“Verso una Società per Tutte le Età” ANNO INTERNAZIONALE DELLE PERSONE ANZIANE 1999 UN PENSIERO NON CONDIZIONATO DALL’ETÁ NEL PROSSIMO MILLENNIO “È opportuno che l’ultimo anno del millennio sia l’Anno Internazionale delle Persone Anziane, con il tema “Verso una Società per Tutte le Età” – una società che non consideri le persone anziane come pensionati, ma come agenti e beneficiari dello sviluppo”. Kofi Annan Segretario Generale delle Nazioni Unite 1 ottobre 1998 La rivoluzione silenziosa La rivoluzione tecnologica ha catturato l’immaginario collettivo, ed il suo impatto su tutti gli aspetti della vita è stato discusso e sentito per molti anni. Al contrario, gli effetti a lungo termine della rivoluzione demografica sono stati relativamente ignorati. È stata chiamata “la rivoluzione silenziosa”. Nonostante ciò i suoi effetti sono percepiti da ogni individuo, famiglia, quartiere e nazione in tutto il mondo. Le persone vivono più a lungo rispetto ai tempi passati. La durata media della vita è aumentata in tutto il mondo di venti anni negli ultimi cinquanta anni (1950-2000), come risultato delle migliorate condizioni di salute, igiene ed alimentazione.

Anche le popolazioni stanno invecchiando, un effetto del calo della fertilità e dell’aumento della longevità. Entro il 2030, in molti paesi industrializzati un terzo della popolazione avrà un’età superiore ai 60 anni. Entro il 2150, un terzo della popolazione mondiale nel suo complesso avrà più di 60 anni. Abbiamo bisogno “di dare un volto umano all’invecchiamento”, ha evidenziato l’Ambasciatore Julia T. Alvarez in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Internazionale delle Persone Anziane, il 1 ottobre 1998, alle Nazioni Unite a New York. Abbiamo bisogno ‘di un pensiero non condizionato dall’età’ – e questo richiede una nuova forma mentale e una nuova prospettiva attraverso cui vedere le cose. Per secoli, quando tutto era spiegato nei termini di un mondo piatto, le persone hanno creduto che il mondo fosse realmente piatto. Quando fu dimostrato che il mondo era rotondo, si svilupparono nuovi modi di pensare, nuovi schemi e immagini. Allo stesso modo, considerare l’invecchiamento come un fenomeno inerente alla vita e alla società nel suo complesso – e non solo un fenomeno relativo alle persone anziane – richiede un cambiamento nel nostro modo di pensare.

Questo cambiamento è il messaggio principale del tema dell’Anno Internazionale: “Verso una società per tutte le età”. Investire nell’individuo Molti degli anziani di oggi si sentono impreparati. Sono “dei sopravvissuti sorpresi”, ha sottolineato il Dott. Gunhild Hagestad, uno dei principali relatori in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Internazionale. Sono dei “pionieri demografici e sociali”, che esplorano una nuova era per la tarda età. Non è più possibile identificare i nonni con gli anziani, dato che i nonni possono avere dai 35 ai 105 anni, ed i loro nipoti possono essere neonati o pensionati. Non è più possibile che una sempre più ampia popolazione di persone anziane venga liquidata con l’etichetta, per esempio, di pazienti o pensionati. Le capacità di cui si potrà disporre in tarda età hanno origine nella prima parte della vita. I giovani di oggi possono contare di vivere più a lungo rispetto ai loro antenati, ma in circostanze molto differenti. Il fatto di sapere che si avrà una vita lunga, porta la gioventù a pensare alla vita come una maratona, che richiede una particolare preparazione e andatura per l’accumulazione di ‘capitali’ o risorse.

Il capitale umano è necessario, comprese le capacità relazionai e lavorative e stili di vita salutari. Il capitale sociale deve essere stimolato in termini di solidarietà sociale e di comunicazioni. Anche il capitale economico deve essere acquisito durante il corso della vita, inclusi risparmi e pensioni. Per questi tipi di capitali o di risorse che devono essere accumulati nel corso dell’esistenza, gli anni del periodo adulto necessitano di flessibilità nella vita lavorativa, sociale e familiare. Questo vale sia per gli uomini che per le donne. Attualmente il lavoro è strutturato come una proposta ‘tutto o niente’, che lascia il disoccupato con una povertà materiale, e chi ha troppo lavoro con una “povertà di tempo libero”. La mezza età, nell’ottica di una lunga vita, diventa una fase fondamentale, poiché si tratta di un periodo di transizione tra una giovane età adulta, generalmente dedicata alla formazione di una famiglia ed al consolidamento di una carriera, ed una tarda età adulta, in cui la struttura della famiglia cambia e si cercano nuove opportunità di carriera, incluse quelle che possono essere mantenute nella più tarda età.

Rievocando la ben riconosciuta natura transitoria dell’adolescenza (adolescence) come periodo decisivo per investire nella costruzione della propria vita e delle proprie capacità lavorative, alcuni scrittori hanno scelto di utilizzare il termine “middlescence” per la mezza età allo scopo di ottenere uguali investimenti in previsione della tarda età. Come le capacità individuali si sviluppano durante l’intero corso della vita, in tal modo anche la capacità di una società si sviluppa ed il bene comune aumenta. La società per tutte le età ha la sua origine in una società per tutti. Una società per tutti è una società che adatta le sue strutture ed il suo funzionamento, come anche le sue politiche ed i suoi progetti, alle necessità e alle capacità di tutti, usufruendo così del potenziale di ognuno, a vantaggio di tutti. Inoltre, una società per tutte le età risponde alle necessità e alle capacità di ogni gruppo di età. Promuove l’integrazione tra le diverse fasce di età. Facilita la reciprocità multigenerazionale. Riconosce i vali stadi o fasi della vita dell’individuo – ed è sensibile rispetto alle differenti capacità delle diverse generazioni così come sono variamente modellate nel tempo da eventi storici quali, ad esempio guerre, carestie, o dalle possibilità di accesso all’istruzione, al lavoro, all’informazione.

Promuovere ambienti a misura d’uomo È utile pensare all’ individuo ed alla società come due entità che vivono in rapporto di simbiosi. Come la vita individuale sta cambiando, così sta cambiando la vita di gruppo, sia che si tratti della famiglia, del vicinato, di una vasta comunità o della nazione. L’invecchiamento e l’emigrazione sono fattori di cambiamento delle strutture demografiche di gruppo. Inoltre l’evoluzione dei valori come, ad esempio, il miglioramento della condizione della donna, sta avendo un profondo impatto sui vari ruoli e relazioni all’interno dei gruppi sociali. Le famiglie sono state definite “la prima e l’ultima risorsa” per i loro membri, agendo da rampa di lancio durante la prima fase della vita e da pista di atterraggio nell’ultima fase. Dal momento che i nonni stanno cominciando a superare i nipoti nel numero, creando la cosiddetta ‘piramide inversa della famiglia’, è importante mantenere la rete sociale familiare, specialmente ora che i membri della famiglia sono sempre più spesso sparsi all’interno del territorio nazionale e all’estero. L’emigrazione dei giovani verso le città sta lasciando molte comunità rurali con un’alta percentuale di persone anziane.

Inoltre un’emigrazione all’interno della città ha generato in alcuni casi grandi concentrazioni di anziani isolati. I quartieri più vecchi tendono ad essere più sicuri e stabili. E tendono anche ad essere relativamente trascurati dai fornitori di servizi Adeguati servizi, previdenza sociale ed assistenza sanitaria per tutte le fasce di età nel loro complesso sono necessari a livello locale. Sono inoltre necessari schemi di sviluppo rurale ed urbano allo scopo di creare condizioni di vita che conservano l’integrazione tra le diverse fasce di età. Con la crescita della società civile, comprese associazioni di professionisti o di volontari, una nuova ricchezza sociale sta emergendo Entità con interessi comuni, tra cui associazioni di pensionati, normalmente agiscono localmente ma pensano in modo globale, poiché sono cellule locali di reti nazionali e globali. Tali comunità assicurano solidarietà fra individui affini dando loro la possibilità di confrontarsi con gli altri in collaborazione o in competizione. Giovani ed anziani potrebbero, ad esempio, competere per avere influenza politica o per opportunità di lavoro – o potrebbero anche scegliere di collaborare per la costruzione della pace, per la protezione dell’ambiente e per vari progetti di sviluppo della comunità che portino vantaggi per tutti.

Un nuovo modello a livello nazionale richiede soprattutto la creazione di opportunità per la partecipazione nel corso di tutte le fasi della vita: lavoro per tutti quelli che lo vogliono e adeguati servizi di sostegno per coloro che ne hanno bisogno. I nuovi programmi della società civile, che vengono ora promossi da molte nazioni, dovrebbero includere esplicitamente le persone anziane, specialmente quelle che hanno più difficoltà a parteciparvi. La società per tutte le età è un concetto in evoluzione. Attualmente è visto principalmente come concetto olistico costituito da due dimensioni interconnesse sull’invecchiamento: un approccio che si sviluppa nel corso di tutta la vita e un approccio da parte della società nel suo complesso. Il primo approccio richiede investimenti duraturi nella salute fisica e mentale, nei rapporti familiari e sociali, nei risparmi e nell’aggiornamento delle capacità lavorative per potere assicurare il benessere nell’età avanzata, minimizzando per quanto possibile la dipendenza e l’esclusione in tarda età. L’approccio a livello della società richiama l’attenzione verso l’invecchiamento delle famiglie, dei quartieri e delle popolazioni nazionali, con la conseguente necessità di migliorare gli alloggi, le strutture, i servizi, ed i modelli di produzione e consumo.

Per maggiori informazioni contattare: Development and Human Rights Section Department of Public Information Room S-1040 United Nations New York, NY 10017 Tel: (001 212) 963-3771 Fax: (001 212) 963-1186 E-mail: vasic@un.org D. Salvati / K. Miranda Saleme Centro di Informazione delle Nazioni Unite Roma Tel. 06 — 6789907 Fax 06 — 6793337 DPI/1964E — Gennaio 1999 Pubblicato dal Dipartimento per la Pubblica Informazione delle Nazioni Unite, New York Traduzione a cura del Centro di Informazione delle Nazioni Unite, Roma

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