L’infelicità e le sue regole

Un pò di humor per imparare a vivere Un’idea tratta da: “Istruzioni per rendersi infelici” – P. Watzlavick

Qualche buona regola per sviluppare l’infelicità: Sii fedele a te stesso: NON smettere mai, neppure per un istante di cercare l’infelicità. Non c’è assolutamente bisogno di andar “fuori” per cercare l’infelicità, questa può risiedere stabilmente nella tua mente. Certamente non è facile cercare con attenzione di diventare , è più facile dare la colpa agli altri… Ma se ti metti bene d’impegno puoi farcela. Sii convinto che c’è sempre un solo punto di vista: IL TUO. Rifiuta con costanza ogni possibilità di accomodamento. Cerca comunque di non essere mai d’accordo con te stesso. Mantieni a tutti i costi lo stato di confusione mentale. L’importanza del passato Il nostro passato è un punto focale per mantenere il più a lungo possibile, nel presente, lo stato di infelicità. Ci sono alcuni metodi che potrete seguire con successo per aiutarvi in questo appasionante cammino: Un metodo infallibile per vivere il presente in perenne stato di INSODDISFAZIONE è quello di ricordare il passato (qualunque periodo va bene) come qualcosa di meraviglioso, ora irrimediabilmente perduto.

L’infelicità è nel passato

Ricordare una passata relazione (terminata male) come qualcosa di stupendo perso per un qualche incomprensibile motivo, vi permetterà di rimanere attaccato a questa idea. Non cedete ASSOLUTAMENTE alla tentazione di ascoltare gli amici che vi diranno che “la relazione era già morta, che ora siete liberi” e che “la separazione è stato il male minore”. Rimanete RISOLUTAMENTE fermi nell’idea che quella e solo quella era la relazione migliore della vostra vita. Rimanete a guardare il telefono, nella speranza che lei/lui ci ripensi e si possa ricominciare. E soprattutto paragonate ogni nuova conoscenza con il partner precedente. Se l’attesa per ricominciare risultasse troppo lunga, c’è un altro metodo: cercate instancabilmente una persona che abbia TUTTE le caratteristiche del vostro partner precedente. Più identica è meglio è. Un altro vantaggio del rimanere attaccati al passato è che così non si ha più tempo per il presente, il quale, se è vero che potrebbe ugualmente presentare grosse opportunità di infelicità potrebbe anche offrire un’occasionale non infelicità. Non correte il rischio! Se vostro malgrado dovesse inaspettatamente cadervi tra le braccia (la vita è imprevedibile!) ciò che avete desiderato nel passato e naturalmente state bramando tuttora senza essere riuscito ad ottenerlo, NON perdetevi d’animo, potete sempre usare la formula: “Ora è troppo tardi, ora non lo voglio più”.

L’infelicità è nel presente

Il non plus ultra, che indubbiamente presuppone la genialità, consiste nel rendere responsabile il passato anche di tutto il bene che avete avuto, naturalmente a tutto vantaggio della presente infelicità. Un esempio ineguagliabile potrebbe essere la frase: “Accidenti al benessere che mi ha abituato a mangiare tre volte al giorno”. Rimanete OSTINATAMENTE legati ad adattamenti e soluzioni che nel passato hanno avuto successo e ripeteteli con estrema costanza adattandoli al maggior numero di situazioni possibili. Non lasciatevi fuorviare da chi vi dirà: “I tempi sono cambiati”, “Quello che andava bene trent’anni fa…”. Usando il metodo “Esiste sempre un’unica soluzione al problema (la mia) e se i miei sforzi non hanno ancora avuto successo questo prova solamente che sono un “incapace”, giungerete infallibilmente a quella che gli specialisti chiamano nevrosi. Non è comunque il nome ad avere importanza, ma l’effetto. Attaccare prima di essere attaccati. Non c’è quasi nulla di meglio, nella creazione dell’infelicità, che il mettere il nostro partner (ma funziona anche con un amico, un collega, un parente qualsiasi…) davanti ad una lunga serie di errori immaginari nel qual e egli svolge un ruolo decisivo.

L’infelicità è di casa

Vedasi l’esempio di un uomo che vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, ma non il martello. Il vicino ne ha uno, così decide di andare e di farselo prestare. A questo punto gli sorge un dubbio: “E se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era solo un pretesto e ce l’ha con me. E perché? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa. Se qualcuno mi chiedesse un utensile, io glielo darei subito. E perché lui no? Come si può rifiutare al prossimo un così semplice piacere? Gente così rovina l’esistenza degli altri. E per giunta si immagina che io abbia bisogno di lui, solo perché possiede un martello. Adesso basta!” e così si precipita a casa del vicino, suona, il vicino apre e prima ancora che questo abbia il tempo di dire “Buon giorno!”, gli grida: “Si tenga pure il suo martello, villano!”. La tecnica è semplice: mettete il partner di fronte ad una catena di eventi che voi avete immaginato (ma fate sì che l’immaginazione sia il più reale possibile, dovete arrivare a credervi veramente), il suo sconcerto, il suo sgomento, il suo volersi discolpare saranno per voi la prova inconfutabile che avete ragione, che avete accordato la vostra benevolenza a chi non lo meritava e che ancora una volta si è abusato della vostra bontà.

L’infelicità: esercizi di consapevolezza

Esercizi di consapevolezza dell’infelicità 1. Sedetevi su una comoda poltrona, possibilmente con i braccioli, chiudete gli occhi e immaginate di addentare un maturo e succoso limone. Con un po’ di pratica vi verrà l’acquolina in bocca… Rimanete sulla poltrona con gli occhi chiusi e spostate adesso la vostra attenzione dal limone alle scarpe. Ben presto vi accorgerete di quanto sia scomodo portare delle scarpe. Per quanto comode vi sembrassero finora, comincerete a sentirle strette in qualche punto e immediatamente diverrete consapevoli di altri fastidi come bruciori, sfregamenti, dita ricurve, caldo o freddo ecc. Esercitatevi fino a quando il portare scarpe, cosa fin ora ovvia e banale, divenga per voi particolarmente spiacevole. Acquistate poi scarpe nuove e accorgetevi di come esse, che in negozio calzavate alla perfezione, divengano dopo scomode quanto le altre… (ci vuole esercizio .. e allenamento, ma ci potete riuscire). Rimanendo nella poltrona, osservate il cielo attraverso la finestra. Con un po’ di abilità scorgerete nel vostro campo visivo numerosi piccoli punti rotondi che, se manterrete lo sguardo fisso, scendono lentamente vers o il basso; strizzando però gli occhi tornano su velocemente.

Notate inoltre che quanto più vi concentrate su di essi, più diventano grossi e numerosi. Considerate la possibilità che si tratti di una grave malattia agli occhi. Andate dall’oculista e NON credetegli quando vi dirà che sono probabilmente aveva il morbillo quando la malattia che AVETE voi è stata spiegata agli studenti di medicina del suo corso… Oppure non vi vuole informare, per pura pietà, dell’incurabile decorso della vostra malattia. Se l’espediente della vista non avesse successo e inspiegabilmente vi sentiste guariti, potete provare con l’udito. Andate in una stanza il più possibile silenziosa; vi accorgerete di udire improvvisamente un ronzio, un fruscio, un leggero sibilo … Andate ora dal medico.. Vale anche in questo caso quanto descritto al punto (3)… Ora dovreste essere abbastanza preparati per trasferire la consapevolezza dal vostro corpo all’ambiente circostante. Cominciamo con i SEMAFORI: dovreste aver già notato che hanno la tendenza a rimanere verdi finché vi avvicinate, per passare dal giallo al rosso nel preciso momento in cui non potete più arrischiarvi ad attraversare l’incrocio.

Resistete alla tentazione di dirvi che la frequenza del rosso e del verde sono eguali e ben presto NON riuscirete più a respingere l’impressione che ostili potenze superiori si accaniscano su di voi. Questo naturalmente vale per qualunque posto in cui vi troviate. Dai semafori potrete con facilità spostare le stesse sensazioni alla Posta, in Banca o al supermercato, dove la coda in cui vi immetterete sarà sempre la più lenta. Ormai sapete perfettamente di essere in dominio di . Questa consapevolezza vi rende possibile ulteriori importanti scoperte, perché ora il vostro sguardo è pronto a cogliere connessioni e coincidenze sorprendenti che sfuggono alle ottuse e inesperte intelligenze normali: Controllate la porta di casa e scoprite un graffio mai notato prima. Interrogatevi sul suo significato: è la traccia di un ladro, il risultato di un tentativo di scasso? Un danno intenzionale alla vostra proprietà? Un segno particolare per identificarvi? Resistete anche qui alla tentazione di minimizzare la cosa e non commettete l’errore di andare a fondo della questione o potreste compromettere la riuscita dell’esercizio.

L’infelicità e l’autosabotaggio

Noterete che l’autobus ogni volta che lo aspettate voi tarda in maniera considerevole, convincetevi che per un qualche inspiegabile sortilegio tutti i conducenti di autobus tramano qualcosa contro di voi. Parlate con amici e parenti del fatto che vi sta capitando qualcosa di . Non c’è metodo migliore per distinguere i lupi travestiti da agnelli che in qualche maniera c’entrano col vostro problema. I primi si tradiranno, per aver voluto convincervi che la vostra supposizione non sta in piedi. Anzi ipocritamente cercheranno di distogliervi da quel sospetto e cercheranno di convincervi delle loro. Così saprete non solo chi è coinvolto nel complotto, ma anche che sotto ci deve essere proprio qualcosa si sospetto, altrimenti perché quegli amici si sforzerebbero di convincervi del contrario? Eminenti studiosi sono convinti che questi esercizi (adatti anche al cittadino medio) possono portare una persona a crearsi una penosa situazione, quasi senza rendersi conto di esserne l’autore. Così egli puo’ realmente e onestamente soffrirne.

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