Buddismo è il nome dato agli insegnamenti del Buddha, vale a dire a tutti i sutra esposti da Shakyamuni. Diversamente dalla altre filosofie o sistemi di pensiero religiosi, il Buddismo non opera una distinzione fra divinità e umanità. I suoi principi permettono ad ogni persona di raggiungere l’illuminazione e diventare un Buddha. Tra tutti gli insegnamenti il Sutra del Loto è quello che rende la Buddità accessibile a tutti. Non si può definire il Buddha come un essere trascendente o supremo. Buddha significa l’Illuminato, cioè un uomo che realizza in se stesso l’essenza della vita, la realtà ultima che sostiene l’umanità e tutti gli altri esseri viventi. Colui che ha scoperto questa realtà fondamentale nella sua vita conosce veramente se stesso: è un Buddha. Le parole di Socrate “Conosci te stesso” hanno posto un problema che la filosofia ha sempre cercato di risolvere. Il Buddismo, propagato almeno 100 anni prima di Socrate, fornì una risposta concreta, ma essa è stata a lungo oscurata dalle tendenze esoteriche dei più antichi studiosi buddisti. In effetti, la filosofia buddista rivela il modo per fare emergere il vero io opposto all’io fenomenico, nel cammino verso la perfezione.
Non si tratta di una speculazione metafisica, ma di un sistema pratico di insegnamenti che fornisce il mezzo per realizzare lo stato ideale di Buddità, la condizione umana perfetta. I buddisti riconoscono la realtà fondamentale della vita in tutti gli esseri umani e di conseguenza rispettano la dignità di ogni persona. Quando cominciamo a renderci conto di questo, comprendiamo la necessità di risvegliare gli altri alla dignità della loro vita, affinché possano creare un’esistenza veramente felice. Questo è il modo per aiutarli a raggiungere la Buddità. Coloro che lottano per il bene degli altri sono chiamati bodhisattva. La forza che infonde loro questo desiderio è l’infinita ed imparziale compassione del Buddha, chiamato Jihi (la parola ha 2 significati: togliere la sofferenza e dare la felicità). I due scopi del Buddismo sono quindi ottenere la Buddità e realizzare la missione del bodhisattva. E’ interessante notare come questi due concetti siano stati ripresi molto tempo dopo e, in forma diversa, da Kant, per il quale la riforma individuale e la felicità delle altre persone sono allo stesso tempo scopo e dovere degli esseri umani. Questo sta ad indicare che un insegnamento universale si ripresenta anche in situazioni culturali completamente diverse.