Gli italiani consumano giornalmente molto più sale (cloruro di sodio) di quello che fisiologicamente è necessario

Questo eccessivo consumo non è senza rischio, poiché potrebbe favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte. Si è constatato che in popolazioni il cui consumo non supera i tre grammi di sale al giorno, l’ipertensione è una malattia rara. Essa, oltre ad essere dannosa di per sé, rappresenta anche un fattore di rischio per le malattie cardiocircolatorie. Inoltre, eccessivi consumi di sale sembrano predisporre anche al tumore dello stomaco. Un basso consumo, quindi, contribuisce a prevenire o a ridurre detti rischi. Questi ultimi sono da attribuire soprattutto al sodio, che rappresenta circa il 40% in peso del sale. In natura il sodio è presente in quasi tutti gli alimenti, ma generalmente in quantità contenute. Quindi, la parte più consistente di quello ingerito quotidianamente deriva, in ordine decrescente d’importanza: – dal sale dei prodotti trasformati, ai quali viene aggiunto per ragioni tecnologiche, di conservazione o di sapidità; – dal sale aggiunto in cucina durante la cottura; – dal sale che si aggiunge a tavola. Ridurre la quantità di sale che si consuma giornalmente non è difficile, soprattutto se la riduzione avviene gradualmente.

Infatti il nostro palato si adatta facilmente al livello corrente, ed è quindi possibile rieducarlo a cibi meno salati; entro pochi mesi, o addirittura settimane, questi stessi cibi appariranno sapidi al punto giusto, mentre sembreranno troppo salati quelli conditi nel modo precedente. Ma di quanto sale abbiamo bisogno? Il sodio svolge ruoli importanti nel nostro organismo e, in condizioni di normalità, il livello raccomandato oscilla tra 0,6 e 3,5 grammi giornalieri circa. La sola eccezione riguarda i casi di profusa e prolungata sudorazione, come ad esempio quella che si verifica nel corso di lunghe e faticose escursioni in alta montagna, di lavori fisicamente pesanti condotti in condizioni d’elevata temperatura, ecc. In tali situazioni, però, bisogna sapere che il nostro organismo è capace di reagire con prontezza, limitando al massimo le perdite di sale con il sudore e le urine. Per concludere, si ricorda che oggi esiste un consenso internazionale orientato a suggerire una quantità che non superi i 6 grammi di sale per giorno, pari a 2,4 grammi di sodio. In Italia, come in altri Paesi europei, per prevenire e combattere la carenza di iodio e l’insorgenza del gozzo, le Autorità Sanitarie promuovono l’uso di sale da tavola iodato.

Si tratta di un normale sale cui è stato aggiunto dello iodio, e che va consumato nelle quantità abituali per condire e cucinare, in sostituzione e non in aggiunta a quello normale. COME COMPORTARSI: Limitare l’uso del sale in tavola Nella preparazione casalinga dei cibi, ridurre progressivamente l’aggiunta di sale, fino ad arrivare ai livelli minimi atti a soddisfare il palato Dare la preferenza ad erbe e spezie aromatiche limitando l’uso di condimenti preparati ricchi di sodio come salse, ecc. (leggere le etichette) Nell’uso di prodotti trasformati, dare la preferenza a quelli con minore contenuto di sale (ad esempio: pane sciapo) e consumare meno frequentemente quelli molto salati (ad esempio: cibi in salamoia o sotto sale, alcuni insaccati e formaggi, snacks salati, ecc.) Nell’uso domestico preferire il sale iodato Dall’Istituto Nazionale della Nutrizione

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