Darsi un’anima

Perché darsi un’anima? La civiltà’ occidentale si trova ad una svolta epocale. Tanti sono i segnali che provengono da più direzioni: dalle nuove scoperte nel mondo della fisica, dell’astronomia e perfino dall’antropologia. Il metodo “galileiano” che accetta modelli solo dopo numerose e circostanziate prove empiriche e ha la prerogativa di affermare cosa è verità e cosa non lo è, sembra cedere il passo ad una nuova scienza. L’uomo occidentale ha raggiunto ormai un benessere sufficientemente diffuso. Per quanto questo possa ancora aumentare e migliorare, non sarà utile a fornire risposte alle domande che l’uomo oggi si pone. La sfida con il futuro non è quella di un aumentato benessere, ma una consapevolezza ed una spiritualità maggiore: un salto esistenziale non più di un singolo uomo, ma di un’intera civiltà. Il metodo scientifico non basta più: non è più sufficiente osservare l’universo con i telescopi, o con sofisticati strumenti frutto del nostro raziocinio. Dobbiamo sviluppare strumenti ancora più sensibili, ancora più sofisticati che siano in grado di dare risposte complete. Il telescopio collegato al computer ci mostra le stelle dandoci il valore della loro grandezza, del calore, della lontananza, ma non dice altro.

Darsi un’anima: vedere anche con il cuore

Siamo convinti che per trovare risposte adeguate all’uomo della nuova era, bisogna guardare l’universo non con l’occhio del telescopio, ma con quello del cuore. Senza abbandonare il telescopio, naturalmente. Senza privarsi della ricchezza della mente raziocinante, dobbiamo renderci conto che questa da sola non basta. La tecnologia è giunta a livelli inimmaginabili soltanto fino a pochi decenni fa. Dove ci porterà questa scienza se non ci mettiamo accanto il cuore? Mille volte grazie a tutti gli scienziati che hanno studiato il genoma umano contenuto nel DNA. Ma ora cosa faremo di tutte queste scoperte scientifiche? Le useremo per clonare uomini-soldato? Le scoperte di Enrico Fermi erano di grande valore scientifico, ma poiché erano senza cuore hanno portato alla costruzione della prima bomba atomica. Dove ci porteranno le tecnologie del nuovo millennio se non ci mettiamo accanto la nostra capacità di osservare il mondo anche con il cuore? Il cuore – siamo convinti – è lo strumento che manca per costruire l’uomo di domani. E’ lo strumento sensibile che ci permetterà di guardarci intorno e scoprire forse un universo più completo.

Abbiamo fatto tanta strada con il cervello: quanta ancora ne potremo fare se ci mettiamo accanto anche il cuore? Forse non avremo modelli scientificamente esatti: ma i modelli scientifici ci hanno forse fatto felici? Ci hanno aiutato a comprendere il pianto di un bambino? O a realizzare i nostri sogni, o a dipanare i litigi con le nostre mogli? Non è forse stato necessario guardare queste realtà con l’occhio del cuore per poterle affrontare? Quale scienza esatta ci avrebbe aiutato? Le scienze razionali hanno migliorato sicuramente la nostra vita materiale: tuttavia da parte nostra siamo certi che l’uomo del nuovo millennio non si accontenterà di una automobile volante o di un televisore a 1000 pollici. Crediamo che l’uomo del futuro voglia soprattutto darsi un’anima: e questa è tutta da costruire.

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Direttore dell'Istituto Solaris - Sophia University of Rome, di Arte terapia, Counseling a Mediazione Artistica e Cosmo-Art. Allievo del Prof. Antonio Mercurio. Psicologo, Psicoterapeuta, Antropologo cosmoartista, Counselor Supervisor del CNCP - Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti. Ha scritto quattordici libri, centinaia di articoli per molte riviste, tenuto numerose conferenze e partecipato a molti congressi nazionali e internazionali.

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