi i campi a radiofrequenza (RF) emessi dai telefoni mobili e dalle stazioni radio base, e per raccomandare nuove ricerche. Quando si discute dei possibili effetti nocivi per la salute dell’esposizione umana ai campi RF è importante non confondere i campi RF con la radiazione ionizzante, come i raggi X e i raggi gamma, o con la radiazione ultravioletta a piccola lunghezza d’onda. A differenza delle radiazioni ionizzanti, i campi RF, anche se di elevata intensità, non possono causare ionizzazione o radioattività nel corpo.

Per questa ragione, i campi RF sono chiamati radiazioni non ionizzanti (NIR). Gli attuali sistemi di telefonia mobile funzionano a frequenze tra 800 e 1800 MHz. Sistemi che utilizzano frequenze di 2100 MHz o superiori potrebbero essere introdotti presto. Queste frequenze cadono nell’intervallo tra 1 MHz e 10 GHz (1 GHz = 1000 MHz). Gli effetti nocivi dell’esposizione a campi RF entro questo intervallo sono oggetto di ricerca da quarantacinque anni. Effetti sanitari dei campi RF tra 1 MHz e 10 GHz: E’ noto che i campi RF entro questo intervallo penetrano nei tessuti esposti e producono riscaldamento a causa dell’assorbimento di energia. Lo spessore di penetrazione del campo RF nel tessuto dipende dalla frequenza del campo ed è maggiore alle frequenze più basse. Anche livelli bassissimi di energia RF producono una piccola quantità di calore, ma i normali processi di termoregolazione del corpo lo rimuovono. Comunque, gli standard tecnici internazionali, secondo i quali sono costruiti i telefoni mobili e le stazioni radio base, non consentono che questi provochino alcun riscaldamento significativo.

Esposizione a campi RF di bassa intensità: E’ stato segnalato che l’esposizione ai campi RF di intensità troppo bassa per produrre un riscaldamento apprezzabile altererebbe l’attività elettrica del cervello nei gatti e nei conigli, attraverso variazioni della mobilità degli ioni calcio. Questo effetto è stato riportato anche in tessuti e cellule isolati. Altri studi hanno suggerito che i campi RF cambino il tasso di proliferazione delle cellule, alterino l’attività enzimatica o influenzino i geni del DNA delle cellule. Questi effetti non sono ben stabiliti, e le loro implicazioni per la salute umana non sono comprese in misura sufficiente perché essi possano costituire una base per la limitazione dell’esposizione umana a campi RF di bassa intensità. Esposizione a campi RF e cancro: L’evidenza scientifica attuale indica che l’esposizione a bassi livelli di campi RF, compresi quelli emessi dai telefoni mobili e dalle stazioni radio base, non inducono né favoriscono, verosimilmente, il cancro. Gli studi di cancerogenesi animale non hanno fornito evidenze convincenti di un effetto sull’incidenza di tumori.

Tuttavia un recente studio ha trovato che campi RF simili a quelli usati nelle telecomunicazioni mobili aumentava l’incidenza di cancro in topi modificati geneticamente, esposti in vicinanza (0,65 m) di un’antenna trasmittente RF. Ulteriori studi verranno svolti per accertare la rilevanza di questi risultati per il cancro nell’uomo.  Al momento attuale, gli studi epidemiologici (sulla salute della popolazione) non forniscono informazioni adeguate per un’appropriata valutazione del rischio di cancro nell’uomo da esposizione a campi RF, perché i risultati di questi studi sono incoerenti. Ciò può essere spiegato, in parte, da differenze nel progetto, nell’esecuzione e nell’interpretazione di questi studi, compresa l’identificazione delle popolazioni che siano significativamente esposte a campi RF e la ricostruzione retrospettiva dell’esposizione. E’ importante sottolineare che la maggior parte degli studi sulle RF condotti a frequenze superiori a 1 MHz hanno esaminato gli effetti di esposizioni acute ad alti livelli di campi RF, livelli di esposizione che normalmente non si riscontrano nella vita quotidiana.

Comunque, con l’avvento di apparati come i walkie-talkie e i telefoni mobili, è apparso chiaro che esistevano pochissimi studi che affrontavano la questione delle esposizioni a campi RF localizzate nella testa e nel collo.

Campi RF generati dagli apparecchi palmari: Sebbene i telefoni mobili palmari trasmettano una potenza molto minore di una stazione radio base, il corpo dell’utente assorbe una potenza sensibilmente maggiore da parte dell’antenna dell’apparecchio, costituita da una piccola barretta che esce dall’involucro. La testa dell’utente riceve la più alta esposizione RF localizzata. Tuttavia, questa esposizione localizzata è limitata in base alle linee guida internazionali e alle normative nazionali e non dovrebbe provocare aumenti della temperatura locale superiori a 1 °C. Per una persona che si trovi a 30 cm da un apparecchio in funzione, l’assorbimento di RF è 100 volte minore di quello tipico dell’utilizzatore del telefono. Questa esposizione non provoca alcun aumento misurabile della temperatura corporea. La quantità di energia assorbita diminuisce rapidamente a distanze maggiori dall’apparecchio.

Il Progetto internazionale CEM dell’OMS ha identificato quali studi scientifici specifici occorrono per affrontare il problema dell’esposizione localizzata. Un importante studio che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (un’organizzazione di ricerca dell’OMS specializzata nel cancro) sta avviando, indagherà le connessioni tra uso del telefono mobile e potenziali effetti a lungo termine nocivi per la salute.

Campi RF in prossimità di stazioni radio base: Le antenne delle stazioni radio base a RF sono strette e lunghe circa 1 m. Diverse antenne di questo tipo sono montate su tralicci alti generalmente da 15 a 50 m, o su edifici. Ciascuna di queste antenne produce un fascio di RF confinato, quasi a “spot”, e pressoché parallelo al suolo. A causa della piccola dispersione verticale del fascio, l’intensità del campo RF al suolo, direttamente sotto l’antenna, è bassa e diminuisce rapidamente allontanandosi dall’antenna. A tutte le distanze, i livelli al suolo dei campi RF generati dalle stazioni radio base sono largamente entro le linee guida internazionali per l’esposizione della popolazione a RF.

Alcune antenne montate su terrazzi hanno recinzioni per tenere le persone lontano dalle zone in cui i campi RF superano questi limiti. Poiché le antenne montate sui lati degli edifici dirigono la loro potenza verso l’esterno, le persone all’interno non risultano molto esposte. Misure di intensità dei campi RF a livello del suolo, in prossimità di stazioni radio base, hanno fornito, secondo la distanza dall’antenna, valori variabili tra 1/40 e 1/250 dei limiti di esposizione per la popolazione fissati dalle linee guida internazionali. Le antenne delle stazioni TV che funzionano a frequenze simili a quelle delle stazioni radio base (500 – 800 MHz) diffondono una potenza totale maggiore ed emettono campi RF che, al suolo, variano da circa 1/2 a circa 1/500 dei limiti delle linee guida internazionali.

Cosa si dovrebbe fare mentre la ricerca va avanti? Uno degli obiettivi del Progetto internazionale CEM è quello di aiutare le autorità nazionali a soppesare i benefici della tecnologia delle telecomunicazioni mobili con i detrimenti dovuti a ogni effetto nocivo, anche minimo, e a decidere quali ulteriori misure protettive potrebbero essere necessarie. Occorreranno 5 anni prima che le ricerche necessarie siano completate, valutate e pubblicate dall’OMS.

Nel frattempo, l’OMS raccomanda: Rigoroso rispetto delle normative di sicurezza nazionali e internazionali esistenti. Queste normative, basate sulle conoscenze attuali, sono sviluppate per proteggere qualunque individuo della popolazione: gli utenti dei telefoni mobili, coloro che lavorano o vivono presso le stazioni radio base e le persone che non usano telefoni mobili.

Interferenza dei CEM: I telefoni mobili, come altri dispositivi elettronici di uso comune, possono provocare interferenze elettromagnetiche in apparati elettrici. Quindi, si devono adottare cautele quando si usano telefoni mobili vicino ad apparecchiature elettromedicali sensibili, utilizzate nelle unità di terapia intensiva degli ospedali. I telefoni mobili possono, in alcuni casi, provocare interferenze con i sistemi di navigazione aerea e con certi dispositivi medicali, come pacemaker cardiaci e apparecchi acustici. Le persone che usano questi apparecchi dovrebbero consultare il loro medico per determinare la suscettibilità degli stessi a questi effetti.

  • Semplici misure protettive: Recinzioni o barriere attorno ai siti delle antenne possono aiutare a precludere l’accesso non autorizzato ad aree dove potrebbero essere superati i limiti di esposizione. Comunque, l’evidenza scientifica non indica alcun bisogno di involucri assorbenti attorno ai telefoni mobili.
  • Consultazione con le autorità locali e con il pubblico nel processo di localizzazione delle stazioni radio base: Ovviamente, le stazioni radio base per la telefonia mobile devono offrire una buona copertura ed essere accessibili per la manutenzione. Anche se i livelli dei campi RF attorno alle stazioni radio base non sono considerati un rischio per la salute, le decisioni sulla loro localizzazione dovrebbero tenere in considerazione l’estetica e la sensibilità del pubblico. Per esempio, la localizzazione di stazioni radio base presso asili nido, scuole e aree ricreative potrebbe richiedere considerazioni particolari. La comunicazione e la discussione aperta tra i gestori della telefonia mobile ed il pubblico nelle varie fasi della progettazione di una nuova antenna può aiutare a creare nel pubblico comprensione e una maggiore accettabilità di nuovi impianti.-
  • Un efficace sistema di informazione e comunicazione sui temi sanitari tra scienziati, governi, industria e pubblico può aiutare a creare una generale conoscenza della tecnologia dei telefoni mobili e a ridurre sfiducia e paure, sia reali sia percepite.

Per ulteriori informazioni si prega di contattare Igor Rozov, Servizio Comunicazioni sulla Salute e Relazioni Pubbliche, OMS, Ginevra. Tel.0041-22-7912532, Fax 0041-22-7914858, E-mail: mailto:Rozov@who.ch Tutti i comunicati stampa e le note informative dell’OMS, come altre informazioni su questi temi, possono essere reperite su Internet alla pagina OMS: http://www.who.int/ Traduzione italiana a cura del Laboratorio di Fisica dell’Istituto Superiore di Sanità – Roma, Italia.

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