Il pensiero condiziona l’azione…. l’azione rafforza il pensiero. (parte IV)
Giorni fa, riflettevo su quello che troppo spesso ascolto da molte persone. Su come molti di noi rimandano spesso le decisioni da prendere in merito ad una qualsiasi cosa da fare. Sono convinto che rimandare a domani quello che possiamo fare oggi, nella maggior parte dei casi, diventa improduttivo per la nostra soddisfazione psicofisica. Proviamo a fare un passo indietro nei nostri ricordi più vividi. Proviamo a vedere se anche noi in passato abbiamo rimandato qualcosa alla quale poi non abbiamo mai dato seguito. Qualcosa accaduta 5, o 10 anni fa. Proviamo a tornare per un attimo indietro nel tempo, a quel momento della nostra vita in cui c’è rimasto impresso un episodio particolare che ha avuto risonanza in tutto il mondo. Un evento che ha fatto scalpore, come quelli da prima pagina del telegiornale. Potrebbe essere d’interesse sociale, oppure un episodio che ha visto coinvolto, magari, un personaggio molto noto, dello spettacolo ad esempio. Potrebbe essere stato un evento molto serio, oppure simpatico, divertente. Non ha importanza di cosa.
L’importante è che si riferisca ad un momento della nostra vita che ricordiamo bene. Un evento che si è fissato nella nostra mente. A questo punto non dovremmo trovare difficoltà nell’associare a quell’evento, tutto ciò che faceva parte del nostro modo di essere, di pensare, di muoverci, di vestire, di avere emozioni ed aspettative per il futuro. Una volta che abbiamo recuperato quel momento specifico, cerchiamo di ricordare in sequenza alcuni aspetti della nostra vita personale quotidiana e domandiamoci: “Quanti anni potevo avere? In quale contesto mi trovavo? Cosa stavo facendo e come ero vestito? Agivo in modo timido, attivo, passivo, triste, sorridente, ecc.? Come mi relazionavo davanti al sorgere di un qualsiasi problema? Avevo dei sogni a cui aspiravo?” Se riusciamo in questo esercizio di recupero delle emozioni e sensazioni legate al ricordo di quel periodo specifico, riusciremo anche a definire se quello che facevamo, pensavamo, all’epoca, è divenuto oggi realtà concreta oppure no . Potremo renderci conto se, quello che abbiamo ottenuto, rispecchia veramente quello che ci eravamo prefissati di ottenere o che desideravamo ottenere.
Se abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Nel momento di prendere decisioni, cinque, dieci, quindici anni, sembrano molti. Nella maggior parte dei casi però, trascorsi questi periodi, sentiamo persone che dicono: “Mi sembra ieri, quando facevo questa o quella cosa e desideravo in un futuro ottenere questo o quell’altro…. ed ora invece eccomi qui che mi ritrovo più vecchio di quindici anni, a pensarla allo stesso modo, a fare sempre le stesse cose, con un fisico che non mi piace e senza aver ottenuto ciò che desideravo.” Solo a questo punto ci rendiamo conto di come gli anni passano in fretta e magari siamo lì ora a piangerci addosso nel ricordare quello che avremmo voluto fare e non abbiamo fatto, oppure quello che desideravamo e non abbiamo ottenuto, così, come ce lo eravamo disegnati. A questo punto tornare indietro non è possibile per cambiare ciò che abbiamo prodotto, ma valutare cosa abbiamo fatto, o cosa non abbiamo fatto per ottenere il risultato a cui ambivamo, diventa importante per cominciare da ora a produrre domande specifiche, mirate alla stimolazione di risposte positive, che sono il carburante necessario per una maggiore spinta motivazionale verso il raggiungimento dei nostri desideri.
Dei nostri obiettivi. Essere degli “ascoltatori attivi” del nostro passato, ci pone nella condizione di imparare una lezione importante per la nostra vita. Ci induce a pensare, a valutare, con spirito creativo e costruttivo ciò che abbiamo fatto. Ci suggerisce di guardare al futuro con occhi diversi. Ci svela le domande propositive e positive che ci aiutano a raggiungere ciò che desideriamo veramente raggiungere. In qualsiasi campo, affettivo, sociale, professionale, scolastico, ecc. ecc. . Se siamo veramente pronti ad ascoltarci in modo attivo, probabilmente cominceremo a porci domande diverse da quelle che ci siamo posti in passato. Potremmo ad esempio chiederci: “Come vivrò i miei prossimi dieci anni?; Cosa intendo fare oggi per costruire il mio domani, verso il quale sono proiettato?; Conosco qualcuno che fa, o che ha, quello che desidero fare o che desidero avere anche io? In che modo lo fa ed in che modo lo possiede? Per cosa sono disposto a battermi da qui in avanti?; Che cosa è veramente importante per me in questo momento e che cosa sarà importante per me a lungo termine?; Cosa posso fare di costruttivo oggi, per influenzare positivamente il mio futuro? Le scelte che farò per arrivare al mio obiettivo, creeranno delle conflittualità interne dentro di me ed in relazione con gli altri?” Queste e tante altre domande simili ci possono aiutare a gettare le basi solide dove costruire ciò che non siamo stati capaci in passato di realizzare.
Una cosa è certa. Domani, da qualche parte saremo arrivati. Il problema è : “Dove?; Chi saremo diventati? Come vivremo? Cosa avremo fatto?” Ora è il momento!!! Facciamo ora i piani per i prossimi nostri dieci anni, non quando saranno passati! Concludendo questo mio articolo, vorrei congedarmi da voi, suggerendovi un testo che, anche se si basa sulla comunicazione persuasiva del venditore, è uno strumento indicativo di come attraverso l’ascolto attivo si raggiungono i risultati desiderati.
Grazie a tutti e buona lettura.
Risorse utili:
“Ascoltare, convincere, vendere” – di Heim J.A. Franco Angeli 1994.